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Baby Driver – Il genio della fuga
Titolo originale: Baby Driver
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna, Stati uniti d’America
Genere: azione
Casa di Produzione: Big Talk Productions, Double Negative, Media Rights Capital
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 112 min
Regia: Edgar Wright
Sceneggiatura: Edgar Wright
Montaggio: Jonathan Amos, Paul Machliss
Fotografia: Bill Pope
Attori: Lily James, Ansel Elgort, Kevin Spacey, Jon Bernthal, Jon Hamm, Jamie Foxx, Flea, Sky Ferreira
Trama di Baby Driver – Il genio della fuga
La storia incomincia con una rapina (non vi preoccupate del fischio che sentirete nei titoli di testa, è voluto e più avanti si capirà perché). Il personaggio interpretato da Ansel Elgort è al posto di guida di un’auto rossa e ha le cuffiette nelle orecchie a tutto volume, condividendo con noi “Bellbottoms” dei The Jon Spencer Blues Explosion. La rapina va a segno, i rapinatori salgono in macchina e lì ci rendiamo conto che il nostro protagonista, Baby, è un asso al volante. Lui lavora per Doc, un potente malavitoso di Atlanta interpretato da Kevin Spacey, come “chauffeur” per diversi criminali assoldati dallo stesso Doc. Baby vive con Joseph, un anziano nero e sordomuto, che gli fa da padre putativo in una casa di periferia, mentre dal punto di vista affettivo è innamorato di Debora, una splendida Lily James. Una cosa è certa: il nostro Baby non sa separarsi dalle sue cuffiette e da quella musica che accompagnerà anche noi per tutto il viaggio.
Baby Driver (2017) Jamie Foxx in Baby Driver
Recensione di Baby Driver – Il genio della fuga
Perché dovrei credere che quello lì, con gli auricolari, ha sentito una sola maledetta parola di quello che hai detto?
Baby Driver – Il genio della fuga
Baby Driver è la prima vera pellicola firmata da Edgar Wright dopo aver concluso e accantonato la superba e tanto acclamata Trilogia del Cornetto (L’Alba dei Morti Dementi, 2004; Hot Fuzz, 2007; La Fine del Mondo, 2013). Nel 2010, in realtà, gira Scott Pilgrim Vs. the World, tratto da un fumetto canadese che porta in scena il comic in perfetto stile, dimostrando un’abilità dietro la macchina da presa capace di scostarsi dagli stilemi di genere, per apportare nuovi elementi che recano la firma di Edgar Wright; ma come già detto, la Trilogia del Cornetto si concluderà tre anni dopo l’uscita di questo “cine-comic”, rendendo dunque Baby Driver – Il genio della fuga il primo passo lontano dalla sua celebre creatura.
Il lungometraggio è stato presentato in anteprima mondiale al South by Southwest Film Festival, e ottenne un buon riscontro da parte della critica ricevendo ben tre nomination ai premi oscar soprattutto per quanto riguarda nel montaggio e nel sonoro.
È un bravo ragazzo e un mostro al volante, che altro ti serve di sapere?
Doc in Baby Driver – Il genio della fuga
Baby Driver è un film pieno di divertimento e adrenalina, il tutto grazie anche a una colonna sonora eccezionale che non abbandonerà praticamente mai la visione della pellicola. Per certi versi questo film potrebbe essere riconducibile ad un musical moderno, rivisitato e reso unico nel suo genere; attenzione però, non perché i nostri protagonisti si mettano a cantare o a ballare di punto in bianco, in perfetta sincronia e simbiosi per evidenziare episodi clou della trama (potete stare tranquilli, non avverrà mai), ma perché la musica non è utilizzata solo con il “semplice” ruolo di colonna sonora, bensì interagisce con la storia, cadenzando con il suo ritmo inseguimenti, sparatorie e lo scorrere del tempo. Per quanto riguarda la fotografia, i colori sono accesi e catchy, probabilmente ereditati dallo stile fumettoso di Scott Pilgrim Vs. the World (2010).
La sceneggiatura, firmata dallo stesso Wright, è puramente pulp, ma senza minimamente fare un copia e incolla. Edgar Wright estrapola il genere da capisaldi della produzione anglosassone, la sua terra d’origine, come Lock & Stock – Pazzi Scatenati (1998) di Guy Ritchie, li fonde con una regia innovativa ma di chiaro taglio statunitense, partendo da una evidente ispirazione tarantiniana, per poi miscelare il tutto con il suo stile affermato, creando un prodotto originale che rinnova il pulp rendendolo “moderno”. Per chi conoscesse già il cineasta britannico, non vi preoccupate, il montaggio ritmato e veloce è divenuto ormai il suo marchio di fabbrica ed è presente anche in questo Baby Driver, richiamando a sue scene divenute ormai cult come l’elaborazione del piano di Shaun – Simon Pegg ne L’Alba dei Morti Dementi (2004). Difficile capire se sia o no il miglior lavoro del regista e sceneggiatore britannico, ma sicuramente è un film imperdibile che entusiasma e mette ancora una volta in mostra un autore originale che ha già iniziato a lasciare il segno, film dopo film, dal lontano 2004.
Note positive:
- Colonna sonora impeccabile (nuova frontiera del musical?)
- Regia sensazionale che entra nel vivo di ogni scena
- È un prodotto originale che intrattiene
- Prove attoriali impeccabili da parte di ogni singolo membro del cast.
Note negative
- Una seconda parte che, forse, sfugge un po’ troppo di mano
- Mancato approfondimento di personaggi interessanti che non esprimono tutto il loro potenziale (come Doc e Joseph).