Dov’è la casa del mio amico? (1987) – Uno sguardo sull’Iran

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Dov’è la casa del mio amico locandina film

Dov’è la casa del mio amico?

Titolo originale: Khane-ye doust kodjast? oppure Khaneh-ye doost koyast?

Anno: 1987

Paese: Iran

Genere: drammatico

Distribuzione: Mikado Film

Regia: Abbas Kiarostami

Sceneggiatura: Abbas Kiarostami

Fotografia: Farhad Saba

Montaggio: Abbas Kiarostami

Musiche: Amine Allah Hessine

Attori:Babek Ahmed Poor, Kheda Barech Defai, Ahmed Ahmed Poor, Iran Outari, Ait Ansari

Trama di Dov’è la casa del mio amico?

Il piccolo Ahmed, ritornato a casa da scuola, ritrova nella sua cartello un quaderno del suo compagno di classe Mohamed Reza Nematzadeh. Per evitare che questo venga espulso il bambino andrà alla ricerca di quest’ultimo non sapendo però dove viva il suo amichetto. Durante la sua ricerca troverà varie difficoltà e il disinteresse generale del mondo degli adulti.

Recensione di Dov’è la casa del mio amico?

Il cinema di Kiarostami tratta tematiche semplici all’apparenza ma che invece contengono una portata universale e proprio grazie a tale portata è dovuto il suo successo internazionale come cineasta. Uno dei temi cari al regista è mostrato anche in Dov’è la casa del mio amico? è riguarda l’infanzia, il tutto mostrato all’interno di una situzione geopolitica molto particolare come quella dell’Iran. Infatti è possibile ricondurre la filmografia del regista stesso in due filoni distinti:

  1. La prima parte, dal 1970 al 1979 quando l’Iran era governata dallo shawn Iran
  2. 1979:  Rivoluzione Islamica; che ha portato la condizione dello shier a un regime islamico religioso basato sullo yatullah

Guerra Iran – Iraq/ 1980 – 1988: L’Iran è stata al centro dello scontro armato con il confinante Iraq, in una guerra che è durata dal 1980 al 1988. Kiarostami ha vissuto e svolto gran parte della sua carriera narrativa in questo ambiente di guerra e questo elemento non poteva non entrare all’interno delle sue opere narrative. Uno dei lungometraggi appunto girati in questo lasso temporale è Dov’è la casa del mio amico? Un film girato nella regione nord – est dell’Iran rurale, elemento fondante del film essendo allo stesso tempo una storia rurale che rappresenta la campagna.

Il film è stato presentato nel 1988 al Nasd, in Francia, al festival dei tre continenti, e precedentemente nessuno conosceva il cineasta iraniano, ma nel momento in cui viene presentato questo gioiello del cinema si scopre che aveva già realizzato almeno una quindicina di film in precedenza. Inoltre Dov’è la casa del mio amico? inaugura la trilogia di Koker  una serie di opere ambientate nell’omonimo villaggio iraniano.

Al centro dell’opera è presente la dicotomia tra la severità della tradizione e quella sulla cultura iraniana con l’apertura verso l’altro, il tutto mostrato e rappresentato attraverso la purezza dell’innocenza dell’anima di un bambino. Il mondo adulto e quello infantile vengono messi spesso e volontieri a confronto come vediamo nella scena in cui il nonno chiede al nipote di compargli un pacchetto di sigarette che ha già solo per marcare la sua superiorità e l’importanza della disciplina al nipote che deve obbedire e molti dialoghi interni alla storia mostrano l’importanza di seguire le tradizioni secolari del paese. Non importa che ciò che viene fatto venga dal bene ma è fondamentale che le modalità dell’agire seguano gli usi e costumi utilizzati dalla nazione in cui si vive.

Ci sono due cose importanti da dire preliminarmente su Dov’è la casa del mio amico? La prima è l’importanza dell’elemento della natura, tre motivi emblematici collegati alla natura che sono: Il motivo della collina, del cammino e dell’albero, che hanno una portata simbolica molto forte che affonda le sue radici nella tradizione molto antica della cultura iraniana millenaria che risale a circa duemilacinquecento anni fa. Il titolo del film è ispirato a un verso di un poema persiano di un poeta mistico persiano, e quindi la questione poetica è fondamentale per capire questo lungometraggio. Bisogna riflettere sulla portata poetica.    

Questo film è quello che lancia Kiarostami a livello internazionale e proprio qui il regista i propone un’immagine dell’iran che è esattamente agli antipodi da quella che veniva proposta dai media occidentali dello stesso periodo: Ayatollah barbuti e crudeli, feroci, che uccidono le persone che sono in guerra, e in odio radicale nei confronti dell’occidente. Tutto questo è contraddetto nella narrazione visiva in cui non c’è nessuna allusione alla guerra, ma si propone un registro espressivo più simile a quello della fiaba e del racconto. Dov’è la casa del mio amico? è una sorta di racconto in stile Le mille e una notte. Il secondo aspetto importante è che la scelta della regione dell’Gilan diventa un rifiuto nei confronti della guerra, e diventa un rifugio in un mondo poetico, caratterizzato dall’immaginazione, in cui è ancora possibile vedere la persistenza dei valori universali che si contrappongono alla guerra. L’approccio che Kiarostami propone in con questa pellicola è un approccio che possiamo definire come anti – idealista, un conflitto di natura universale, si distacca dal conflitto in atto dell’Iran della fine degli anni 80, e ci propone un conflitto universale, in particolare il conflitto generazionale tra adulti e bambini. E’ in grado quindi di parlare a tutto il mondo, di parlare oltre la dimensione prettamente locale del conflitto in atto tra Iran e Iraq, e ampliare la platea.

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