Belfast (2021): il ricordo dei Troubles

Belfast (2021), ultimo lungometraggio di Kenneth Branagh che racconta, con gli occhi del suo alter ego Buddy, com'era vivere ai tempi dei Troubles in Irlanda del Nord. Amore, ironia e cinema sono gli elementi fondamentali di vite che chiedono di andare avanti nonostante la violenza riempia strade e cuori.

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Trailer ufficiale in italiano di Belfast

Belfast, ultimo lungometraggio di Kenneth Branagh, ci riporta nella cittadina nordirlandese alla fine degli anni Sessanta per rivivere, attraverso il racconto biografico del regista, i turbolenti anni dei Troubles. Il lungometraggio in Italia è stato presentato alla Festa del cinema di Roma 2021.

Trama di Belfast

Buddy vive insieme alla madre e al fratello in un quartiere di Belfast. La pacifica convivenza tra cattolici e protestanti è in precario equilibrio, ma c’è chi ne approfitta rompendo le finestre delle case, facendo esplodere auto e attaccando gli abitanti senza un motivo apparente. La famiglia di Buddy, però, si tiene lontana dai Troubles, impegnata su altri fronti: aspettare il ritorno del padre dall’Inghilterra dove lavora come carpentiere. Come affrontare, quindi, questa situazione così critica e dolorosa? Buddy, i suoi amici, i genitori e i nonni cercheranno, ognuno a modo proprio, di rispondere a questa domanda.

Recensione di Belfast

Belfast porta sullo schermo del cinema contemporaneo una parte quasi sconosciuta della storia recente, ovvero i Troubles, quei disordini che hanno sconvolto l’Irlanda del Nord tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta.

Le rivolte, gli interventi di polizia e militari e proteste violente hanno segnato profondamente la vita di chi al tempo era adulto, ma ancora di più di chi era bambino e faticava a capire cosa stesse succedendo.

Lo sa bene Kenneth Branagh che, tramite il suo alter ego Buddy, rivive quegli anni a suon di cinema, amore e ironia.

I Troubles sono di tutti

Belfast mette subito in chiaro come stanno le cose: i protestanti non vedono di buon occhio i cattolici, che cercano di mandare via in qualsiasi modo. Ma, tutto questo riguarda anche chi, tra i protestanti cerca di starne fuori, ed è dunque costretto a farci i conti. Come si affrontano, quindi, situazioni tanto difficili come questa?

I tanti occhi di Belfast

In Belfast la vita si affronta con ironia, un tratto caratteriale tipico dei nordirlandesi, tanto negli adulti quanto nei bambini, un toccasana anche per l’intero girato che assume, quindi, un tono più gradevole senza cadere nel banale o nel superficiale. Portatori sani d’ironia sono i nonni che, grazie al loro amore e consigli, seppur a volte un po’ fuorvianti, sostengono nipoti e famiglia. Buddy in particolare riceve dal nonno suggerimenti, ma è anche una guida che, tra una risata e l’altra, gli pone domande importanti e lo porta a riflettere su quali siano i suoi sogni e desideri. In Belfast Kenneth Branagh costruisce in Buddy il suo alter ego mostrandoci un modo diverso di affrontare le difficoltà.

Appassionato di western, Buddy trova nel cinema il suo posto sicuro, tanto che anche la realtà ne assume i contorni; esplicito è il “duello” finale tra il padre di Buddy e Billy Clanton: schierati uno di fronte all’altro, alle spalle i propri eserciti e pochi minuti per stabilire il vincitore.

La vita va avanti, ma nessuno si tira indietro, anzi tutti dimostrano una grande forza d’animo: le mille soluzioni per pagare le bollette, dare supporto al nonno in ospedale, conquistare il banco libero della fila davanti per potersi sedere accanto alla bella Catherine, mentre fuori la paura, la violenza e la rabbia si riversano per strada.

Il teatro di Belfast

Belfast risente della forte esperienza teatrale di Branagh. Notiamo innanzitutto gli spazi: piccoli e pochi in quantità sono però perfetti per ricordare quel senso di unità familiare di cui trasuda il racconto. L’abitazione dei nonni paterni è un piccolo teatro: talmente piccola da poter sentire, od origliare, le conversazioni; non ci sono finestre e le scene si svolgono esattamente entro il campo visivo della macchina da presa.

In conclusione, Belfast non vuole solamente dare voce a fatti storici che rischiano di cadere nell’oblio, ma vuole rendere omaggio a una città che ha visto i suoi abitanti partire in cerca di una vita migliore, dare la loro vita, restare e resistere. Tutte scelte che necessitano di una grande forza d’animo e un profondo legame d’amore che unirà per sempre i suoi abitanti ad una città così unica.

Note positive

  • Lo studio della scenografia
  • Lo sviluppo della storia
  • I personaggi

Note negative

  • /
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Giulia Brambilla
Giulia Brambilla

Giulia, 22 anni.
Appassionata di arte fin da piccola, ho trovato nel cinema la mia dimensione. Studio Nuove Tecnologie dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

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