Dietro i suoi occhi (2021): l’incubo di un amore malato

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Trailer della serie TV Dietro i suoi occhi

Dietro i suoi occhi è una serie TV basata sul bestseller omonimo (Behind Her Eyes in inglese) della scrittrice britannica Sarah Pinborourg.

La serie tv è ideata dallo sceneggiatore e produttore televisivo britannico Steve Lightfoot, conosciuto per essere il creatore e showrunner della serie tv Marvel’s The Punisher, per essere il produttore esecutivo de Hannibal della NBC e, inoltre, per essere uno degli sceneggiatori de Narcos di Netflix.

Dietro i suoi occhi è realizzata dalla stessa casa di produzione di The Crown, la Left Bank Pictures, e scritta da Steve Lightfoot e Angela LaManna, che fa parte del team di sceneggiatori della serie tv The Haunting of Bly Manor di Mike Flanagan, e anche della serie tv Channel Zero e Marvel’s The Punisher creata da Lightfoot.

Questo prodotto targato Netflix ha avuto la sua premiere il 17 febbraio 2021.

“Pizzicati e ripeti ogni ora: non sto dormendo. Guardati le mani. Conta le dita. Guarda l’orologio… Distogli lo sguardo, guardalo di nuovo. Rilassati e concentrati. Pensa a una porta.”

Adele Ferguson (Eve Hewson) Cit. Dietro i suoi occhi

Trama di Dietro i suoi occhi

Louise Barnsley (Simona Brown), una madre single ha una relazione con il suo capo, lo psichiatra David Ferguson (Tom Bateman). La sua vita prende una strana piega quando fa amicizia con Adele Ferguson (Eve Hewson), la moglie del suo amante, e si ritrova intrappolata in una rete di bugie e segreti in cui niente è come sembra.

“Penso che a volte ci piaccia pensare di essere padroni del proprio destino. Tuttavia, gran parte della nostra vita è plasmata da scelte altrui.”

David Ferguson (Tom Bateman) Cit. Dietro i suoi occhi

Recensione di Dietro i suoi occhi

Dietro i suoi occhi, ideata dallo sceneggiatore e produttore televisivo britannico Steve Lightfoot e diretta dalla regista e sceneggiatrice norvegese Erik Richter Strand (Valkyrien, Hijos, Occupied), è una serie che inizialmente sembra non offrire una storia accattivante né uno sviluppo innovativo. Nonostante, se lo spettatore ha un po’ di pazienza e gli dà un’opportunità, si può rendere conto che la serie ha il potenziale di capovolgere tutto ciò che può essere considerato banale ed eccessivamente rivisto.

Tratta dal romanzo omonimo della britannica Sarah Pinborough, Dietro i suoi occhi segue la segretaria e mamma single Louise Barnsley (interpretata da Simona Brown: Kiss Me First, The Little Drummer Girl, The Casual Vacancy) nel suo rapporto amoroso segreto con chi, inaspettatamente, diventa il suo capo, lo psicologo David Ferguson (Tom Bateman: Murder on the Orient Express, Vanity Fair, Da Vinci’s Demons). Le cose iniziano a complicarsi quando Louise conosce per caso Adele (Eve Hewson: The Luminaries, The Knick, Bridge of Spies), la moglie di David, con cui stabilisce un’amicizia “nascosta” al suo capo e amante.

Louise è convinta che tanto David quanto Adele siano persone normali che hanno semplicemente dei tipici problemi matrimoniali e allo stesso tempo ritiene che mettere al primo posto i suoi desideri personali, per la prima volta nella sua vita, sia la cosa più “giusta” da fare (anche se lei stessa in prima persona si giudica costantemente su questo suo “doppio tradimento). Fino a qui tutto sembra apparentemente “normale” e anche abbastanza cliché, ma la serie che essenzialmente viene trattata come un dramma, si rivela un thriller che prende sempre più forma aggiungendo infine degli elementi di mistero legati al soprannaturale.

Adele sembra di voler avvicinarsi e interessarsi sempre di più a Louise, soprattutto perché Louise soffre di terrori notturni ed è sonnambula come Rob (Robert Aramayo: Game of Thrones, Eternal Beauty, Nocturnal Animals), l’amico tossicomane e problematico con cui aveva instaurato un profondo legame nella struttura di riabilitazione psichiatrica Westlands. È per questo che Adele decide di dare a Louise una sorta di diario in cui Rob ha scritto la “soluzione” a questi problemi, oltre ai momenti chiave che ha avuto con Adele in passato. Da questo momento in poi, tanto Louise come lo spettatore stanno per scoprire che niente è come sembra e che lei si è messa in seri guai.

L’amore, la solitudine, il mondo dei sogni e l’istinto di sopravvivenza sono temi ricorrenti di cui si nutre questa storia che dall’inizio alla fine resta molto fedele al bestseller di cui prende vita poco tempo dopo la pubblicazione del libro di Pinborough. Ma non solo: i sogni lucidi e le proiezioni astrali (anche chiamate “viaggi astrali” o “esperienza extracorporea”), combinati con un po’ di voyeurismo sono gli aspetti esoterici e psicologici che mantiene l’adattamento perché determinanti del tono e del percorso che distinguono il conflitto centrale.

Non per niente le produttrici esecutive Jessica Burdett e Suzanne Mackle della Left Bank Pictures (casa di produzione dietro il grande successo The Crown) affermano di essere state spinte a opzionare quasi immediatamente il romanzo visto che pure al momento della sua uscita nel 2017 il cosiddetto domestic noir (sottogenere del “noir”) era molto apprezzato nel Regno Unito. Ma ciò che ha convinto loro ad acquisire i diritti per produrre la serie (e che sicuramente convince pure lo spettatore) è stata la struttura semplice ma piena di elementi di tensione e la sua capacità di fare un giro di 180 gradi, giro narrativo per cui poi il romanzo è diventato famoso. Quindi la chiamata di Netflix alla casa di produzione britannica non si è fatta aspettare per molto tempo.

Dietro i punti di forza e le debolezze

Dietro i suoi occhi non ha il migliore degli inizi. Anzi, la serie tv fa troppa fatica a svegliare pienamente la curiosità dello spettatore nei primi due episodi che non solo trascorrono con un ritmo abbastanza lento, ma soprattutto non lasciano ben chiaro che dietro a quelle situazioni riviste e ripetitive in cui si trovano i personaggi c’è un qualcosa di più interessante.

Nonostante il primo episodio, realizzato con una classica struttura del primo atto di una sceneggiatura, risulta un inizio un po’ “accidentato” perché fa sembrare che la trama non va oltre alla tipica relazione extraconiugale di David con Louise. La tensione parte quando lei conosce inaspettatamente la moglie di lui, Adele che, allo stesso tempo, sembra essere dipendente da un matrimonio che non la rende felice, ma “prigioniera”. Questo inizio potrebbe essere un problema in un prodotto seriale? Certamente! Più che altro perché uno spettatore poco “paziente” potrebbe mollare subito e decidere di vedere altro.

C’è da dire però che quello che la serie rivela poi negli altri episodi viene effettivamente seminato bene nei primi due episodi. Il rapporto freddo e misterioso di Adele e David, i terrori notturni e il sonnambulismo di Louise, le pasticche che David gli fa prendere ad Adele e il controllo che lui esercita su di lei, sommato al diario di Rob e cosa sia successo a lui, sono gli elementi chiave che segnano i punti sottili e cruciali del mistero dietro a una trama apparentemente “normale”. Bisogna stare attenti per capire (provare a intuire) ciò che sta per accadere.

Consigliabile è, perciò, dargli sempre una seconda opportunità a qualsiasi produzione (film e serie tv) perché, come nel caso di Dietro i suoi occhi, potrebbero esserci più cose salvabili di ciò che una prima impressione “ingannevole” può far credere.

Infatti, è la stessa sceneggiatura di Steven Lightfoot e Angela LaManna ciò che dopo questa rischiosa presentazione, riprende l’interesse dello spettatore con un ritmo narrativo che va sempre in crescendo. Oltre a sviluppare la trama con una calma tesa che “nasconde” bene i segreti dietro a ciò che superficialmente si vede, il traguardo di questa sceneggiatura sono, senza dubbio, i diversi plot twist che esplodono negli ultimi due episodi.

L’impostazione di una varietà di indizi chiari ma non scontati messi nei dialoghi e rafforzati dalla regia con dei primi piani di sguardi e occhi, angoli in zenitale della macchina da presa, l’atteggiamento sospettoso dei personaggi (compresi i flashback) e gli elementi ricorrenti come l’eroina, le pasticche, il pozzo e le porte nei sogni, sono dei veri stratagemmi di questo thriller, che si vale anche del genere drammatico per confondere e giocare con la mente dello spettatore.

Da sottolineare tra gli aspetti positivi anche la complessa costruzione dei quattro personaggi principali per cui ci si può sentire emozionalmente coinvolti e che tra l’altro mostrano delle sfumature diverse, il che serve per usarli pure da red herrings (o meccanismo di depistaggio) che caratterizza l’andamento della serie. In questo modo, l’attenzione dello spettatore cambia continuamente e in modo strategico per farlo puntare il dito contro chi pensa sia il carnefice ma che poi risulta essere la vittima.

Non si può non dire che a volte certi personaggi sembrano monotoni nelle azioni che fanno (alcune cose un po’ sciocche e poco credibili), specialmente David e Louise e il loro rapporto “stancante” trattato tramite scene ripetitive che forse si potevano risparmiare o usare per raccontare altre cose in più, per esempio, il tragico incendio nella tenuta di campagna a Fairdale Estate (in Scozia) in cui Adele ha perso i genitori dieci anni prima di trasferirsi a Londra con David. Questo evento viene nominato molto e sarebbe stato interessante vedere esplicitamente cosa stavano facendo Adele e David quella sera.

Come si diceva sopra, la regia di Erik Richter Strand e anche la fotografia del tedesco Felix Wiedemann sono fondamentali per il funzionamento di questo gioco psicologico in cui ci si immerge. Il racconto visivo ha, perciò, un grande peso in Dietro i suoi occhi, che va oltre alla bellezza delle inquadrature e all’uso intelligente dei colori e l’illuminazione per rappresentare lo stato d’animo dei personaggi e soprattutto per differenziare il mondo dei sogni con quello della realtà.

Il merito della serie va anche al cast, specialmente a Eve Hewson, attrice irlandese (e figlia di Bono dei U2) che riesce a mettersi completamente nei panni di una sinistra Adele con una personalità ambigua che maschera con la sua apparenza serena e gentile. E sulla stessa scia ci sta l’attrice britannica Simona Brown che interpreta a una Louise molto contradditoria e che, come Adele, riesce a provocare dei sentimenti contrapposti nei loro confronti fino alla fine.

Invece, buono, ma non brillante il lavoro di Tom Bateman come David, attore britannico che tra l’altro partecipa nel film in uscita Death on the Nile di Kenneth Branagh. Un po’ sulla stessa linea di Bateman ci sta Robert Aramayo come Rob, che vedremo prossimamente nella serie tv prequel de The Lord of the Rings su Amazon Prime Video e anche nel film The King’s Man di Matthew Vaughn. Più che per la bravura che possano avere, forse loro due non si distinguono perché i loro personaggi risultano abbastanza piatti e a tratti irritanti.

Il popolare e controverso finale della serie (senza spoilers)

Uno dei grandi raggiungimenti de Dietro i suoi occhi è il riuscire a farsi notare, in positivo e in negativo, grazie al suo inquietante e scioccante finale, creando delle opinioni contrastanti tra gli spettatori.

Per la scrittrice Sarah Pinborough non era negoziabile un cambiamento su questo finale quando ha concesso i diritti di adattamento alla Left Bank Pictures. Infatti, è stata una fortuna per lei il fatto che le produttrici non avessero intenzioni di modificare niente (certamente, qualche cosa non appare nella serie per bisogni produttivi), ma almeno i punti narrativi che caratterizzano il libro, compreso il giro narrativo finale, ci sono tutti.

È proprio questo plot twist finale quello che ha reso il romanzo un bestseller e che ora fa “impazzire” gli spettatori del gigante dello streaming. In molti gradiscono il giro radicale; per tanti altri rimasti spiazzati, questa chiusura della storia “non ha senso” e non li convince. Per altri, invece, risulta addirittura “omofobo”. Per chiarire bene il perché di questo finale, bisognerebbe fare molti spoilers e in questo caso in particolare rovinerebbe l’intera visione della serie, cosa che sarebbe veramente un peccato perché questo finale è il cuore pulsante e il motivo per cui si dovrebbe assolutamente vedere questa produzione.

Quello che si può dire è che la risoluzione di questa storia, portata integralmente dal libro al piccolo schermo, ha a che fare con il “fattore sorpresa” che voleva creare Pinborough, una grande appassionata dei thriller psicologici. Come l’ha detto in un’intervista per Netflix, lei voleva scrivere una storia che rispecchiasse la natura tossica e ossessiva dei rapporti extraconiugali, ma aggiungendo un qualcosa che la rendesse diversa da altre storie del genere e che avesse pure un qualcosa di lei. “Mi chiesi: Nel mio mondo, cosa è veramente importante per me? Sognare è importante per me.”, afferma lei. È per questo che il mondo dei sogni è alla base della trama e del suo popolare finale.

Detto ciò, risulta evidente che l’ultimo episodio della serie risponde a un bisogno creativo e non a una necessità di offendere qualcuno (come purtroppo viene pensato spesso ormai su tutto). È poi un finale abbastanza chiuso, che ha il suo senso e logica perché viene giustificato narrativamente con degli elementi e indizi ben seminati nella sceneggiatura, creando una storia che sa tenere in segreto l’essenza della trama fino all’ultimo.

Quindi il problema va oltre la serie. Bisogna essere “dietro gli occhi” dei creativi e uscire dai propri pregiudizi per poter apprezzare le cose, ma soprattutto per apprezzare se stessi. Tante volte è uno il primo ad offendere se stesso quando in realtà le cose che vengono mostrate non c’entrano niente con noi. E in questo senso, c’è pure bisogno di rispettare e preservare la libertà creativa (che non ha l’intenzione esplicita di attaccare nessuno), una libertà creativa che fa di questa industria non solo un business, ma anche un sollievo dalla realtà e un modo di fare arte raccontando se stessi e il mondo intorno a noi da diversi punti di vista.

E come ha detto Pinborough, applicabile pure alla serie: “Preferire che odiassero il libro anziché rimanessero indifferenti. Quello che non mi piacerebbe è che la gente dicesse: ‘Lei non ha saputo finire la storia’. E in quel caso, io direi: ‘Torna indietro e rileggi. Fai il tuo compito!’”

Per sfortuna di molti che forse vogliono vedere come procede ora la storia, non è prevista una seconda stagione. Nel caso Netflix decidesse di farla, dovrebbe crearla integralmente perché Behind her eyes (il nome in inglese) non è una saga letteraria.

Dietro i suoi occhi è una serie godibile che non dovrebbe essere presa troppo sul serio e che dovrebbe essere apprezzata per quello che ha da offrire. Senza dubbio, è una serie ideale se si vuole godere di un prodotto che intrattiene e che diventa sempre più interessante da finire.

A tutto questo si aggiunge il fatto che è consigliabile per chi non vuole spendere troppo tempo né prendere un grande impegno su Netflix: è una serie breve di solo sei episodi, con una media di 45 minuti ognuno, perciò risulta un prodotto perfetto per fare una maratona in un fine settimana sul divano con buon cibo, proprio come lo fa spesso Louise.

“Tu e io siamo speciali, Louise. Devi imparare a controllare i tuoi sogni. Quando ero piccola, avevo terrori notturni orribili. Tutto ciò che ti serve per fermarli è lì dentro (nel diario di Rob).  Come con la palestra. Se ti impegni, puoi scegliere cosa sognare. Ma il metodo funziona solo se hai la mente aperta. Se accetti che ci sia di più di quello che vediamo.

Adele Ferguson (Eve Hewson) Cit. Dietro i suoi occhi

NOTE POSITIVE

● Regia.

● Fotografia.

● Sviluppo della trama. Buona gestione della suspense attraverso l’uso di tecniche narrative tipiche del genere thriller.

● Il ritmo narrativo della serie è sempre in crescendo fino ad arrivare a un finale imprevedibile che non delude.

NOTE NEGATIVE

● I primi due episodi risultano abbastanza lenti perché ripetitivi nelle azioni che fanno i personaggi, ma anche perché queste azioni e situazioni “cliché” vengono trattate in maniera poco innovativa.

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