Borat: Il politicamente scorretto… fatto bene

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Borat: Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione dal Kazakistan

Titolo originale: Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan

Anno: 2006

Paese: Regno Unito, Stati Uniti d’America

Genere: Commedia

Casa di produzione: 20th Century Fox, Dune Entertainment

Prodotto: Dan Mazer, Jay Roach

Durata: 1 hr 24 min (84 min)

Regia: Larry Charles

Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Anthony Hines, Todd Phillips, Peter Baynham, Dan Mazer

Montaggio: Craig Alpert, Peter Teschner, James Thomas

Dop: Luke Geissbuhler, Anthony Hardwick

Musiche: Erran Baron Cohen

Attori: Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Pamela Anderson, Luenell Campbell

Nel 2020, durante la pandemia per il coronavirus è uscita il seguito di Borat, denominato Borat 2 o Borat – Seguito di film cinema.

TRAMA DI BORAT

Borat Sagdiyev (Sacha Baron Coen) è un giornalista kazako superficiale e razzista, che proprio per tale caratteristiche induce tutti coloro che interagiscono con lui a mettere in luce i loro lati peggiori.

Incaricato di girare un documentario sui costumi degli USA, il protagonista vive avventure di ogni tipo, esilaranti e sul confine sottile che separa il politicamente scorretto dal cattivo gusto, arrivando addirittura a rapire una Pamela Anderson intenta a firmare autografi per i fan.

Sacha Baron Cohen in Borat
Una scena di Borat

RECENSIONE DI BORAT

Borat è basato sull’omonimo personaggio televisivo creato dall’attore Sacha Baron Cohen, tenutario di uno degli show televisivi più amati d’Inghilterra e già reduce del successo di Ali G, che però aveva il difetto di essere un grossolano potpourri di volgarità gratuite spesso idiote. La riuscita di Borat invece va imputata alla capacità degli sceneggiatori collaboratori di Baron Coen che, adattando il personaggio per il cinema, ne spremono fino al midollo tutto il potenziale per sottolineare l’ipocrita apertura mentale degli USA, da sempre terreno fertile per i più aspri conflitti culturali.

Borat è un sorprendente esperimento sociale meta-cinematografico mascherato da commedia, che vede il nostro baffuto eroe viaggiare per il paese per mettere a nudo una serie di intervistati, esponendo al ridicolo la loro intolleranza e la loro grettezza. Diretto da Larry Charles, il film trasuda volgarità da tutti i pori, mentre la storia è una ben congegnata e divertente vetrina per le gag. Gli incontri di Borat sono strutturati come candid camera in cui interlocutori non riescono a distinguere la realtà dalla finzione. Ed è proprio qui che emerge tutta l’intelligenza satirica di Baron Cohen nel prendere in giro universitari misogini o politici, grazie all’efficacia informale delle interviste.

Concepito in primo luogo per un pubblico più giovane, che avrà modo di riflettere sui concetti nascosti dietro la risata, Borat ha tutte le carte in regola per interessare pure un pubblico più adulto, dimostrando quanto il successo che lo show di Baron Cohen ha riscosso presso il pubblico inglese sia meritato. A patto che si riesca a chiudere un occhio sul cattivo gusto spinto di certe scene (in una particolarmente famosa, Borat porta a pranzo un sacchetto di feci davanti allo sguardo sconvolto dei presenti), Borat è una commedia apprezzabilissima, che colpisce nel segno.

LATI POSITIVI

  • L’originale l’impianto filmico a metà tra la commedia e il falso reportage.
  • La sapienza con cui l’indugio sulla volgarità consente alle gag di essere davvero divertenti e briose.
  • La bravura e l’intelligenza di Baron Cohen nel mettere a nudo le ipocrisie degli intervistati.
  • I risvolti che le interviste danno in pasto alla riflessione dello spettatore.

LATI NEGATIVI

  • Il cattivo gusto, davvero insistito, di alcune scene può rendere ostica la visione ad alcuni spettatori.
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