Aladdin (2019): Il live-action che vuole essere politico

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Aladdin la locandina del film

Aladdin

Titolo originale: Aladdin

Anno: 2019

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Romantico, Musicale

Produzione: Walt Disney Pictures, Lin Pictures, Marc Platt Productions

Distribuzione: Walt Disney Italia

Durata: 128 min

Regia: Guy Ritchie

Sceneggiatura: John August, Guy Ritchie

Fotografia: Alan Stewart

Montaggio:  James Herbert

Musiche: Alan Menken

Attori: Will Smith, Mena Massoud, Billy Magnussen, Naomi Scott, Nasim Pedrad, Navid Negahban, Kamil Lemieszewski, Marwan Kenzari, Numan Acar, Bern Collaço

Trailer di Aladdin (2019)

Annunciato nell’ottobre 2016, insieme ad altri progetti Disney basati sulla trasformazione dei cartoni animati in Live – action come Il Re Leone, Maleficent: La signora del Male, Mulan e infine Cruella, Aladdin, trasposizione del 31° classico Disney è stato distribuito ufficialmente a partire dal 22 maggio 2019 e in Italia dal 24 maggio divenendo il terzo incasso dell’anno con un fatturato di circa 810 milioni di dollari.

La scelta registica ha dato il giusto slancio al film, poiché la Disney ha scelto un regista, Guy Ritche, al primo lungometraggio per famiglie ma che vantava nel suo palmare dei buoni film come King Arthur-Il Potere della Spada, Lock & Stock – Pazzi scatenati del 1999 e il successivo lungometraggio The Gentlemen del 2019, che davano alla casa di topolino una buona solidità registica. Per gli attori Ritche ha voluto ricercare per i ruoli di Aladdin e Jasmine dei volti nuovi che fossero in grado di rappresentare le varietà etniche del Medio Oriente e delle regioni circostanti. Dal 2016 per ricercare i protagonisti sono stati provinati ben 2000 attori di tutto il mondo, le difficoltà di rintracciare il profilo giusto per interpretare Aladdin era complicato sia perché doveva corrispondere a un etnia ben precisa e in più doveva saper cantare, fare acrobazie e ballare oltre a recitare. Infine il ruolo venne affidato a Mena Massoud, attore sconosciuto al pubblico, e per Jasmine venne ingaggiata Naomi Scott (Sopravvissuto – The Martian, Power Rangers) che doveva dare al ruolo uno spessore maggiore al personaggio di fronte a quello animato.

Naomi è perfetta nei panni di una principessa più contemporanea. È una pensatrice molto moderna dotata di opinioni molto forti, ma allo stesso tempo ha un atteggiamento naturale e affettuoso e possiede un grande senso dell’umorismo

Il produttore Dan Lin.

Complesso risultò trovare anche l’interprete giusto per l’entità mutaforma racchiusa all’interno di una lampada a olio come il Genio, dato che l’attore avrebbe dovuto subire il paragone con l’interpretazione donata nella versione animata da R. Williams. Per creare un genio completamente divergente il regista ha scelto l’attore di spessore Internazionale come Will Smith in grado di creare una interpretazione divertente e commovente all’interno del lungometraggio.

Will Smith, durante un’intervista, ha spiegato come abbia cercato nella sua interpretazione di omaggiare il genio originale della versione animata ma che allo stesso tempo ha voluto inserire una vena più contemporanea, costituita da un mix dei personaggi interpretati dal medesimo attore nella sua carriera, per citarne alcuni: Willy de “Il principe di Bel-Air”, Deadshot de “Suicide Squad”, Christopher Gardner de “La ricerca della felicità”. 

Trama di Aladdin

Aladdin è un ragazzo di strada che vive compiendo trucchetti e furfanterie nella città di Agrabah. E’ Innamorato della principessa Jasmine ma sa che non potrà mai aspirare alla sua mano per via delle sue origini. 

Nel frattempo Jafar manda Aladdin a rubare la lampada magica per ottenere il potere che tanto desidera ma all’interno della lampada è rinchiuso un genio in grado di esaudire i desideri.  Per tutto il film il Genio e Aladdin instaurano un legame di amicizia che sarà d’aiuto ad Aladdin per raggiungere la sua amata.

Il genio di Will Smith: Aladdin
Il genio di Will Smith: Aladdin

Recensione di Aladdin

Dal mio punto di vista è una storia incentrata sullo scontro tra due mondi. È la storia di un ragazzo di strada che deve fare i conti con le proprie insicurezze. L’ambientazione Disney mi ha fornito un nuovo spazio in cui scoprire e raffigurare in modo diverso un mondo che conoscevo bene Mi piace imbarcarmi in sfide creative sempre nuove e questo film rappresentava sicuramente una sfida per me

Ritche

Nonostante sia un remake vi sono notevoli differenze tra il film del 1992 e quello del 2019, nell’introduzione il narratore del vecchio film è un venditore ambulante che narra le storie del genio mentre in quello attuale è il genio stesso che trasformatosi in un essere umano racconta le vicende di Aladdin ai suoi figli, ma la differenza più “importante” è quella tra lo scontro finale del ’92 e quello del 2019, nel primo Jafar si trasforma in un cobra mentre nel secondo rimarrà sempre un umano.

Il suo successo è dovuto soprattutto agli effetti speciali poiché la metà del film è stata realizzata grazie alla computer grafica, realizzata magistralmente da  Michael Wilkinson, che è riuscito ha catturare ogni minimo dettaglio, in special modo nella scena del tappeto in cui è impressionante la realisticità dell’intera sequenza narrativa. Le riprese principali di Aladdin 2019 si sono svolte da agoste 2017 fino al gennaio 2019 svolgendosi prevalentemente nei teatri di posa dei Longcross Studios e degli Arborfield Studios nel Regno Unito e in alcune location della Giordania. Gli effetti speciali hanno donato al pubblico un Agrabah perfetta per il film di stile bollywood musicale in grado di darci quelle atmosfera orientali e allo stesso tempo di trasportarci all’interno di un mondo multiculturale e pieno di colori, nonostante ciò il fascino dell’abitazione del protagonista e la stessa dimora del Sultano risultano meno magiche di quelle viste all’interno del film animato.

Se non ci fosse stato l’impianto tecnico il film non risulta minimamente all’altezza con il suo predecessore sia a causa delle battute messa in qua e là che rendono stereotipati i personaggi, sia per l’aggiunta di un identità politica politicamente corretta all’interno dei suoi personaggi. Il Genio incarnato da Smith rende possibile svolgere il tema della schiavitù e degli afroamericani, mentre Jasmine, anche attraverso una canzone, cerca di portare a galla il tema dell’emancipazione femminile dovendo apparire come una donna forte ma ciò non accade anche a causa di una sceneggiatura non sempre perfetta dove la principessa non combatte minimamente che per un interpretazione fredda di Mena Massoud, che si dimostra una sbiadita copia della sua versione 1992 più femminista di lei.

Per quanto riguarda gli attori sono promossi tutti con la minima sufficienza (ovviamente escludendo il grande Will Smith), Mena Massoud si impegna ed è anche simpatico ma non è molto adatto per il ruolo per via del carattere di Aladdin, mentre a Marwan Kenzari manca la cattiveria di Jafar. Le canzoni riprendono lo spirito e parte del testo di quelle scritte dal vincitore di otto Oscar® Alan Menken e dai parolieri premiati con l’Oscar® Howard Ashman e Tim Rice per il film del 1992 e al loro impianto vengono aggiunte sfumature musicali più orientali attraverso gli arragimenti di Menken che sono in grado di sfruttare al meglio di talenti musicali di Smith sfruttando qualche tocco jazz qua e là-

Il film più che essere una produzione cinematografica prende le sembianze di essere una rappresentazione teatrale che va per il musical anche se a malincuore la maggior parte dei testi delle canzoni del primo film nel remake sono state modificate, il tutto perde anche di emotività dove il film disney 1992 era riuscito a conquistare i fan.

Note positive

  • Interpretazione di Will Smith
  • Scenografie
  • Effetti speciali
  • Il film riesce ad intrattenere

Note negativo

  • Un pessimo Jaffar
  • Sceneggiatura che non incide
  • Le canzoni, che sono state modificate, tolgono forza alla storia
  • Il personaggio di Jasmine non sviluppa bene il tema femminista
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