Conferenza stampa della serie Rai Black Out – Vite sospese (2023)

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Black Out è un mistery-drama ambientato in alta quota. È un racconto spettacolare, fatto di suspence, ma anche di sentimenti e umanità. I protagonisti sono i clienti di un lussuoso albergo in un piccolo ed esclusivo polo sciistico. Quando la terra trema e il distacco di un’imponente slavina isola la valle e impedisce i soccorsi possibili dall’unico passo che la collega con il resto del mondo, in quella che avrebbe dovuto essere una piacevole vacanza, restano intrappolati personaggi con segreti da nascondere, identità celate e ambigui professionisti pronti a tutto. Tra di loro c’è anche un assassino.

Il 18 gennaio alle ore 12 presso la sede Rai, Viale Mazzini 14 – Roma si è tenuta la conferenza stampa, a cui hanno partecipato: Maria Pia Ammirati – Direttore Rai Fiction, Luca Barbareschi – Produttore Eliseo entertainment, Riccardo Donna – Regista, Valerio D’Annunzio – Headwriter, Alessandro Preziosi, Rike Schmid, Marco Rossetti, Aurora Ruffino, Caterina Shulha.

Maria Pia Ammirati: Questa è una storia nuova, abbiamo cominciato bene quest’anno con tante storie, ma questa è ancora un pezzettino diversa dal resto che vi proponiamo. Intanto partiamo da un caso, da un grande evento, da destini incrociati, ecco tornerei a Calvino per destini incrociati, vado un po’ sul sentiero di questi destini che ci trovano in un luogo, i nostri luoghi esplorati sono tantissimi ed esploriamo tutta l’Italia, siamo in montagna ora, nel Trentino, nelle valli meravigliose del Trentino, con la neve, quindi con una situazione climatica diversa e tutto inizia con un evento drammatico.

Che cos’è questa fiction? Indubbiamente è stata definita come un mystery, lo è, è un mystery relazionare dove i destini incrociati mettono insieme tante persone dove le dividono e le ricompongono. Noi purtroppo abbiamo un paese molto fragile per molti versi quindi quando vedremo la prima puntata, vedremo soprattutto anche le nostre debolezze e quindi capiremo come la natura, ancora una volta risulti importante. Questo è uno dei grandi temi di questa serie, come la natura deva essere rispettata in maniera profonda, ecco perché mi piace questo nuovo racconto che non solo è un racconto diverso, quindi parliamo di un mystery al limite del distopico, e poi insieme a questi temi e grandi generi andiamo a parlare di cosa sia la natura, il caso, di che cos’è un mondo che pensiamo di conoscere ma che invece è infinito e che ci dà tante possibilità di esplorazione ma anche tanti problemi e drammi. Dall’evento passeremo all’isolamento, dall’isolamento parleremo delle relazioni tra persone e poi di questo rapporto straordinario tra individuo e natura.

Luca Barbareschi:  Innanzitutto un ringraziamento alla Trentino Film Commission, perché hanno fatto miracoli, dato che è stato un inverno senza neve. Quindi devo dire che è stata una Film Commission particolarmente attiva perché hanno portato la neve anche dove non c’era, poi appena abbiamo finito a Luglio ha nevicato. Black out è una grande sfida di genere, perché noi siamo su Rai 1 e immettiamo nel palinsesto un qualcosa di più complesso di quello che in genere è la narrazione classica di Rai 1, per cui lo sforzo è anche quella di andare a prendere una fetta nuova di pubblico, quella dello streaming. Questa è una sfida importante.

Michele Zatta: Vorrei in qualche modo ringraziare gli scrittori, perché non c’è una grande storia senza dei grandi scrittori. Questa storia l’abbiamo iniziata a lavorarci a fine 2019 e molti di voi ricordano cosa sia successo in quel tempo, con Wuhan, l’avvento del covid. Noi ci siamo chiesti: se noi raccontassimo l’avvento di qualcosa che cambia la vita per sempre a tutti, questo potrebbe essere una cosa molto interessante e attuale. Come sapete la scrittura è molto lunga, dura anni, ed effettivamente partendo da questo presupposto abbiamo intrecciato e incontrato altre cose nel nostro cammino. Vi faccio un piccolo spoiler: alla fine della prima serata entrerà in scena un elicottero russo, molto prima che il 24 febbraio 2022 scoppiasse la guerra, e come se questa serie l’avessimo scritto con una sfera di cristallo accanto.  

Riccardo Donna: Quando Luca mi ha chiamato per dirigere questo progetto avevo intuito che non sarebbe stato facile, poi dopo aver letto la sceneggiatura l’ho pensato ancora di più. Noi nel cinema temiamo varie cose: le barche, i bambini e gli animali, io aggiungere la neve, perché è assolutamente incontrollabile. Abbiamo fatto dei sopralluoghi in cui la neve c’era, e poi quando si doveva girare lì non c’era più. Quindi abbiamo preso delle decisioni molto drastiche e rapide nell’arco di 48h e abbiamo cambiato tutto. Siamo andati a girare dove c’era la neve e un po’ dove non c’era facendo finta che c’era. Questo però è dietro, ciò che conta è il risultato e la fiction è piena di neve, quindi vuol dire che ci siamo riusciti. Abbiamo avuto tutti molta forza e pazienza perché lavorare al freddo non è facile, ma gli attori mi sono venuti dietro come una vera famiglia. Al cinema, un film come Black Out in Italia non sarebbe neppure preso in considerazione, mentre la televisione ti permette di realizzare anche prodotti di questo tipo.

Valerio D’Annunzio (capo squadra sceneggiatori): Black Out punta sulla creazione di un intreccio di elementi di mistero e di tensione, puntando moltissimo sulle relazioni, sui caratteri, sui sentimenti e sul calore. In questo mi riallaccio a ciò che ha detto Michele, anche alla luce che noi abbiamo provato in quei lunghi mesi d’isolamento che sembravano anni. È un racconto MultiStrend che ha come faro e come guida i sentimenti e le relazioni. Non è stato semplice trovare il giusto bilanciamento per cercare il più possibile di rimanere rivolti a un pubblico generalista e inserire, contemporaneamente, però anche elementi di genere. Inoltre vorrei ricordare Michelangelo La Neve che è colui che ha creato la prima scintilla di questo racconto ma che oggi non può esserci perché non è più tra noi. Spero che questo racconto sia anche una dedica a lui.

Alessandro Preziosi alla conferenza stampa di Black Out - Voci Sospese - Rai
Alessandro Preziosi alla conferenza stampa di Black Out – Voci Sospese – Rai

Alessandro Preziosi: è stata un’avventura nell’avventura, una delle pochissime occasioni lavorativamente di condividere le varie fasi di scrittura e di definizione dei vari passaggi tra puntata e puntata, o forse mi è stata data l’illusione di ciò. È stato bellissimo entrare dentro questa grande famiglia che Luca Barbareschi riesce a creare intorno al front man, che è l’attore, che poi finalizza il lavoro fatto da tantissime persone. Noi attori abbiamo condiviso grandi intimità sia a livello lavorativo che personale ed è stata un esperienza che sono curioso di vedere, so come è andata a finire, ma è stato interessante vedere come la natura ti offre sempre una seconda possibilità, la natura intesa come vita, come circostanze, una malattia, una calamità, una disavventura, un lutto. La natura le mette tutte insieme queste incognite ed è stata personalmente una delle esperienze più difficili e costruttive perché non mi è mai capitato di stare tredici mesi lontano da un mondo normale, perché dove eravamo noi non c’era niente.

Aurora Ruffino: Lidia, il mio personaggio, dopo la valanga, rimane l’unica figura che rappresenta le forze dell’ordine perché il maresciallo viene a mancare dopo questa catastrofe. Lei è un personaggio molto complesso, che ho molto apprezzato già dopo aver letto le prime sceneggiature. Vive una trasformazione totale, inizia come una ragazza semplice e ingenua, come una carabiniera che ha sempre avuto a che fare con cose piccole, ed è inconsapevole di chi sia veramente. Si è trovata a fare questo lavoro più per compiacimento delle persone che amava che per passione e proprio il giorno della valanga viene a scoprire cose importanti, quindi vive un primo shock personale poi subisce un secondo shock con l’avvento della catastrofe e poi perde la vita il maresciallo, terzo shock. Rimane da sola a gestire una situazione così complicata e subisce la pressione di tutte le persone che si riferiscono a lei per trovare delle soluzioni, ma lei non è in grado di affrontare una situazione del genere e in tutto ciò deve affrontare la sua situazione personale che la porta a vivere una crisi esistenziale molto forte, tanto da ritenersi una nullità, ma toccando proprio il fondo lei piano piano riuscirà a risalire.

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