Carnival Row 2 (2023): fantasy inclusivo in salsa vittoriana

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Trailer di Carnival Row 2

Carnival Row, serie fantasy – dramma orginal di Amazon Studios e Legendary Television con Orlando Bloom e Cara Delevingne, giunge con la sua seconda stagione alla conclusione. La serie sarà disponibile su Prime Video dal 17 febbraio 2023 con dieci episodi, rilasciati settimanalmente in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi, dopo quasi tre anni dall’uscita della prima stagione avvenuta il 30 agosto 2019. . Gli executive producers della serie sono lo showrunner Erik Oleson (Marvel’s Daredevil, The Man in the High Castle), Orlando Bloom, Cara Delevingne, Brad Van Arragon (Yellowjackets), Sarah Byrd (L’Alienista, Strange Angel), Jim Dunn (Marvel’s Daredevil, Haven), Sam Ernst (Marvel’s Daredevil, Haven), Wesley Strick (The Man in the High Castle) e Travis Beacham (Pacific Rim, Scontro tra Titan). Nel 2005, “A Killing on Carnival Row” di Beacham, su cui si basa il progetto, è apparso nella primissima edizione di The Black List.

Trama di Carnival Row (seconda stagione)

In un mondo fantastico in cui umani e creature si scontrano, la seconda stagione di Carnival Row riprende con l’ex ispettore Rycroft Philostrate – Philo (Orlando Bloom) impegnato in un’indagine su una serie di omicidi raccapriccianti che alimentano tensioni sociali. Vignette Stonemoss (Cara Delevingne) e i Black Raven tramano vendetta per l’ingiusta oppressione inflitta dai leader umani di The Burgue, Jonah Breakspear (Arty Froushan) e Sophie Longerbane (Caroline Ford). Tourmaline (Karla Crome) eredita poteri soprannaturali che compromettono il suo destino e il futuro di The Row. Dopo essere fuggita da The Burgue e dal suo vendicativo fratello Ezra (Andrew Gower), Imogen Spurnrose (Tamzin Merchant) e il suo partner Agreus Astrayon (David Gyasi) dovranno affrontare una nuova società radicale che sconvolge i loro piani. Con umani e fate divisi e la libertà in gioco, ogni eroe dovrà affrontare dilemmi impossibili e prove che tempreranno l’anima nell’epica conclusione di Carnival Row.

Cara Delevingne è Vignette Stonemos in Carnival Row 2
Cara Delevingne è Vignette Stonemos in Carnival Row 2

Recensione di Carnival Row

L’opera fantasy ha avuto sovente il compito di far rivivere al lettore/spettatore, luoghi esotici e lontani dalla realtà: luoghi popolati da principesse, maghi e creature fantastiche. Solitamente il fantasy vuol ricreare atmosfere di una qualche epoca medioevale. In Carnival Row, invece, la vicenda è ambientata nella città immaginaria chiamata Burgue che riecheggia la Londra di fine Ottocento, con le sue fabbriche fumanti: in Carnival Row, la fabbrica è il luogo di  un falso affrancamento, luogo dove i fauni/fatati (e altre” genie modificate”) vengono schiavizzati. A testimonianza di una commistione di generi e di stili, l’ambientazione fantasy, un po’ gotica e un po’ noir, di Carnival Row, è attraversata da tratti “futuristici” e addirittura fumettistici (si pensi al treno a vapore che passa sulla soprelevata che ricorda il treno di Gotham City).

Una dimensione  dittatoriale  in miniatura.

Senza far operazioni sociologiche, nella seconda stagione, si ribadisce la divisione tra potenti e minoranze: come fosse una dimensione dittatoriale in miniatura,  si innalzano i reticolati di un sinistro “ghetto“ destinato alle creature considerate di razza inferiore: dai fatati alati ai fauni, ai metà uomo/ metà cavallo. Anche qui, la simbologia orrifica (che riporta alla mente le immagini ben più tragiche dei film sull’Olocausto) è lasciata a se stessa, come se fosse depotenziata, eppure non lo è. In questa nazione – città dove tutto avviene simultaneamente, implodono conflitti sia dall’interno(come la rivoluzioni dei “diversi”) che dall’esterno: l’altra umanità del Patto, incombe guerrafondaia. Elementi così intrinsecamente forti, sono alla fine utilizzati come “décor narrativo“.

Fotogramma di Carnival Row 2
Fotogramma di Carnival Row 2

Il potere e le donne

Nella seconda stagione di Carnival Row , archiviati i personaggi delle donne al potere, le antagoniste guidano la rivolta: se nella prima stagione c’era Dahlia (una fatata noir che ricorda molto una crudele donna-vampiro di The Twilight Saga) nella seconda la guida del Corvo Nero passa a Vignette (una multiforme Cara Delevingne).Tra una dichiarazione patriottica e l’altra Vignette compie attentati assieme ai suoi compagni fatati. Cosa farà Vignette quando dovrà scegliere tra la sua natura passionaria e i suoi amori Rycroft Philostrate (lo straripante Orlando Bloom) e Tourmaline Larou (bravissima Karla Crome).

L’altro personaggio femminile di rilievo è la bionda Imogen Spurnrose (intensa Tamzin Merchant) che cerca di affrancarsi dal potere maschilista/borghese e fauno-fobico della città natale. In fuga dal razzismo nei confronti del suo amato fauno  Agreus Astrayon (un eccellente David Gyas)ha il difficile compito di mediare fra il mondo degli “umani” e quello dei “diversi”: anche lei come Vignette, dovrà fare una scelta tra la visione reazionaria e fobica del fratello Ezra Spurnrose (un ispirato Andrew Gower)e la scelta “progressista” del suo amore proibito. La fuga dei due amanti verso un luogo esotico (tal “Ragusa”) potrebbe in apparenza rivelarsi come punto di forza della sceneggiatura, dando maggior respiro alla trama. Tuttavia in questo fantomatico luogo di pace e  solidarietà (dove vengono sottratti “solo”i beni  del ricco fauno Agreus Astrayon) spadroneggiano pseudo rivoluzionari abbigliati alla “cubana” (chiaro riferimento alla fine del socialismo reale, nel mondo occidentale?). Altro elemento storico-simbolico, di enorme significato, depotenziato e sacrificato, sull’altare di un fantasy, sempre più inclusivo.

Scena di Carnival Row 2
Scena di Carnival Row 2

Gli interni e gli esterni: atmosfere.

In Carnival Row gli interni del palazzo del potere sono caratterizzati da un uso prolungato del blu di prussia e da una geometria esasperante (che strizza l’occhio al tema dell’architettura del regime) che si contrappone alla scenografia volutamente caotica e medievaleggiante del ghetto. Negli esterni notturni, la pioggia e le investigazioni di Rycroft Philostrate (veri topos dei romanzi alla Sherlock Holmes) preparano il terreno all’evoluzione del personaggio del serial killer: se nella prima serie il killer era un uomo, nella seconda  prende la  mostruosità prende il sopravvento. Il micro universo degli uomini e non è minacciato da creature bestiali, frutto di mutazioni “genetiche” originate dagli atti magici dell’ aruspice/maga/medium. Entità spaventevoli, dedite al male e agli squartamenti: a metà strada tra i delitti dello Squartatore e le creature multifunzionali ( nelle varie declinazioni di “Alien”).

I due eroi non risolti.

Nella seconda stagione, i due protagonisti, Vignette e Rycroft Philostrate, svolgono due funzioni opposte, diverse. La prima non può permettersi di amare Philo perché troppo impegnata a difendere la rivoluzione e il secondo, tra una ricerca di se tesso e l’altra (sono umano, non sono solo umano) deve fare da filtro tra il potere dei suoi ex camerati poliziotti e i “diversi”. I due eroi sembrano risolti, ma non è così. Ciò che appariva più fluido e delineato nella prima stagione, risulta meno nella seconda. Non è detto che ciò sia un aspetto negativo.

Le invenzioni come metafora della nascita della modernità e del cinema?

Il  dirigibile con le mitragliatrici, la scoperta dell’elettricità come meraviglia e riscatto dei diversi:  il progresso non è una chimera, del resto  la parola progressista  viene citata più volte dai protagonisti.

In conclusione

In linea generale nella seconda stagione della serie tv Carnival Row, l’interpretazione attoriale, la fotografia e il plot sono ancora punti di forza, come già nella serie precedente. Tuttavia in questa seconda serie, si manifesta una qualche disomogeneità nello stile filmico. I nuovi episodi comunque sono convincenti ed maggiormente “inclusivi”.

Note positive

  • Interpretazione attoriale
  • Soggetto
  • Fotografia

Note negative

  • Regia di alcuni episodi
  • Narrazione troppo prevedibile di alcuni temi storico sociali
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