Atlantide (2021): Venezia come non l’avete mai vista

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Trailer ufficiale di Atlantide (2021)

Dopo l’esordio nella città protagonista del film, Venezia, il lungometraggio di Yuri Ancarani, Atlantide (2021), approda nei cinema distribuito da I Wonder Pictures come evento speciale il 22, 23 e 24 novembre. Il regista italiano è conosciuto nella scena artistica e cinematografica internazionale grazie all’approccio anticonvenzionale fra documentario e arte contemporanea. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e musei internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il MAXXI di Roma, il Guggenheim di New York e l’Hammer Museum di Los Angeles.

Trama ufficiale di Atlantide

Daniele è un giovane che vive a Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Recensione di Atlantide

Il tentativo è di creare un nuovo modo per far vivere allo spettatore un’esperienza nel 2021. In un momento in cui siamo completamente bombardati da immagini, il cinema deve essere diverso. Oggi abbiamo questo problema della nostalgia e non riusciamo ad allontanarci dal passato, c’è alla base il desiderio di portare lo spettatore oltre, perché l’arte è una forma di cura collettiva.

Yuri Ancarani su Atlantide (2021)

Yuri Ancarani si definisce un animale da festival, ed è proprio quella libertà cruda che lo caratterizza sullo schermo. Esente da una struttura definita, Atlantide indaga i rituali dei giovani della laguna veneta passando la totale responsabilità narrativa alla macchina da presa. Ѐ proprio l’estetica visiva infatti a definire il film. Fin dall’inizio, siamo rapiti dall’accostamento metaforico della terra immutabile e antica con l’irrequietezza dei giovani che la abitano. Daniele diventa così il ritratto perfetto dell’emarginato, che si ritrova a vivere nei retaggi culturali asfissianti in un presente profondamente diverso e connesso. L’obiettivo è quello di portare il suo motoscafo fino a 85 chilometri all’ora, per sfidare gli altri coetanei che registrano record di velocità su un palo di legno nell’acqua. Il suo interesse per una nuova elica occupa tutto lo spazio quotidiano, il resto è un contorno, sia i lavori casuali che la relazione monotona con Maila. L’inseguimento almeno dà ai due qualcosa di cui parlare ed è implicito che più velocemente riesce ad andare, più tempo potrà trascorrere a Venezia. In questo il film, porta naturalmente in scena una rappresentazione del modello di mascolinità egemonica tipico della cultura occidentale: estremamente competitivo, alla ricerca continua di successo, ossessionato dal rispetto e dal potere.

Tutte queste caratteristiche, spesso socialmente attribuite alle figure maschili, permettono ancora stili di vita e comportamenti diversi rispetto a quelli femminili. Queste divisioni di genere vengono portate all’estremo dalle dinamiche provinciali e riprodotte perfettamente nel corso della narrazione. Le ragazze infatti sono ancora più immobili e marginali, rilegate a un nome sulla barca da staccare o attaccare a seconda del momento. Una delle scene più drammatiche del film è sicuramente quella della manicure di Maila, poco dopo la rottura con Daniele. La dissonanza e il totale abbandono della ragazza ad ogni interesse per il futuro porta in scena un fenomeno sociale purtroppo estremamente attuale. In un presente degradato e senza prospettive, l’altro diventa tutto e la separazione dal ragazzo definirà il futuro della ragazza. Questo modello di mascolinità inoltre ha sicuramente dei privilegi sociali, ma comprende pratiche nocive che vengono spesso accomunate all’idea di virilità, Daniele le abbraccia tutte: infrange i limiti di velocità alla guida (in questo caso del barchino), fa uso di droghe e sceglie una totale repressione dei propri sentimenti. Quando la camera da spazio ai suoi coetanei, quello che emerge è una generazione del tutto annichilita da pregiudizi e aspettative, in cui la pressione sociale si materializza in una paralisi collettiva in cui l’omologazione diventa un rituale necessario.

Come ha spiegato lo stesso Ancarani, Atlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi di laguna. Questa è sicuramente una delle parti più affascinanti dell’intero progetto, che si traduce in una visione in cui i contorni tra reale e artificio sono estremamente sfumati. C’è sicuramente una forte volontà di arrivare agli adolescenti di oggi, iperconnessi e costantemente bombardati dalle immagini, che si riflette nel montaggio alternato, la scelta delle musiche e la straordinaria fotografia. I rischi di questa sperimentazione narrativa non sono pochi e, a volte, si riflettono in scene ridondanti che perdono di autenticità. L’inseguimento in motoscafo tra il pusher e la guardia costiera e i lunghi momenti di Daniele e Bianca, tradiscono quell’impostazione iniziale per dar spazio a un’estetica fine a se stessa anche quando vuole comunicare qualcosa, come il bisogno di evadere dalla quotidianità. Permane comunque una forte allegoria morale, che raggiunge il suo climax nel finale del film. Come può una società considerarsi riuscita, se i suoi giovani affondano in un presente privato dai sogni?

Note positive

  • Fotografia
  • La regia sperimentale di Ancarani
  • Il ritratto autentico di una provincia italiana
  • Tematiche attuali

Note negative

  • Alcune scene risultano di troppo
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