Civiltà perduta: Sfidare la giungla per trovare sé stessi

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Civiltà perduta

Titolo originale: The Lost City of Z

Anno: 2016

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drammatico, Avventura

Durata: 2 hr 20 min

Casa di produzione: MICA Entertainment, MadRiver Pictures, Plan B Entertainment

Prodotto da: Brad Pitt, Dede Gardner, Dale Armin Johnson, Anthony Katagas, Jeremy Kleiner

Regia: James Gray

Sceneggiatura: James Gray

Montaggio: John Axelrad

Dop: Darius Khondji

Musiche: Christopher Spelman

Attori: Charlie Hunnam, Robert Pattinson, Sienna Miller, Tom Holland, Angus Macfadyen, Edward Ashley, Ian McDiarmid, Clive Francis, Franco Nero

Trailer italiano di Civiltà Perduta

Trama di Civiltà perduta

Anni Venti. L’ambizioso ufficiale britannico Percy Fawcett (Charlie Hunnam) vuole dare una svolta alla sua carriera militare impantanata e decide di avventurarsi in Amazzonia assieme al caporale Henry Costin (Robert Pattinson). Qui scopre le rovine della civiltà di Z, e da lì il sogno diventa ossessione.

Negli anni successivi, l’uomo tornerà spesso nella giungla, e sarà costretto ad affrontare mille impensabili difficoltà, dallo scetticismo della comunità scientifica alla lontananza dalla moglie Nina (Sienna Miller).

Recensione di Civiltà Perduta

Civiltà Perduta è un film del 2016 scritto e diretto dal James Gray di Ad Astra e tratto dal romanzo bestseller Z, la città perduta di David Grann. Racconto della vera storia dell’esploratore Percy Fawcett, il lungometraggio ha come muse ispiratrici Werner Herzog (Aguirre e Fitzcarraldo) e il Coppola di Apocalypse Now; ma se il risultato è ben lontano da quei magistrali e alienanti caposaldi della Settima Arte, dove l’opera di Gray si lascia ammirare è nell’approccio personale del regista alla materia.

Usando Percy Fawcett come punto di partenza, Gray narra abilmente la classica divisione tra la civiltà occidentale e la giungla amazzonica, e il viaggio costituisce il dinamico arco narrativo in cui la brama di fama e gloria muta in soddisfazione per l’esplorazione disinteressata, man mano che ci si addentra nella giungla. La sfida alla natura, insomma, evolve in visionaria ricerca di sé stessi.

Visivamente accattivante e attento a delineare Fawcett in maniera differente dall’ambizione folle del conquistatore Aguirre o dallo smarrimento allucinato del Willard di Apocalypse Now, il film di Gray è una vera e propria scommessa vinta.

Civilità perduta è un kolossal vecchio stampo, dettato da ritmi lenti capaci però di sprigionare il pathos richiesto dalla vicenda. Vicenda che trova in Charlie Hunnam l’interprete perfetto della sete di conoscenza del protagonista, il cui entusiasmo sfonda la quarta parete e si fa palpabile. Il direttore della fotografia Darius Khondji (Se7en) e Gray inquadrano composizioni attente ai cromatismi e all’uso della luce rarefatta, aiutando il racconto ad ancorarsi a un realismo visivo che guarda alla pittura del tempo.

Dovendo fare i conti con la veridicità dei fatti (l’ultima spedizione di Fawcett assieme al figlio è scomparsa nel nulla), il finale gioca la carta del simbolismo, evitando forzature e moralismi. Se non ci si lascia intimorire dalle sue due ore e mezza, Civilità perduta si lascerà gustare per il film maturo e appassionante che è, diretto con passione e realismo da un regista da seguire e supportare.

NOTE POSITIVE

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Attori
  • Fotografia

NOTE NEGATIVE

  • Niente di nuovo sul fronte tematico
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