Alien 3: Il sofferto esordio di David Fincher

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Alien 3

Titolo originale: Alien 3

Anno: 1992

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Fantascienza / Horror / Drammatico

Durata: 1 hr 53 min (113 min); 2 hr 23 min (143 min, director’s cut)

Casa di produzione: 20th Century Fox

Prodotto da: Walter Hill, Gordon Carroll, Larry Ferguson

Regia: David Fincher

Sceneggiatura: Walter Hill, Larry Ferguson

Montaggio: Terry Rawlings, David Crowther

Musiche: Elliot Goldenthal

Attori: Sigourney Weaver, Charles S. Dutton, Charles Dance, Paul McGann, Brian Glover, Lance Henriksen, Pete Postlethwaite

Trama di Alien 3

La prima volta che ne hanno sentito parlare l’equipaggio fu sacrificato. La volta successiva mandarono i marines, anch’essi sacrificati. Ora, cosa vi fa pensare che si preoccuperanno per un mucchio di ergastolani che hanno trovato Dio nel profondo culo dell’universo?!

CIT. ELLEN RIPLEY (SIGOURNEY WEAVER)

Dopo gli eventi di Aliens, un misterioso incendio comporta danni irrimediabili alla nave militare USS Sulaco, su cui viaggiano in criosonno il tenente Ellen Ripley (Sigourney Weaver) e i superstiti alla mattanza di LV-426.

Il velivolo espelle una capsula di salvataggio, che dopo qualche tempo sbarca su Fiorina 161, una colonia popolata da prigionieri e criminali di varia natura che lì vi scontano le proprie pene. Ripley è l’unica a sopravvivere all’atterraggio, inconsapevole che la minaccia dello xenomorfo è ancora viva e pronta a uccidere…

Sigourney Weaver in Alien 3

Recensione di Alien 3

Dunque, vediamo se ho capito bene tenente: è una creatura alta due metri e mezzo con acido nelle vene, uccide a vista ed è piuttosto ripugnante… e lei si aspetta che io creda a tutto questo sulla parola?

CIT. ANDREWS (BRIAN GLOVER)

Terzo capitolo di una delle saghe fanta-horror più iconiche e amate dal grande pubblico, il cui maggior pregio è sempre stata la forza degli autori che avevano contribuito a plasmarla (Ridley Scott e James Cameron), Alien 3 fece scalpore soprattutto per essere una delle produzioni più funeste della storia del cinema, giocata su continui cambi di regia e riscritture. Il capitolo venne diretto dall’allora esordiente David Fincher, che ancora oggi ricorda con estremo pentimento la sua prima incursione nella Settima Arte.

I numerosi tagli di montaggio e una CGI rivedibile indispettirono non poco gli estimatori della saga, i quali non tardarono a stroncare la pellicola, arrestando momentaneamente le ambizioni registiche di Fincher. Solo agli inizi degli anni Duemila, la 20th Century Fox ha fatto retromarcia con il rilascio di un’edizione estesa di quasi due ore e mezza per il mercato home video, abbondantemente rivalutata per la maggior raffinatezza e fluidità, con personaggi molto più sfaccettati e sottotesti molto interessanti. Per quanto non riconosciuta dal regista, questa è l’incarnazione del film più vicina alle idee di Fincher, e a questa dedichiamo la recensione.

Lo xenomorfo in Alien 3

Analisi di Alien 3

3 volte la suspense. 3 volte il pericolo. 3 volte il terrore.

TAGLINE DEL FILM

Se il primo capitolo di Ridley Scott era un horror in piena regola e il sequel di Cameron innestava nella saga una componente action massiccia e potente, Alien 3 torna sui passi del capostipite, ma ne incrementa le derive più dolorose, addirittura tragiche. Ormai Ripley e la sua nemesi sono diventati personaggi quasi metafisici, e giocano una resa dei conti universale tra bene e male, imprevedibile ed estrema, alla quale un fato crudele partecipa in veste di arbitro e burattinaio. Sigourney Weaver, rasata a zero e ancor più mascolina di quanto già non fosse in Aliens, offre una prova maiuscola, e caratterizza una Ripley sofferente ma stoica, segnata in profondità dai suoi primi due confronti con il mostro inventato da H. R. Giger.

I personaggi di supporto non sono sempre all’altezza della protagonista, anche se il dottor Clemens interpretato da Charles Dance (Tywin Lannister di Game of Thrones, per capirci) e il Dillon di Charles S. Dutton spiccano e compongono assieme a Ripley un terzetto di strepitosa chimica, una Santa Trinità della Scienza e della Fede che dà vita ad alcuni notevoli dialoghi incentrati sulla dicotomia tra nichilismo e speranza salvifica. Le scene degne di nota non mancano, come lo sconvolgente finale e gli scontri verbali con Bishop, che segnano il gradito ritorno di un Lance Henriksen convinto e come sempre ambiguo.

Sigourney Weaver in Alien 3

Anche da esordiente, David Fincher dimostra uno stile visivo peculiare ed elegantissimo. Il fascino del pianeta Fiorina 161 non sfigura affianco all’immaginario fantascientifico di Scott e Cameron; il tema dell’uomo costretto a salvare la pelle in soffocanti ambienti claustrofobici si ricollega, nel bene e nel male, ai vari Se7en e Fight Club, indice di una sensibilità autoriale in stadio embrionale che, in questo titolo almeno, si è vista ostacolata dagli studios. Da applausi la colonna sonora di Elliot Goldenthal, ulteriore nota positiva di un capitolo che va riscoperto.

NOTE POSITIVE

  • Lo stile personale di David Fincher.
  • Una sceneggiatura ricca e sfaccettata.
  • L’interpretazione di Sigourney Weaver.
  • La colonna sonora di Elliot Goldenthal.

NOTE NEGATIVE

  • Come nella più difettosa versione cinematografica, la CGI non è il massimo e non tutti i personaggi secondari sono all’altezza di Ripley.
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