Braveheart: cuore impavido – il film che fece “quasi” ottenere l’indipendenza alla Scozia

Braveheart: cuore impavido locandina

Braveheart: cuore impavido

Titolo originale: Braveheart

Anno: 1995

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico, epico, biografico 

Durata: 2hr e 57 (177 min) 

Casa di produzione: Icon Productions, The Ladd Company

Prodotto da: Mel Gibson, Alan Ladd Jr., Bruce Davey

Regia: Mel Gibson

Sceneggiatura: Randall Wallace

Montaggio: Steven Rosenblum

Musiche: James Horner

Attori: Mel Gibson, Sophie Marceau, Patrick McGoohan, Brian Cox, Brendan Gleeson, Catherine McCormack

Trailer italiano del film

Pellicola nata dalla mente dello sceneggiatore Randall Wallece, prodotta dalla Icon Productions e dalla The Ladd Company, tratta la vita del celebre patriota scozzese William Wallace, divenne un enorme successo di critica e pubblico guadagnandosi il titolo di cult movie fin dalla sua uscita cinematografica avvenuta in America il 18 maggio 1995.

Questo enorme successo di Braveheart: cuore impavido creò un enorme senso di appartenenza da parte del popolo scozzese, che dopo l’uscita di questa pellicola si mobilitò in massa per poter ottenere l’indipendenza. Il tutto iniziò con il Referendum sulla devoluzione scozzese del 1997 (due anni dopo l’uscita del film) che portò alla nascita dell’attuale Parlamento scozzese con un voto favorevole del 74%. In seguito, nel 2014, vi fu poi la possibilità per la Scozia di ottenere la totale indipendenza statale, ma questa per non si verificò, in quanto il referendum vide la vittoria dei voti sfavorevoli per il 55%.

Resta però il fatto che quest’opera ebbe un tale impatto sul pubblico, in particolare sulle popolazioni protagoniste, che creò un vero e proprio movimento culturale in grado di cambiare gli assetti politici e la percezione della libertà da parte della popolazione scozzese.

Trama di Braveheart: cuore impavido

 Tutti moriremo, è solo una questione di quando e di come”

— William Wallace

Scozia, XIII secolo, in un ambiente ostile e oppresso a causa della regnanza e del dominio da parte degli inglesi capeggiati dal Re Edoardo I Plantageneto (Patrick McGoohan), un giovane ragazzo di nome William Wallace (Mel Gibson) vive assieme a suo padre Malcom e suo fratello Jhon in una piccola fattoria nelle campagne scozzesi, ma ben presto la vita darà un brutto colpo al giovane William, infatti suo fratello e suo padre verranno uccisi durante un imboscata organizzata dagli Inglesi. Durante i funerale il giovane orfano incontra per la prima volta Murron (Catherine McCormack), una piccola bambina che gli dona un fiore in segno del proprio affetto per il lutto subito.

Terminati i funerali il giovane William, ora affidato allo zio Argyle (Brian Cox), parte per un lungo viaggio nel continente europeo, dove apprenderà il latino, il francese e l’arte del combattimento con la spada.

Circa vent’anni dopo William decide di fare ritorno in Scozia, qui rincontra i suoi vecchi amici e conoscenti, tra cui Murron. Tra i due scoppia subito l’amore e nel giro di poco tempo decidono di sposarsi in segreto, per evitare che la giovane sposa debba essere ceduta ad un ricco signore inglese a causa dello ius prime noctis. Per i due l’amore però non è destinato a durare, poco dopo il loro matrimonio la giovane ragazza subirà prima una tentata violenza, scampata grazie al tempestivo salvataggio di William, per poi essere catturata e uccisa dalle milizie inglesi. Questo gesto scaturirà un grido di rivolta e vendetta nel popolo scozzese che, capeggiati dal condottiero William Wallace, colpirà duramente il popolo inglese e restituirà una libertà che ormai da decenni era stata desiderata ma mai ottenuta.

Recensione di Braveheart: cuore impavido

“Nell’anno del Signore, 1314, patrioti scozzesi, affamati e soverchiati nel numero, sfidarono il campo di Bannockburn. Si batterono come poeti guerrieri. Si batterono come scozzesi. E si guadagnarono la libertà”

— Voce fuori campo

Nato da un idea di Randall Wallace, che in vacanza in Scozia vide una statua del condottiero, il film racconta una storia che ha come base la ricerca della libertà da parte di un popolo oppresso dalla tirannia, di un popolo stanco e distrutto che cerca di risollevarsi guidato da un grido di battaglia e vendetta. Mel Gibson, che teneva particolarmente a quest’opera viste le sue origini scozzesi, realizza dal punto di vista tecnico uno dei migliori colossal degli anni novanta, vantando di un budget notevole, circa 75 milioni di dollari, grazie a cui è stato possibile ricreare in modo ottimale i villaggi, le fortezze, i vestiari tipici del medioevo. Le battaglie sono registicamente maestose e potenti, ben dirette, realizzate con migliaia di comparse, numerose frecce e altre armi realizzate da fabbri professionisti. La stessa fotografia di John Toll si dimostrta veramente notevole, caratterizzata da colori molto freddi che seguono il clima della Gran Bretagna; il tutto arricchito dalla colonna sonora di James Horner, caratterizzata dall’ampio utilizzo delle cornamuse irlandesi che danno un tocco molto particolare alla pellicola, e gli dà un impronta estremamente nazionale.

Nonostante le note positive sopracitate, il film risulta essere una moneta a due facce. Se da un punto di vista tecnico, il film è poco criticabile non si può dire lo stesso della sceneggiatura, in cui la narrazione non riesce a seguire il vero storico riguardo al reale percorso biografico dei protagonisti. Infatti William Wallace viene presentato come un uomo nobile, privo di macchia mentre le fonti storiche lo paragonano ad un uomo disposto a tutto, anche a massacrare interi villaggi; anche la morte del Re Edoardo I non avviene nel modo e nel momento citato del film, inoltre Edoardo II non era omosessuale, come invece viene riportato da Gibson. E queste sono solo alcune delle inesattezze storiche presenti nel film.

Da un punto di vista narrativo il film segue un percorso abbastanza rettilineo e solido, fino a quando la Principessa Isabella, interpretata da Sophie Marceau, si innamora del protagonista e tra i due inizia una storia d’amore. La storia infatti sembra perdere di vista il tema centrale spostandosi su un sentimentalismo stucchevole e poco produttivo, utilizzato probabilmente dagli sceneggiatori per attirare nelle sale un maggior numero di spettatrici. Non tutti i personaggi risultano essere ben scritti, vedi la Principessa Isabella, ed a molti di questi viene lasciato un ruolo molto marginale. Buone, ma non memorabili, le interpretazioni attoriali.

Nonostante tutto, il film vincitore di cinque Premi Oscar (Miglior film, regia, fotografia, trucco, montaggio sonoro) e 13° miglior incasso del 1995, già al momento della sua uscita è subito entrato nel cuore degli spettatori, diventando presto un cult citato, e ricordato da milioni di persone in tutto il mondo.

Note positive

  • Le battaglie presenti
  • Colonna sonora
  • Fotografia
  • Trucco e costumi
  • L’influenza del film sul pensiero popolare, segno di quanto il mezzo cinematografico sia potente e diretto

Note negative

  • Il film non segue fedelmente le vicende storiche
  • Alcuni parti delle sceneggiatura, che danno lentezza al film
  • Alcune interpretazioni attoriali sotto tono

Un commento

  1. Non sono oggettiva, lo premetto, perchè qui si tratta del mio film preferito in assoluto (e non sono nemmeno lontanamente scozzese!). Hai sicuramente ragione sul rispetto della verità storia, ma si tratta pur sempre di una versione romanzata della realtà (come spesso accade in film e libri) e c’è da dire che il film è piuttosto lungo, è vero. Però penso davvero che sia uno dei migliori film in quanto a capacità di ispirare le persone a lottare per i propri ideali, che riguardino l’indipendenza di una nazione o qualsiasi altra cosa: dà speranza, coraggio, motivazione, e soprattutto insegna ad apprezzare la vità e la libertà…e dimmi se è poco!

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