Captain Fantastic (2016): un altro modello sociale

Captain Fantastic - Un altro modello sociale4

Captain Fantasti

Titolo originale:  Captain Fantastic 

Anno: 2016

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico

Produzione: Electric City Entertainment, ShivHans Pictures

Distribuzione: Good Films

Durata: 118 min

Regia: Matt Ross

Sceneggiatura: Matt Ross

Fotografia: Stéphane Fontaine

Montaggio: Joseph Krings

Musiche: Alex Somers

Attori: Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Kathryn Hahn, Frank Langella

Trailer di Captain Fantastic

Se credi che non ci sia speranza, farai in modo che non esista alcuna speranza. Se credi ci sia un istinto verso la libertà, farai in modo che le cose possano cambiare ed è possibile che tu possa contribuire a creare un mondo migliore”

(cit. Captain Fantastic)

Trama di Captain Fantastic

Viggo Mortensen, alias Aragorn, re di Gondor nella trilogia del Signore degli Anelli firmata Peter Jackson, veste i panni di Ben, anticonformista e filo-marxista, che decide insieme alla moglie, di crescere i suoi sei figli nella natura selvaggia, tra i boschi dello stato di Washington, stile Into the Wild” per intenderci.

I giovani Cash crescono forti, eccentrici e con un pensiero che travalica le dottrine accademiche, ma in seguito al suicidio della moglie, insieme alla sua “tribù”, l’uomo deciderà di intraprendere un’odissea per giungere al suo funerale, che lo costringerà allo scontro con la civiltà contemporanea.

Captain Fantastic la recensione dell'occhio del cineasta
Captain Fantastic – Scena film

Recensione di Captain Fantastic

Anche se superassero tutte le prove a cui li sottoponi, sarebbero comunque impreparati al mondo reale. – Io invece ritengo il contrario, i nostri figli potrebbero diventare re e filosofi, e questo mi rende felice

Captain Fantastic

La pellicola, con la regia di Matt Ross, uscita nelle sale nel 2016, appare come una tragicommedia dal retrogusto politico e dissacrante. La realtà idilliaca in cui vive la famiglia Cash, appare per certi versi un ritorno allo stato di natura, solo ipotizzato da Rousseau, e al contempo una rottura con la civiltà, mai conosciuta dai figli di Ben. Ciò che per lui risulta essere una scelta di vita, appare ai figli come un’imposizione, ritrovandosi così a vivere la scelta di qualcun altro. All’interno della piccola comunità Cash regna la più pura equità sociale ed è del tutto assente la dimensione feticista dell’avere, elemento essenziale del capitalismo occidentale.

La giornata è scandita da gesti quotidiani tipici di una perfetta società tribale: raccolto, caccia, addestramento. Sotto la guida del padre ogni membro ha una specifica mansione per il benessere della comunità e per la propria crescita intellettuale; letture come Dostoevskij, Trockij, Marx ed Einstein divengono pane  quotidiano per i piccoli Cash, che divorano senza sosta i più grandi capolavori della letteratura mondiale, senza aver mai messo piede fuori dal loro paradiso naturale.

L’incontro con il mondo esterno, viene visto così dai figli di Ben con disprezzo, ma anche con interesse; il realizzarsi di tutte le critiche paterne, e allo stesso tempo, la consapevolezza che esiste una costellazione di realtà, a cui non hanno mai avuto accesso.

“Papà, che cos’è la Coca-Cola?”

“Acqua avvelenata”

Captain Fantastic

“Captain Fantastic” rappresenta la realizzazione di un’utopia secolare, quella di un ritorno a uno stato che Freud definì “pre -civilizzato”, in cui l’uomo non venga ostacolato dal vacuo consumismo e dall’oppressione dei propri istinti, ma venga lasciato libero come in uno stato preadamitico.

La pellicola porta con sé anche due metodi educativi diametralmente opposti. Uno inserito pienamente nella società contemporanea, quello dei suoceri del nostro Ben e delle rigide regole morali – cristiane, ed un altro invece lontano anni luce dal presente, in un tempo liquido, senza confini, in cui ci si dedica, con metodi rigorosi, e talvolta tribali, a temprare carattere e spirito.

“Ho fatto un errore bellissimo ma un errore. E io lo sapevo…”

Captain Fantastic
Captain Fantastic la recensione dell'occhio del cineasta 2
Fotogramma di Captain Fantastic

In conclusione

Note positive

  • La capacità di un personaggio tribale e pseudo-dittatoriale come Ben, di scendere parzialmente a compromessi con la società, per il benessere dei suoi figli.
  • La delicatezza e al contempo la crudezza con cui si racconta un tema delicato come la morte della madre.
  • Film dotato d’una sensibilità poetica, riscontrabile nelle scelte musicali del regista.

Note negative

  • La lotta di Ben contro ogni forma d’influenza da parte della società, almeno nella parte iniziale della pellicola, lo inserisce in una dimensione ambigua: tra eroe indiscusso e antagonista silenzioso.
  • Nota negativa per tutti i fan del MCU (Marvel Cinematic Universe), ingannati dal titolo: Non si tratta d’un eroe in calzamaglia.

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