
I contenuti dell'articolo:
Ecotherapy Getaway Holiday
Titolo originale: Taki wo mini iku
Anno: 2014
Paese: Giappone
Genere: commedia, drammatico
Produzione: Seigo Fukada, Toshihisa Ishii, Hitoshi Ono, Tadaatsu Shundo
Durata: 88 min
Regia: Shuici Okita
Sceneggiatura: Shuichi Okita
Fotografia: Akiko Ashizawa
Montaggio: Takashi Sato
Attori: Haruko Negishi, Chigusa Yashizawa, Yuriko Ogino, Mie Kirihara, Kumiko Kawada, Keiko Tokunou, Michiko Watanabe
Trama di Ecotherapy Getaway Holiday
Sette donne di età compresa tra 40 e 80 sono bloccate tra le colline. Sradicate dalle loro vite normali, devono far convivere i loro diversi temperamenti se vogliono sopravvivere.
MyMovies
Recensione di Ecotherapy Getaway Holiday
Presentato in Italia, ovviamente online, durante il Japanese Film Festival, Ecotherapy Getaway Holiday mostra al pubblico occidentale uno spaccato, intimo e fortemente empatico, della mentalità giapponese in riferimento alla condizione femminile. Il Giappone è infatti uno dei Paesi del primo mondo in cui la mentalità patriarcale e di conseguenza maschilista è più fortemente radicata e tendenzialmente accettata dalle stesse donne come normale se non giusta, nonostante la realtà giapponese sia pienamente contemporanea e non inferiore a quella di Paesi altrettanto sviluppati in cui il dibattito sulla parità dei sessi è infiammato o perlomeno presente. Il lavoro di Okita si presenta quindi come un esperimento originale e interessante per mostrare uno spaccato realistico del modo in cui in Giappone le donne, assolute protagoniste del film ed evidentemente dotate di una personalità più forte rispetto alla guida – di fatto l’unico personaggio maschile, interagiscono tra loro nel momento in cui la pervasiva presenza patriarcale, nello spazio libero e naturale del bosco, è assente.

Inizialmente le donne, nonostante siano fin dall’inizio evidentemente più competenti della guida, non sembrano concepire l’idea di poter fare a meno di un uomo per arrivare a vedere le agognate cascate – chiara metafora di una forma li libertà – e soprattutto dimostrano ripetutamente di definire sé stesse in base al rapporto che hanno con gli uomini, siano esse sposate, vedove o single. Anche la psicologia di Yumiko (Chigusa Yasuzawa), il personaggio più sovversivo e quindi inizialmente malvisto del gruppo, arriva a chiarirsi in base alla delusione subita per via della rottura della sua relazione e soprattutto all’angoscia per il destino di una donna sola o insoddisfatta che non abbia più la giovinezza necessaria a sistemarsi con uomo e quindi a definirsi in una situazione familiare, angoscia inevitabile in una società come quella giapponese e che di fatto rappresenta il tema di fondo del film.
L’avventura che le protagoniste condividono, per quanto breve e in una diversa realtà sociale magari non così significativa, rappresenta dunque, legandosi anche a tematiche tipiche del primo femminismo come il ritorno alla natura, una forma di reale unione e comprensione reciproca di un gruppo di donne che tramite questa stessa unione si dimostrano capaci di sovvertire il ruolo di subalternità verso la guida maschile e a conquistare, anche se forse per una sola giornata, un proprio spazio di libertà e indipendenza.
Note positive
- Caratterizzazioni e interpretazioni delle protagoniste
- Sceneggiatura capace di illustrare in modo non didascalico un’importante tematica sociale
Note negative
- Comparto tecnico dimenticabile