Antebellum (2020): Il terrificante passato può tornare

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Antebellum locandina film

Antebellum

Titolo originale:

Anno: 2020

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico, Thriller

Produzione: QC Entertainment

Distribuzione: Eagle Pictures, Amazon Prime Video

Durata: 105 min

Regia: Gerard Bush, Christopher Renz

Sceneggiatura: George W. Bush, Christopher Renz

Fotografia: Pedro Luque

Montaggio: John Axelrad

Musiche: Nate Wonder, Roman Gianarthur

Attori: Janelle Monáe, Eric Lange, Jena Malone, Jack Huston, Kiersey Clemons, Gabourey ‘Gabby’ Sidibe, Marque Richardson, Tongayi Chirisa, Robert Aramayo, Lily Cowles

Trailer di Antebellum

Dai produttori di Scappa – Get Out, Blackklansman e Us esce nel 2020 direttamente su Amazon Prime Video a partire dal 14 dicembre, vista l’impossibilità di uscire al cinema come era stato deciso inizialmente, Antebellum, primo lungometraggio della coppia di cineasti Gerard Bush e Christopher Renz, conosciuti per la loro lotta sui diritti civili e sociali a favore della comunità nera americana e non solo, mostrando ancora una volta come in America sia sempre di più attiva, sia socialmente che dal punto di vista narrativo, la ricerca e la lotta per l’abbattimento delle barriere razziali e della schiavitù che è impregnata all’interno della storia americana che vedeva i neri come oggetti al servizio dei padroni bianchi.

Quello che intendevamo era che il film costringesse il pubblico a guardare l’orrore reale del razzismo attraverso la lente dell’orrore cinematografico; come artisti, siamo grati di avere l’opportunità di aggiungere le nostre voci in questo momento culturale.

Gerard Bush e Christopher Renz

Nel ruolo della protagonista troviamo la cantante attrice Janelle Monáe (Moonlight. l diritto di contare), negli altri ruoli abbiamo Eric Lange (I segreti di Wind River, Lo sciacallo – Nightcrawler) e Jena Malone (Animali notturni, The Neon Demon, Contact)

Scena film di Antebellum
Scena film di Antebellum

Trama di Antebellum

Siamo nell’America delle guerre di confederazione e del conflitto civile. In un campo di coltivazione di cotone vige la schiavitù e gli uomini di colore sono costretti a restare in catene e a essere sottomessi ai loro capi bianchi dovendo rispettare le medesime regole: obbedire, lavorare e rimanere in silenzio senza comunicare tra di loro. Seguiamo le vicende della schiava Eden, che ha tentato di fuggire dal campo ma senza successo. La donna risulta anche la preferita del comandante che la usa per andarci a letto.

Nell’America di oggi siamo con la ricercatrice e sociologa Veronica (Janelle Monáe) che ha scritto il suo bestseller intitolato “La caduta dell’indole mite” che tratta dei diritti sulla comunità di colore. La donna è amorevole con il marito Nick e con la sua giovane figlia Kennedi, ma a causa dei suo lavoro deve, spesso e volentieri, allontanarsi da casa. Veronica si reca nel New Orleans per tenere un discorso anti-razziale e sponsorizzare il suo nuovo romanzo. Niente però andrà come spera.

Gabourey Sidibe, Janelle Monáe e Lily Cowles in Antebellum
Gabourey Sidibe, Janelle Monáe e Lily Cowles in Antebellum

Recensione di Antebellum

Nell’epoca della morte di George Floyd e della rabbia degli afroamericani, stufi dei soprusi che subiscono costantemente dalla polizia e dell’America stessa, risulta fondamentale andare a parlare del mondo sociale e culturale del XXI secolo mostrando profondamente e in maniera dettagliata i problemi razziali in una società multiculturale. Il primo lungometraggio di Gerard Bush e Christopher Renz invece preferisce creare un ibrido storico che viaggia su atmosfere già viste nel cinema, tanto che lo spettatore non può che riportare alla mente i classici di genere come Il Colore Viola o la serie evento Radici che risultano più profondi e interessanti dal punto di vista tematico che non Antebellum che si dimostra più come un gioco di sceneggiatura, basato totalmente su un grande colpo di scena, che non su un approccio utile alla causa anti-razziale. Il colpo di scena del resto non aiuta nemmeno il film a decollare anzi è proprio in questo il problema stesso dell’opera filmica che andando a immettere questo interessante escamotage narrativo gli sceneggiatori vanno a perdere completamente di vista l’approfondimento tematico e d’introspezione dei personaggi stessi che divengono altamente bidimensionali e poco empatici con il pubblico. La sceneggiatura si salva nell’epoca della guerra civile, basata su poche battute ma maggiormente su atmosfere drammatiche, mentre la parte riguardante il “mondo reale” immette nella storia troppi personaggi inutili e che hanno solo la capacità di allungare la storia, causando una perdita d’interesse nel pubblico che non è interessato a quei personaggi come l’amica di Veronica, interpretata da Gabourey Sidibe e che ha fin troppa importanza nella narrazione nonostante la sua inutilità tematica e narrativa.

Il lungometraggio vuole concettualizzare il senso stesso del tempo come si denota nell’incipit del film dove compare una citazione di William Faulkner “Il passato non muore mai. Non è neanche passato” evidenziando come tutto può sempre ricapitare in ogni momento. In tal senso Antebellum diviene portatore di questo messaggio dove il DNA dei bianchi e dei neri e delle loro indoli sembra non mutare mai realmente. Se vediamo anche il percorso della protagonista è ben denotabile il suo viaggio a ritroso dal punto di vista caratteriale, da una donna del 2020 questa è costretta a divenire un indigena, una lottatrice nell’altro tempo come dimostra l’incredibile sequenza di fine che risulta gran cinema. La sua trasformazione la riconduce in maniera efficace al titolo del suo romanzo “La caduta dell’indole mite“, in cui è lei stessa ad eliminarsi la maschera mite per rintracciare un indole selvaggia.

La protagonista in Antebellum
La protagonista in Antebellum

Tra regia e genere

Antebellum viene presentato al pubblico come un film di genere horror ma di questo all’interno della pellicola non troviamo quasi niente a livello di sceneggiatura, nonostante ciò la regia, la fotografia e le atmosfere sono prettamente horror ricercando di ricreare quel senso di angoscia e di pericolo che gli schiavi vivono costantemente. Nonostante questi tocchi registici in cui vengono sfruttati i carrelli a precedere e ottimi primi piani sui volti degli attori che hanno quel clima horror – drammatico, Antebellum si dimostra fin dalla scelta del genere un film confuso che non sa bene cosa essere e che nel suo mix di generi si perde entro un gioco meta filmico che non lo conduce alla grandezza ma alla mediocrità. Questo fa dispiacere perché il livello tecnico e registico è notevole e ciò è denotabile fin dalla prima sequenza narrativa dove abbiamo un favoloso piano sequenza che non ha nulla da invidiare a Revenant. Questa maestosa sequenza trasporta lo spettatore entro il mondo di Eden con delle inquadrature e una sceneggiatura maestosa sopraelevata da una colonna sonora gigantesca che risulta un ottimo crescendo di archi e di ritmo con le scene di pura crudeltà dove assistiamo alla lotta per la libertà di due schiavi braccati dal loro padrone. Tale inizio è un ottima presentazione narrativa che andrebbe studiata nei libri di cinema in cui il duo registico va a mostrare tutto il mondo di Eden partendo prima con la bontà per poi giungere alla crudeltà stessa. Tale scena è stata girata presso la Evergreen Plantation, situata sul lato ovest del fiume Mississippi, a circa 40 miglia a nord-ovest di New Orleans.

In realtà volevamo e ci eravamo impegnati a trovare e identificare una vera piantagione, e
onorare gli antenati. Non appena siamo arrivati ​​a Evergreen per una location scout, sapevamo che dovevamo filmare lì. I fantasmi delle persone schiave sono macchiati sugli alberi e sui fili d’erba. È nell’aria e immerso nel legno di quelle capanne. Puoi senti quell’energia; è palpabile.

Renz

Tutto il film, inclusa la parte nel presente, possiede una regia molto interessante che seppur il lungometraggio non sia horror sfrutta questo genere senza andare a stonare ma creando un mix interessante, il problema del resto di Antebellum è nella sceneggiatura con un finale che ricerca in maniera ridicola di andare a trattare il tema del femminismo senza un briciolo di approfondimento e d’introspezione dei caratteri.

Note positive

  • Splendido Incipit
  • Regia
  • Fotografia
  • Musica

Note negative

  • Sceneggiatura
  • Superficialità tematica
  • Personaggi poco interessanti
  • Il colpo di scena
  • Il Trailer del film che lo fa sembrare un horror puro
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