Black Panther (2018): La Marvel sbarca agli Oscar

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 Black Panther locandina film

Black Panther

Titolo originale: Black Panther

Anno: 2018

Paese: Stati Uniti d’America

Lingua: Inglese, Swahili,  Xhosa, Coreano

Genere: fantascienza, azione

Casa di Produzione: Marvel Studios

Durata: 2h 14m

Regia  Ryan Coogler

Sceneggiatura Ryan Coogler, Joe Robert Cole

Dop  Rachel Morrison

Montaggio Claudia Castello, Michael P. Shawver, Debbie Berman

Attori: Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Martin Freeman

Trama di Black Panther

T’Challa, dopo la morte del padre, ritorna nel paese nativo, Wakanda, per succedere al trono diventando il nuovo re e nuovo Black Panther. I suoi primi giorni da Re saranno tutt’altro che tranquilli. Un nemico farà ritorno a Wakanda per impossessarsi del trono, portando a galla degli antichi segreti. Il nuovo sovrano dovrà difendere il suo popolo dalla distruzione. 

Black Panther oscar 2019
Chadwick Boseman è Black Panther

Recensione di Black Panther

” Wakanda per sempre”

 cit. Black Panther

Era luglio del 1966 quando sulle pagine del fumetto (vol. 1 n. 52) de “I Fantastici Quattro”, pubblicato dalla Marvel Comics, comparve un nuovo super-eroe che si distaccava dalla “tradizione” per una sua caratteristica fisica: la carnagione della pelle.  In un periodo di forti proteste razziali in America (basti pensare che nel ’68 venne ucciso il paladino dei diritti dei cittadini afro-americani Martin Luther King) due menti geniali e con spirito innovativo, Stan Lee (scrittore) e Jack Kirby (disegnatore), hanno deciso di creare un paladino della giustizia per i più deboli e maltrattati, immettendolo nel luogo più povero al mondo: l’Africa.  Stan Lee situa in questo luogo di povertà la città di smeraldo, Il Wakanda, che rappresenta la città più forte e maggiormente evoluta dal punto di vista tecnologico di tutta la galassia.

Il fumetto è sicuramente rivoluzionario sotto molte chiavi di lettura e anche nel cinema è divenuto un film iniziatore. Black Panther è il primo lungometraggio con un supereroe a essere candidato agli oscar. La Marvel ha ottenuto con questa pellicola 7 nomination, compresa quella come miglior film.  Il personaggio di Black Panther è stato presentato dalla Marvel in altre due pellicole: Captain America (2016), Avengers: Infinity War (2018) 

La trama, in sé e per sé, è semplice come in ogni fumetto che si rispetti. Un nemico vuole conquistare il mondo ed un uomo, il nostro eroe, è destinato a salvarlo. Benché la storia sia facile non lo è assolutamente il modo in cui è narrata, soprattutto nei primi dieci minuti di film. 

Baba

Si figlio mio

Raccontami una storia

Quale?

La nostra storia

Millioni di anni fa, un meteorite composto di Vibranio, la sostanza più resistente dell’universo colpì il contenente dell’Africa, influenzando la vita dell’ambiente circostante

Black Panther
black panther
Il Wakanda – Black Panther

Il lungometraggio si apre con una spettacolare sequenza animata in cui viene spiegato, in maniera rapida e veloce, la storia del popolo del Wakanda sotto forma di racconto. ll monologo non è didascalico ma complesso e uno spettatore che non conosce la storia del supereroe può trovare difficoltà nell’entrare nella storia. Tale parte narrativa mette troppo in evidenza il tema del film. Nella seconda scena andiamo nel 1990, dove incontriamo alcuni personaggi di cui non ci è chiaro niente. Sappiamo che uno sta facendo qualcosa di negativo e deve essere riportato nel Wakanda per essere giustiziato. Tale sequenza rimane incomprensibile per parecchio tempo nel film creando confusione nello spettatore, che nelle scene successive vede comparire sullo schermo moltissimi personaggi sconosciuti e situazione variegate a cui non sappiamo dare un’identificazione.  

La storia diventa chiara, fin troppo, all’arrivo nella patria tecnologica. Da qui riusciamo a identificare una trama che ci permette di visionare con tranquillità un lungometraggio che alla fin fine, essendo della Marvel, è rivolto a un mero intrattenimento.  L’incipit e tema del lungometraggio di Ryan Coogler è molto semplice. Siamo in un mondo perfetto governato da un giusto monarca, il Black Panther. Il Wakanda sorge su un giacimento minerale di un metallo indistruttibile. Grazie a tale materiale hanno potuto compiere delle incredibili scoperte scientifiche che li hanno portati ad evolversi molto più rapidamente che nel resto del mondo. Ma se il monarca decidesse di aprire le porte al mondo esterno? Se decidesse di smetterla di essere un popolo segreto e iniziasse ad esportare le proprie conoscenze al di fuori del loro paese, le persone come reagirebbero? Userebbero la tecnologia per fare del bene o del male? 

Tutto il film gioca su questo contrasto di opinioni e lo stesso antagonista Erik Killmonger , pur errando nel modo di agire, non è un totale cattivo. Lui vuole solamente far conoscere al mondo esterno la tecnologia del Wakanda ma nel farlo vuole governare e distruggere tutti i nemici degli afro-americani, tutte quelle persone che hanno provocato del male ai suoi avi. Per fare ciò dovrà scatenare una guerra, convinto nella vittoria.

Killmonger pensa di essere uno dei buoni e per questo motivo è il miglior cattivo possibile. Un cattivo convinto di fare la cosa giusta. Michael possiede un grande carisma, il che risulta sempre d’aiuto per interpretare un’antagonista: anche nei momenti in cui mette in luce la sua natura violenta, il personaggio risulta comunque carismatico e questo è davvero interessante.

cit. Nate More

Lo stesso antagonista però cade in alcune contraddizioni: vuole trasformare il Wakanda in capitale del mondo e della tecnologia, vuole sottomettere ogni individuo alla loro forza ma allora perché distrugge l’unico elemento che rende il Black Panther il guerriero più forte di sempre?  Attraverso i dialoghi viene spesso e volentieri inserito il tema dello schiavismo che però resta sempre ai margini della narrazione, non servando in fin dei conti all’evoluzione narrativa. Il regista e sceneggiatore lo buttano nella mischia senza motivo. Mentre l’antagonista risulta tridimensionale, il nostro eroe non ha un vero carattere, agisce solo da eroe. Lui è spinto dal voler far del bene al mondo. T’Challa è un buono senza difetti. Il personaggio fa delle scoperte sul padre che lo portano a crearsi dei dubbi, che però sembra possedere dall’inizio; il suo conflitto interiore è debole e insignificante. T’Challa non avvia un mutamento interiore, rimane sé stesso dall’inizio alla fine e noi non proviamo mai compassione per lui, né empatia. 

Molto interessante è l’aver importato nel mondo super tecnologico del Black Phanter elementi rituali tipici delle tribù indigene. Questo è un tocco di classe che dà senso al luogo in cui si svolgono i fatti, che è impregnato di mitologia. Il mito, la tradizione e la cultura si mescolano alla scienza.  La trama e i personaggi non convincono pienamente dando un risultato di banalità, ma il montaggio ritmico, aiutato anche dai molti dialoghi, non annoia mettendo la giusta tensione che compensa alla mancanza di empatia verso i protagonisti del film. La nomination più giusta al film sarebbe stata agli effetti speciali, che però non ha ricevuto. Il mondo creato interamente con la computer grafica è fenomenale. Tutta l’ambientazione è realistica dando un tocco fondamentale alla riuscita del film. Tutte le scenografie del Wakanda sono state realizzate nei teatri di posa di Atlanta. Tali set comprendono il Wakandan Design Group, il consiglio del tribunale e l’antica sala del re.

Le dimensioni del set delle Warrior Falls erano di 36 metri per 22. Il set era alto 10 metri e il lago era rialzato di quasi 2 metri rispetto al pavimento. La parete rocciosa costruita dagli scenografi era alta 9 metri: questo ha fornito a Coogler e alla direttrice della fotografia Rachel Morrison la possibilità di girare le scene da qualsiasi angolazione immaginabile con ampi movimenti di macchina, riprendendo da vicino le scene d’azione nel Lago delle Sfide o realizzando panoramiche a volo d’uccello dall’alto. Sullo schermo l’intera parete rocciosa delle Warrior Falls sembrerà alta 30 metri grazie alla CGI che va a integrare il set costruito in studio

 cit. Pressbook “Balck Panther”

Note positive

  • La scenografia
  • Gli effetti speciali ben fatti
  • La regia
  • L’interpretazione attoriale


Note negative

  • La sceneggiatura del film banale
  • Aver semplificato troppo il tema, causando una perdita di tridimensionalità nei personaggi: i giusti sono i giusti, il cattivo è sempre cattivo
  • Si inizia con un linguaggio cinematografico complesso per poi cambiare registro narrativo banalizzando la storia. 
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2 commenti

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