Boogie Nights – L’Altra Hollywood: 33 centimetri di gloria

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Trailer ita di Bogie Nights – L’Altra Hollywood

Trama del film

San Fernando Valley, 1977. A due passi da Hollywood, ma non precisamente lì e non è un caso. Il piano sequenza di Paul Thomas Anderson (alle prese con la sua opera seconda dopo Sydney, 1996) ci trascina con forza dentro un locale notturno alla scoperta dell’epopea dell’industria pornografica degli anni ’70/’80. La scena continua senza tagli fino a quando Jack Horner, uno dei più illustri registi di film a luci rosse di quel periodo, nota la presenza di un lavapiatti che da lì a poco darà una svolta al suo lavoro, Eddie Adams.

Jack Horner e Eddie Adams in Boogie Nighta – L’Altra Hollywood

Recensione di Boogie Nighta – L’Altra Hollywood

Quella dipinta da Anderson, come sottolineato dal titolo italiano, è l’altra faccia di una Hollywood cinica, in cui troviamo una coralità di personaggi senza valori, un luogo dove tutti i problemi si curano con sesso e cocaina. Persino i legami più forti vengono messi in dubbio e cadono come le tessere di un domino. Enigmatico è sicuramente il caso Eddie Adams e del suo legame materno, da sempre burrascoso a causa dell’alcolismo. Una madre che piomba nella stanza del figlio denigrando il suo lavoro, la sua persona e strappando con forza i poster dei suoi idoli più ammirati, senza ascoltarlo, senza conoscerlo. Al padre invece viene riservata solo una misera inquadratura, quasi a voler sottolineare il suo disinteresse nei confronti dei cari, in un periodo storico in cui la figura patriarcale, in tutto il mondo, rappresentava ancora la figura del capo famiglia. Invece qui la sua assenza volontaria dimostra, non solo l’omissione di soccorso nei confronti di una moglie con un grave problema di dipendenza, ma la sua totale indifferenza per il futuro di un figlio, che di lì a poco se ne sarebbe andato, abbandonando per sempre le sue radici. Eddie seguirà ciò che reputa essere il suo futuro, cercando quella figura materna e paterna in Jack Horner e Amber Waves, forse le uniche persone a credere in lui, anche se solo per i suoi 33 centimetri. 

Boogie Nights - L'Altra Hollywood
Boogie Nights – L’Altra Hollywood

I temi evidenziati da Anderson

L’esaltazione delle maschere, è anche questo Boogie Nights, un mondo parallelo in cui Eddie Adams s’inventa Dirk Diggler e consegna la maschera di padre e madre a Jack e Amber, per colmare il vuoto lasciato da una famiglia forse mai considerata tale. C’è molto di più nel capolavoro del 1997 oltre all’esaltazione delle maschere, l’Hollywood a luci rosse di fine anni ’70 e inizio anni ’80 offre l’esorcizzazione del legame matrimoniale, la celebrazione dei vizi oltre che la dimostrazione di come questo ambiente riesca a eleggerti come suo re con la stessa velocità con cui ti risputa da dove sei venuto. Alcuni reggono il gioco, altri no e questo è il caso di Dirk Diggler e del suo ego smisurato: l’ambientamento in questa Hollywood avviene giorno dopo giorno, ma la cocaina con la quale cerca di annegare i suoi problemi rappresenta solo l’esaltazione di un vizio comune, che lo porterà alla caduta, perdendo i pochi punti di riferimento che si era creato. Medesima situazione creatasi per Little Bill: i continui tradimenti della moglie davanti agli occhi di tutti, lo umiliano, si sente un uomo inutile, irriso da tutti. Forse l’unico che può comprendere questa esorcizzazione matrimoniale e provare pietà per lui è lo spettatore. Purtroppo egli non regge questa situazione, sebbene si trovi nella zona a luci rosse della città, dove un semplice saluto è rappresentato da un bacio in bocca e una palpeggiata al sedere. Nell’ultimo giorno del ’79, quasi allo scoccare della mezzanotte, impugna la pistola deciso a farsi giustizia. L’immagine figurativa fotografata da Anderson qui, lascia a bocca aperta: l’uomo non chiede il divorzio alla moglie, non si allontana da lei, ma la priva della sua stessa vita, per essere certo che nessun altro uomo potrà metterle le mani addosso. Una volta realizzato il fatto che nemmeno lui potrà farlo, la raggiunge, infilandosi la pistola in bocca. Si arriva a un punto della narrazione in cui la coralità dei personaggi in scena comincia a distinguersi: ci sono coloro che amano Hollywood e altri che ne sono prigionieri e per Little Bill probabilmente quello era l’unico modo per evadere. Ci sono prigionieri felici, che accettano le regole, forse ingenuamente, come Amber Waves, madre divorziata che, perdendo l’affidamento del figlio a causa della tossicodipendenza si consola con 2 strisce.

La sovranità della debolezza dell’essere umano

Anderson ci mostra, la sovranità della debolezza dell’essere umano, capace di mandare in fumo la sua dote da 33 centimetri per un po di polvere bianca. Lo spettatore è il voyeur nella visione più assoluta, capace di guardare senza essere visto nella vita di tutti, in grado d’introdursi nel camerino di Diggler sul finale e di scoprire coi propri occhi la stella luminosa a cui tanto accenna il porno divo, prima che essa risplenda in scena.

Con lo stesso splendore possiamo definire la regia di questo dramma, con pochissimi tagli e molteplici piani sequenza a fare da cornice ad un vero e proprio genio del cinema, formatosi , cinematograficamente parlando, con la visione di tutti i film dei più grandi maestri, come Scorsese, Kubrick, Altman, Huston, Welles, ecc , i padri fondatori del cinema. Con le loro pellicole Anderson evolve, un pò come è costretto ad evolvere Jack Hormer nel suo film, all’imminente arrivo delle videocassette per una fruizione più personale del porno, distruggendo così, il sogno di elevare il cinema porno ad arte.

Con ben 3 nomination agli oscar e le congratulazioni da parte della critica Boogie Nights – L’altra Hollywood rappresenta uno dei migliori prodotti riusciti al regista californiano. Dal 1997 in poi dirigerà altri sei lungometraggi, implementando sempre di più i suoi piani sequenza e ottenendo due premi come miglior regia oltre che svariate nomination agli oscar.

Note positive

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Montaggio
  • Temi trattati

Note negative

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