America Latina (2021): Interrogarci su noi stessi

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Locandina America Latina

America Latina

Titolo originale: America Latina

Anno: 2021

Paese: Italia, Francia

Genere: Thriller, noir

Produzione: The Apartment, Vision Distribution, Le Pacte

Distribuzione:

Durata: 90 minuti

Regia: Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo

Sceneggiatura: Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo

Fotografia: Paolo Carnera

Montaggio: Walter Fasano

Musiche: Verdena

Attori: Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller

America Latina Clip

America Latina è il terzo lungometraggio dei fratelli D’Innocenzo, astri nascenti del cinema contemporaneo italiano, che dopo aver vinto l’ambito premio alla sceneggiatura nel 2020 con Favolacce al Festival internazionale del cinema di Berlino, partecipano per la loro prima volta, in concorso, alla 78° mostra d’arte cinematografica di Venezia, dove il film è stato presentato il 9 settembre 2021, mentre per la distribuzione nazionale in sala si dovrà aspettare fino al 25 novembre 2021.

Il film non ha avuto la tradizionale campagna comunicativa antecedente l’uscita in sala, non è ancora disponibile il trailer del film, inoltre i registi hanno chiesto massima discrezione alla stampa (soltanto sui canali social sono state comunicate alcune informazioni, enigmatiche, sull’opera).

Trama di America Latina

Latina. Massimo Sisti è il proprietario di uno studio dentistico, una persona pacata, gentile ed estremamente professionale, un uomo che ha ottenuto dalla vita tutto ciò che poteva desiderare: una villa, situata nella più pura quiete, e soprattutto una famiglia che lo ama e che lui ha eletto a sua ragione di vita. La famiglia Sisti è dunque composta dalla moglie Alessandra, dall’adolescente Laura e dalla piccola Ilenia. Questa fortuna per lui è la ricompensa per la sua esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. Tutto quello che ha ottenuto però rischia di svanire quando, un giorno come un altro, Massimo scende nella sua cantina e scova lì sotto una ragazza, rinchiusa e incatenata. Da questo momento l’assurdo si impossessa della sua esistenza. Cosa farà Massimo, ora?

Elio Germano in America Latina
Elio Germano in America Latina

Recensione di America Latina (con spoiler)

Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’un l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. […]. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla.

Fratelli D’Innocenzo

I Fratelli D’Innocenzo creano un thriller con sfumature nor, rimanendo in linea con le loro precedenti opere cinematografiche come registi e dimostrando un’indiscussa capacità d’innovazione visiva e autoriale. Si denota con chiarezza la mano della regia, la quale fa sentire la macchina da presa con sapienza e senza eccessi formali, utilizzando spesso la macchina a mano e inquadrature fortemente espressive con l’intento di avvicinare lo spettatore alle condizioni dei personaggi, mantenendo comunque una rigorosa attenzione a rendere con chiarezza il filo conduttore di tutta l’opera: il disagio mentale e personale del protagonista. La cinepresa si avvicina più volte al volto del personaggio, sono frequenti primi piani e dettagli sugli oggetti, il tutto viene condito da una colonna sonora che inquieta e sottolinea lo stato di terrore reso dall’immagine. Il film scorre tutto d’un fiato, non c’è traccia di estetismi o tecnicismi superflui. Così i fratelli D’Innocenzo confermano la loro abilità nel giocare tra i generi cinematografici (in questo caso si va dal thriller, all’horror, passando per il drammatico) all’interno di una dimensione fortemente autoriale, il tutto sfruttando la sceneggiatura, scritta dagli stessi due registi (come tradizione), che si conferma di livello.

Il titolo della pellicola richiama e si riferisce al luogo (Latina, vicino Roma) in cui avvengono gli eventi, delle vicende oscure. Seguiamo le vicende di una famiglia, in primis del marito, un dentista (interpretato da Elio Germano) sposato e padre di due figlie, trascorre una vita tranquilla all’interno di una lussuosa villa nella periferia romana. L’improvvisa scoperta di una ragazzina, rinchiusa e legata in uno scantinato all’interno della sua casa, lo porta alla follia e all’incrinare dei rapporti non solo con il resto della famiglia, ma anche con l’amico di una vita e il padre infermo (nonché calcolatore e manipolatore). La vicenda segue il progressivo smarrimento del protagonista, insicuro sul da farsi, il quale passa dal tentativo di salvare la ragazza (istruendola attraverso modi artificiosi) al desiderio di farla annegare provocando la rottura delle tubature. Alla trama principale, legata al rapporto tra il dentista e la vittima, si collegano ulteriori sottotrame che caratterizzano il personaggio del protagonista, inerenti al costante sgretolarsi dei rapporti sociali, da quelli più vicini (la moglie e le figlie, alle quali non permette uno sguardo sereno neppure nel giorno del proprio compleanno) ai più lontani (amici e conoscenti). In preda alla più totale perdizione mentale egli rivela l’accaduto al resto della famiglia. Il film si concluderà con l’arresto del padre e dunque al capovolgimento iniziale della narrazione.

AMERICA LATINA - Federica Pala, Astrid Casali, Carlotta Gamba
AMERICA LATINA – Federica Pala, Astrid Casali, Carlotta Gamba

Se volessimo tentare un paragone con opere precedenti o azzardare possibili influenze essi riporterebbero a Blue velvet (David Lynch) oppure, in modo minore, a Sussurri e grida (Ingmar Bergman). Queste ipotesi nascono dal riconoscere in queste tre opere un minimo comune denominatore relativo alla volontà dei registi di scandagliare l’oscuro della mente umana e i suoi inevitabili punti deboli. Inoltre, pur consapevoli della grandiosità di due mostri sacri della storia del cinema come Lynch e Bergman, ritroviamo anche nei fratelli D’Innocenzo quella spinta creativa e potenza autoriale degna dei precedenti registi nominati.

Ottima la fotografia diretta da Paolo Carnera, fortemente espressiva e con colori tonali tendenti quasi a una resa astratta degli eventi, elemento concettuale voluto dai registi: presentare un realistico (quanto stra-ordinario) fatto della vita di tutti i giorni facendolo trascendere da momento particolare a condizione universale, così America Latina potrebbe anche essere letto come una metafora sulla condizione di dissoluzione dell’uomo comune ai tempi nostri, incapace di convivere con i propri affetti e i propri sentimenti. Inoltre è banale ma necessario ribadire l’ennesima prova sopra le righe del protagonista, Elio Germano, in continuo stato di grazia, capace d’interpretare con realismo ed espressività (a cui ci ha abituato) un ruolo che per certi versi richiama l’Antonio Ligabue interpretato in uno dei suoi film precedenti, Volevo nascondermi, diretto da Giorgio Diritti. Il resto del cast, tutto italiano, assume un ruolo più di contorno che altro.

Elio Germano è un attore meraviglioso. È inutile elencarne le qualità, sono visibili a tutti. Quello che ci unisce è un rapporto umano molto stretto, il più profondo avuto finora con un’altra persona che “facesse cinema”. Un legame che si basa sulla fiducia e sulla sicurezza di non essere mai giudicati. La voglia di piacere è la morte di ogni storia e di ogni prova attoriale. Elio Germano è emotivamente nudo sul set, e noi con lui. Da timidi non ce lo siamo mai detti, ma vogliamo bene alle nostre storture, una a una. Senza esserne compiaciuti, accettiamo quello che siamo e siamo disposti a mostrarlo senza sentirci sbagliati.

Fratelli D’Innocenzo

America Latina, nonostante non abbia ricevuto premi dalla giuria, è stato accolto con soddisfazione ed entusiasmo alla Mostra del cinema di Venezia; non sono mancati applausi e critiche favorevoli rimarcanti la necessità di continuare a sperimentare nuovi linguaggi all’interno del cinema italiano contemporaneo, tutt’altro che inerte come confermano le cinque opere in concorso per il leone d’oro. In conferenza stampa è stato ribadito dai registi e dall’attore principale come l’obiettivo di questo film fosse ricercare nuovi linguaggi del mezzo cinematografico tralasciando i risultati economici o critici.

Note Positive

  • Regia
  • Fotografia
  • Attore protagonista
  • Colonna sonora

Note Negative

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