Conferenza stampa di presentazione del Trieste Film Festival in Tour, edizione 2021/22

Condividi su

Dopo un anno di assenza ritorna il Tour del Trieste Film Festival che porta nelle sale d’Italia il meglio della 32° e della 33° edizione della manifestazione triestina, che mai come prima dona uno sguardo stringente sull’attualità dell’Europa centro – orientale. I film saranno disponibili solo in alcuni cinema e in versione sottotitolata in italiano dando la possibilità di visionare queste pellicola d’autore in lingua originale. Mai come quest’anno visionare questi film risulta importante poiché donano uno stringente spaccato attuale della situazione dell’Europa centro – orientale; infatti un elemento che certamente accomuna tutte le opere proposte è la capacità di raccontare un presente tumultuoso e complesso caratterizzato da forti inquietudini personali e sociali. Un presente in cui le insicurezze e le paure prodotte da guerre e difficoltà economiche sono alla base di movimenti migratori dalle periferie più povere e tormentate del pianeta, un presente fatto purtroppo di conflitti e guerre che il cinema ha la capacità, ma soprattutto il dovere di raccontare.

Alla presentazione stampa, tenutasi in modalità online il 18 marzo 2022, sono intervenuti Nicoletta Romeo e Fabrizio Grosoli, direttori artistici del Trieste Film Festival e Claudio Puglisi de Lo Scrittoio, co-ideatore e promotore del #TSFFinTour che hanno presentato i film e fatto alcune dichiarazioni interessanti.

Promo del Trieste Film Festival in Tour 2021/22

Dichiarazioni

Claudio Puglisi (Lo Scrittoio): Questo Trieste Film Festival in Tour non è del 2022, dunque legato all’ultima edizione del festival, ma ripropone i film che hanno fatto parte del Trieste Film Festival 2021 e 2022, perché il Tour 2021 è stato funestato dalla pandemia che ha impedito di portare i film nelle sale, che hanno avuto solo un breve passaggio online e mai in sala. Questi sono però titolo che meritavano una maggior attenzione, avendo valore, di conseguenza ci abbiamo tenuto a fare questa edizione in formato biennale. A quest’ultimo palinsesto 2021/22 ci è aggiunto, all’ultimo momento e disgraziatamente per ciò che ci sta verificando nel mondo con la guerra ucraina, il titolo Donbass di Sergei Loznitsa che nel 2019 aveva già fatto parte del Trieste Film Festival in Tour e che parlando con numerose sale ha trovato un importante riscontro d’interesse.

Fabrizio Grosoli, condirettore artistici del Trieste Film Festival: Io e Nicoletta Romeo siamo particolarmente contenti ed emozionati, perché il Trieste Film Festival in Tour riparte quest’anno ed è un segno importante di speranza, nel fatto che di nuovo i film ci possano vedere nelle sale dopo il passaggio al festival. Sono anni ormai che noi riteniamo il Tour dei film come una delle attività più significative, importanti e centrali per noi, che siamo da sempre convinti che i lungometraggi che proponiamo debbano trovare una visibilità per tutto l’anno nelle sale di cinema. Veniamo da anni complicati, l’edizione 2021 del festival si svolge completamente in maniera online, quindi gran parte dei film che volevamo proporre appunto non sono stati poi visti durante la stagione e proprio questi vengono fortunatamente recuperati quest’anno. Mi sembra di poter dire che la selezione che abbiamo al Tour sia importante, non solo perché ci sono dei film belli, che ci colpiscono per originalità di linguaggio e di strutture, ma anche delle pellicole che toccano dei temi importanti ed estremamente attuali. Come avreste visto noi non possiamo che non focalizzarci, in questa occasione, sul fatto che ci siamo ritrovati nel corso degli anni, e in particolare quest’anno, a proporre dei film che toccano direttamente, purtroppo, il tema centrale dell’attualità internazionale di questi giorni, cioè la guerra in Ucraina. Qualche anno fa portammo il film Donbass in selezione ufficiale, ed è uno dei film più importanti di Sergei Loznitsa, che è il regista ucraino più prestigioso. Lui è nato in Bielorussia e vive in Germania, ma diciamo che si considera da sempre Ucraino, non soltanto d’adozione, non a caso tutti i suoi film più importanti sono difatti ambientati in Ucraina e noi già parecchi anni fa gli dedicammo una retrospettiva completa, sia dei suoi documentari ma anche dei suoi film di finzione. Quest’anno mi fa piacere portare qui Federico Schiavi e Christine Reinhold che ci hanno fatto vedere, in prima assoluta, questo film che si chiama Divided: What Language Do You Express Love In? che racconta il Donbass dalle due parti, prima che iniziasse questo conflitto 2022 che in realtà, per quanto riguarda quelle aeree, esisteva già dal 2014, quindi è una testimonianza che diventa sicuramente preziosa.

Nicoletta Romeo, condirettore artistici del Trieste Film Festival: Condivido la felicità di poter ritornare in un numero limitate di sale con il Tour, che ci permette di continuare a offrire un pezzetto di festival al di fuori della città di Trieste e delle tradizionali date del festival. Voglio sottolineare la collaborazione con I Wonder Pictures, una casa di distribuzione italiana che ha acquisito il film Donbass, una distribuzione con cui abbiamo già collaborato in passato e con cui ci sentiamo molto in sintonia, per dei gusti molto simili in fatto di cinema. In questa edizione eccezionalmente biennale non guarda solo all’attualità, ma è evidente un ritorno dei generi, uno è una coproduzione tra l’Italia e la Serbia, sto parlando di Darkling del regista serbo Dušan Milić, che abbiamo presentato in anteprima al Trieste Film Festival 2022 e che risulta un noir psicologico ambientato nel Kosovo di oggi con una famiglia che si ritrova a vivere in un enclave serbo tra tutte le difficoltà legate proprio all’isolamento di queste enclave, ancora oggi dopo i bombardamenti, dopo la guerra. È un thriller che è piaciuto molto al nostro pubblico tanto che lo ha premiato con il premio del pubblico. Poi West Sand, un opera prima di una regista georgiana che abita in Svizzera, Elene Naveriani, che ci ha molto colpito. Il suo film è un melò, una doppia storia di un amore tra due donne e tra due uomini, quindi tematiche LGBT, mostrate in un paese come la Georgia in cui non è facile affrontare queste tematiche, anzi, lì sono pochi i film, a tematica LGBT all’interno di quella vasta area dell’Europa dell’est. Tanti film, quest’anno, provengono dall’area del sud est dell’Europa, le zone del Kosovo, della Serbia, Macedonia del Nord, paesi in cui non è facile fare cinema, non avendo spesso e volentieri accesso a tutti quei finanziamenti che riguardano invece i paesi dell’est che fanno già parte dell’Europa Unita e nonostante una carenza di fondi e difficoltà reali produttivi c’è stata un esplosione di creatività che ci ha molto impressionato. Soprattutto dalle giovani donne, penso a Dina Duma, una ragazza giovanissima, una cineasta della Macedonia del Nord che con il suo Sisterhood, un opera prima molto fresca e molto giovane, per altro titolo candidato all’oscar per il suo paese, che racconta una storia di formazione di due amiche, due ragazzine all’interno dell’ambiente scolastico.

Trieste Film Festival in Tour 2021-22
Trieste Film Festival in Tour 2021-22

Film selezionati per il Trieste Film Festival in Tour

DONBASS di Sergei Loznitsa (Germania, Francia, Ucraina, Paesi Bassi, Romania, 2018, 120′) Premio per la miglior regia al Certain Regard di Cannes. Nel Donbass, regione dell’Ucraina orientale, si svolge una guerra ibrida. Ma questa non è la storia di una regione, di un paese o di un sistema politico. È la storia di un mondo che si è smarrito. È una storia che riguarda ognuno di noi.

“DIVIDED: WHAT LANGUAGE DO YOU EXPRESS LOVE IN?” di Federico Schiavi, Christine Reinhold (Italia, 2022, 78’) Un viaggio nei territori della prima guerra civile europea del XXI secolo: in Ucraina, dopo i drammatici eventi che sono seguiti alla prima protesta di Piazza Maidan a Kiev nel novembre 2013, nessuno avrebbe potuto prevedere lo scoppio di questa guerra civile e la morte di 10.000 ucraini. Due fotografi, Giorgio Bianchi e Christopher Occhicone, con diverse prospettive e idee politiche, danno voce a personaggi che sono testimoni d’idee d’indipendenza, ognuna nel suo teatro di guerra.

“AS FAR AS I CAN WALK” di Stefan Arsenijević (Serbia, Francia, Lussemburgo, Bulgaria, Lituania, 2021, 92’) Premio come Miglior film al festival di Karlovy Vary e menzione speciale della giuria al Trieste Film Festival. Una coppia di migranti ghanesi che desidera arrivare in Germania si trova provvisoriamente bloccata in Serbia. Strahinja lavora duramente per ottenere asilo, mentre Ababuo, che aspira a una carriera di attrice a Londra, è insoddisfatta della propria vita. Una notte decide quindi di partire con un gruppo di migranti siriani, senza dare spiegazioni. Strahinja intraprende un lungo viaggio a piedi lungo la rotta dei Balcani percorrendo gli stessi itinerari dei migranti ma spinto dall’amore per la compagna.

“WET SAND” di Elene Naveriani (Svizzera, Georgia, 2021, 115′) Il film, presentato al festival di Locarno, ha ottenuto il Pardo per la migliore interpretazione maschile. Un villaggio sul Mar Nero in Georgia è popolato da persone che credono di conoscersi. Un giorno, Eliko viene trovato impiccato. Sua nipote Moe arriva per organizzare il funerale e si trova di fronte a una rete di bugie e alle tragiche conseguenze della storia d’amore segreta di Eliko con Amnon, durata 22 anni. La verità, però, libera la capacità di amare di Moe, e costringe gli abitanti del villaggio a prendere posizione.

SISTERHOOD” di Dina Duma (Macedonia del Nord, Kosovo, Montenegro, 91’, 2021) Premio speciale della giuria al Karlovy Vary Film Festival. Le adolescenti Maya e Jana sono amiche inseparabili, fanno tutto insieme. Jana è quella caparbia che prende l’iniziativa e Maya la segue in tutto e per tutto. La loro amicizia viene compromessa quando rimangono coinvolte nella morte accidentale di una loro compagna di classe.

DARKLING” di Dušan Milić (Serbia, Danimarca, Bulgaria, Italia, Grecia, 104’) Nel cast Danica Curcic, nota in Italia per la per serie Netflix L’Uomo delle Castagne. Premio del Pubblico al Trieste Film Festival. Tratto da una storia vera. Kosovo. Al confine di un bosco, la dodicenne Milica vive con la madre e il nonno. Al calare del sole, la famiglia si barrica in casa. Sono vere le loro paure? Oppure, come le unità militari KFOR vorrebbero far credere, sono solo residui dei traumi psicologici causati dalla guerra? Non ci sono prove, ma qualcosa di strano sta accadendo e, notte dopo notte, le loro paure crescono…

ANDROMEDA GALAXY” di More Raça (Kosovo, Spagna, Italia, Macedonia del Nord, 2020, 82′) In Kosovo la corruzione e la disoccupazione non permettono a Shpëtim di trovare un lavoro. Le cose si complicano quando l’orfanotrofio rimanda sua figlia a vivere con lui, che però non ha una casa. Dopo innumerevoli difficoltà, decide di tentare il tutto per tutto per pagare per sé e per la figlia un viaggio verso la Germania, in cerca di una vita migliore.

“FEAR” di Ivaylo Hristov (Bulgaria, 2020, 100′) Candidato all’Oscar come miglior film internazionale per la Bulgaria. Svetla è una vedova che ha perso il lavoro come insegnante. Il villaggio in cui vive si trova sul confine tra Bulgaria e Turchia e spesso si vedono passare dei profughi. Un giorno, mentre è a caccia nella foresta incontra un migrante africano. Come cittadina rispettosa della legge lo porta alla stazione di guardia della frontiera, ma ci sono così tanti profughi che nessuno le dà retta. Così Svetla decide di accogliere in casa l’uomo.

I NEVER CRY” di Piotr Domalewski (Polonia, Irlanda, 2020, 100′) Presentato in anteprima al Festival di San Sebastian. Premio Cineuropa. Ola è un’adolescente schietta e coraggiosa. Aiuta la madre a prendersi cura del fratello disabile, mentre il padre lavora in un cantiere edile a Dublino. Ola vuole diventare una taxista per aiutare la famiglia. È molto appassionata di macchine, ma viene sempre bocciata all’esame di guida. Quando suo padre muore in un tragico incidente sul lavoro, va in Irlanda da sola per riportare il suo corpo in Polonia. Ma una volta arrivata lì, si rende conto che non sarà un compito facile.

“WILD ROSES” di Anna Jadowska (Polonia, 2017,89′) Film vincitore del FilmFestival Cottbus. Ewa torna nel suo villaggio dopo un ricovero in ospedale. Lavora in campagna, dove raccoglie rose selvatiche. Anche il marito, Andrzej, torna a casa dopo aver lavorato per alcuni mesi in Norvegia. Il tempo passato lontani ha creato una certa distanza tra loro. Ewa è l’oggetto delle appassionate avances di Marcel, unragazzo del luogo, e fa di tutto per mantenersi lucida nel caos emotivo che ciò le provoca. Un giorno suo figlio di due anni scompare…

Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.