Armadila (2020): un gioiellino del cinema serbo al Trieste Film Festival 2021

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Armadila

Titolo originale: Armadila

Anno: 2020

Paese: Serbia

Genere: Drammatico

Produzione: Servia Film, Cinnerent, Film Center Serbia

Durata: 11 min.

Regia: Gorana Jovanović

Sceneggiatura: Gorana Jovanović

Fotografia: Lev Predan Kowarski

Montaggio: Gorana Jovanović

Musiche: Luka Barajević, Vladimir Janković

Attori: Iva Pernjaković, Nikola Zečević

Scena tratta da Armadila

Armadila è una chicca proveniente dal cinema serbo e un mix di generi ed emozioni. Presentato in anteprima ad agosto 2020 durante il Sarajevo Film Festival, il corto Armadila sbarca in Italia alla 32esima edizione del Trieste Film Festival.

Trama di Armadila

Sanja ha 13 anni e ha difficoltà a esprimere le proprie emozioni, soprattutto nei confronti di Darko, coetaneo di cui ha una cotta. Ma quando intuisce che possa essere successo qualcosa di spiacevole al suo amato cane Krle, Sanja farà sempre più fatica a reprimere ciò che prova.

Recensione di Armadila

Gorana Jovanović realizza il suo primo corto nel 2009, all’età di 21 anni, mentre nel 2013 si laurea all’università di Westminster con il cortometraggio King for a day. Nel 2015 gira Smoke, un altro cortometraggio presentato per la prima volta al Flashes in Puglia nel 2016. Armadila è il suo quarto lavoro da regista.

Candidato al Trieste Film Festival 2021 nella sezione “miglior corto”, Armadila si era già fatto notare nel 2020 all’Uppsala International Short Film Festival, festival annuale svedese dedicato ai cortometraggi in cui l’opera aveva ricevuto la candidatura come “Best Children’s Film”.

La protagonista di Armadila è la piccola e intensissima Iva Pernjakovic, che esordisce sul grande schermo nei panni di Sanja dando prova di un innato talento e di una carica espressività. Il suo volto è spesso accigliato e gli sguardi torvi rivolti all’amico Darko (Nikola Zecevic) esprimono tutta la sua diffidenza nei confronti di ciò che le accade intorno. Nonostante la sua giovanissima età e la sua corporatura minuta, Sanja è avvolta da una dura corazza che le permette di difendersi da ciò che non le piace e che la colpisce all’improvviso: la sua è un’armatura tale e quale a quella di un armadillo.

Con questo film volevo catturare quel momento in cui permettiamo agli altri di mentirci per evitare una spiacevole verità

Gorana Jovanovic

Questa dichiarazione rilasciata dalla regista riassume perfettamente il significato di Armadila. Sanja intuisce benissimo quale sia la triste fine toccata al suo fedele amico, ma lascia che Darko le racconti una bugia e che la porti via da quel macabro spettacolo che fa avverare la sua amara supposizione. La bravura della Jovanović sta proprio nel riuscire a passare dalla commedia alla tragedia in un lasso di tempo veramente breve: la leggerezza di una sceneggiatura incentrata sulla gelosia di Sanja nei confronti dell’amico Darko lascia presto il posto alla tristezza provata dai due ragazzi nello scoprire una tremenda verità.

Tramite i primissimi piani fatti a Sanja e l’inquadratura dettagliatissima dei suoi occhi la regista scava dentro l’anima della ragazza, cercando di tirare fuori ciò che Sanja non riesce proprio a esprimere. La potenza degli sguardi di sfida rivolti a Darko mostrano il suo spirito duro e imperturbabile, apparentemente indifferente a ogni tipo di dolore. Grazie all’intenso lavoro espressivo effettuato dalla regista, Sanja sembra essere una donna matura nel corpo di una tredicenne. Ma la corazza della ragazza è soltanto un’arma di difesa, che come quella dell’armadillo la protegge dai dispiaceri della vita. Come in ogni armatura però gli occhi devono rimanere scoperti, ed è proprio tramite questi che Sanja tradisce tutti i suoi 13 anni quando scopre che Krle non è più tra i vivi. E come Sanja rivela tutta la sua fanciullezza, così Darko dimostra la sua maturità e tutto il suo affetto verso Sanja quando decide di proteggerla da una verità che le avrebbe provocato troppo dolore.

In conclusione

In Armadila la regista mette in scena un crescendo di emozioni e una metamorfosi dei personaggi che in 11 minuti in pochi sarebbero riusciti a realizzare.

NOTE POSITIVE

  • La sceneggiatura in grado di passare dalla commedia alla tragedia in poche pagine;
  • Il lavoro di regia che mette in risalto l’espressività degli attori;
  • La performance della giovanissima Iva Pernjakovic.

NOTE NEGATIVE

  • Qualche silenzio di troppo.
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