Boris – il film (2011): la spietata critica a un cinema senza ideali

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Boris - Il film locandina

Boris – Il Film

Titolo originale: Boris – Il Film

Anno: 2011

Paese: Italia

Genere: Commedia

Casa di produzioneWildside, Rai Cinema

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 1h e 48 min

Regia: Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo

Sceneggiatura: Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo

Fotografia: Mauro Marchetti

Montaggio: Massimiliano Feresin

Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia

Attori: Francesco Pannofino, Ninni Bruschetta, Alessandro Tiberi, Caterina Guzzanti, Paolo Calabresi, Antonio Catania, Alberto Di Stasio, Pietro Sermonti, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Carlo Luca De Ruggeri, Luca Amorosino, Giorgio Tirabassi, Carolina Crescentini, Claudio Gioè, Rosanna Gentili

Trailer italiano di Boris – Il film

Film del 2011, Boris – Il film si propone come il sequel/ adattamento cinematografico della celebre serie tv comedy andata in onda dal 2007 al 2010. Diretto da Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, così come la sua controparte televisiva, la pellicola, racconta la vita e la “sopravvivenza” di una sgangherata troupe televisiva impegnata nella realizzazione di prodotti di dubbia qualità. Fin dalla sua prima puntata, la vera potenza di un prodotto come Boris, è sempre stata quella di ridicolizzare un settore che, in Italia come in tutto il mondo, punta principalmente allo share e al guadagno e poco alla qualità e a ciò che vuole trasmettere. In vista dell’ uscita il prossimo anno della quarta stagione, non sembra una cattiva idea riprendere in mano un prodotto di questo tipo e capirne, finalmente, la vera filosofia.

Trama di Boris – Il film

Il regista televisivo Renè Ferretti e la sua sgangherata troupe sono impegnati nella realizzazione di una fiction incentrata sul giovane Papa Ratzinger. Dopo un violento e plateale litigio con la rete, il regista decide di abbandonare il progetto e, più in generale, il mondo della televisione. Mesi dopo, un Renè depresso e demotivato viene contattato dal suo storico direttore di produzione Sergio che gli comunica di aver ottenuto i diritti del celebre libro “La Casta”. Dopo anni passati a lavorare per la tv e produzioni minori i due sembrano intenzionati a sbancare il lunario realizzando un film “alla Gomorra”. Nonostante la buona volontà di entrambi, la realizzazione del progetto diventerà una vera e propria avventura. Tra problemi con le major, finanziamenti e disaccordi con la troupe, Renè sarà costretto ad “adattarsi” in maniera stravagante e fuori dalle righe a ciò che la rete chiede.

Boris - Il film
Boris – Il film

Recensione di Boris – Il film

Boris – Il Film, in maniera del tutto imprevedibile, è un film arrivato nel luogo giusto, al momento giusto. Nell’ Italia del 2011, sconvolta dal fenomeno del cinepanettone e fatta di un cinema in decisiva fase calante, Boris risulta essere una boccata d’area fresca in un contesto statico e costantemente ripetitivo. Fin dalla serie abbiamo visto come l’ obiettivo vero e proprio di un prodotto di questo tipo sia in realtà portare avanti una massiva e poco velata critica a un sistema caduto ormai in declino. La ridicolizzazione dei cinepanettoni e la volontà di Renè di realizzare un film colto, non fa altro che raccontare quello che per anni è stato il duopolio del cinema italiano: comicità scadente o sofisticato cinema d’autore? Attraverso le loro battute al vetriolo e sul filo del politicamente scorretto i sceneggiatori e registi Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo raccontano una realtà ed un modo di fare cinema che non esiste più. Il racconto satirico e indecente di una settima arte diventata schiava del guadagno.

Invettiva al cinema del consumo

L’ obiettivo della violenta critica di Boris diventa il cinepanettone, male incarnato del cinema italiano capace, ormai da quasi 30 anni, di trascinare al cinema milioni d’italiani. Questo genere diventa simbolo di un modo di fare cinema passivo, dedito principalmente al denaro e fatto da una comicità volgare, grossolana e che tende a “rendere positivi” personaggi incredibilmente negativi. Quello che viene criticato è un cinema che mette in secondo piano emozione e contenuto a favore di scarsa qualità e poca invettiva. Il tentativo di Renè, dopo aver fallito nel realizzare una nuova tv, è di dare luce a un nuovo cinema che renda Sorrentino e Garrone degli esempi, dei modelli perfetti da seguire. La realizzazione di un film che scandalizzi, che faccia pensare, diventa un modo per Renè per redimersi dalle sue colpe passate. Un sogno e una speranza che verranno inevitabilmente delusi da un sistema incapace di capire cosa vuol dire creare prodotti di una certa qualità.

Renè Ferretti in Boris - Il film
Renè Ferretti in Boris – Il film

Grandi guadagni per piccole perdite

Se da un lato Boris dalla resa cinematografica ne guadagna di approfondimento psicologico dei personaggi, dall’altro lato ne va irrimediabilmente a perdere. Il minutaggio di alcuni protagonisti risulta più che esiguo lasciando spazio però a una bellissima cura e analisi della psiche di alcuni di loro. A guadagnarci è sicuramente Renè, che risulta essere ancora più tratteggiato e curato per quanto riguarda il racconto di tutte le sue tecniche, fissazioni e idiosincrasie. Vanno a perderne inevitabilmente personaggi come Arianna, Alessandro e Stanis che diventano quasi marginali in vista di una macrotrama dedicata quasi totalmente all’approfondimento di Renè. Molto bella la caratterizzazione data a Duccio, direttore della fotografia che negli anni pare si sia quasi dimenticato come fare il suo mestiere. Inoltre, come non si può fare a meno di ridere dinanzi alle lezioni di cinema moderno date da Glauco (un fenomenale Giorgio Tirabassi) ai tre sceneggiatori?

Una metafora dell’ Italia moderna

Il mondo dello showbiz, in Boris – Il Film diventa la perfetta metafora di una nazione che (ancora oggi) è totalmente alla deriva. Tra raccomandazioni, lavoratori scansafatiche e vizi di vario tipo e genere, la pellicola (così come la serie) sembra una triste rappresentazione dell’ Italia. Gli occhi di Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo vedono in maniera cinica e disillusa una realtà (e di conseguenza un cinema) senza ideali e alcun tipo di spina dorsale. Dobbiamo comunque tener conto di un film risalente al 2011, periodo di massimo splendore di quel cinema commerciale di bassa lega e qualità. Non è mai facile portare su schermo un prodotto che ha raggiunto la sua massima popolarità in tv. Però, i ritmi di Boris, risultano essere più che adatti ai tempi cinematografici portando alla realizzazione di un film che scorre velocemente senza alcun particolare rallentamento di trama. Boris vuole far ridere, certo, ma diventa anche un modo per riflettere su tutto ciò che nel nostro paese non funziona.

Note positive

  • La feroce critica senza peli sulla lingua allo show business italiano
  • L’ intelligente e efficace ironia sui problemi dell’ Italia
  • Ottime interpretazioni
  • Buon approfondimento psicologico del protagonista

Note negative

  • Alcuni personaggi fondamentali della serie passano in secondo piano (Alessandro, Arianna e Stanis)
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