Finché morte non ci separi (2019): Il rituale sanguinario

Condividi su
finchè morte non vi separi 2019 locandina film

Finché morte non ci separi

Titolo originale: Ready or Not

Anno2019

Paese di produzioneUsa

Genere: commedia, Horror

ProduzioneMythology Entertainment, Vinson Films

Distribuzione20th Century Fox

Durata: 1h 35m

Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett

Sceneggiatore: Guy Busick, Ryan Murphy

Montaggio: Terel Gibson

Dop: Brett Jutkiewicz

Musica: Brian Tyler

Attori: Samara Weaving, Andie MacDowell, Mark O’Brien, Adam Brody, Henry Czerny, Nicky Guadagni, Melanie Scrofano, Kristian Bruun, Elyse Levesque, John Ralston

Trailer italiano di Finché morte non ci separi

Trama di Finchè morte non ci separi

Ready or Not (Finché morte non ci separi) segue la vicenda della giovane ragazza di umili origini Grace (Samara Weaving) appena sposatasi con il ricco Alex (Mark O’Brien), uno degli eredi della ricca ed eccentrica famiglia Le Domas, che da generazioni si occupa di produrre giochi da tavolo.

La sua notte di nozze, inizialmente romantica e intima, si trasforma in un nascondino all’interno della villa familiare degli Le Domas. Il gioco si basa su una regola semplice, Grace si deve nascondere e evitare, fino all’alba, che qualcuno la trovi. Ma ben presto la ragazza si troverà coinvolta in un gioco mortale legato ad un antica tradizione che fa parte, da generazioni, della sua nuova famiglia. Grace dovrà far di tutto per sopravvivere in un gioco in cui sembra non avere scampo.

“Le persone ricche sono veramente diverse.”

Cit. Grace (Samara Weaving) – Finché morte non ci separi

Recensione di Finché morte non ci separi

Se di guerre di classe e famiglie tossiche, Finché morti non ci separi vuole trattare, il film riesce nel suo intento mostrando tali tematiche attraverso uno stile anticonvenzionale da dark commedy, che riesce a divertire e a terrorizzare lo spettatore con i vari colpi di scena. La vicenda mostrataci rispecchia la concorrenza sbilanciata tra le classi sociali e quanto queste possano essere gravi per i suoi membri, ponendo l’occhio sulle conseguenze di certe tradizioni e convinzioni familiari.

Finché morte non ci separi (titolo italiano dell’opera che non rispecchia una traduzione lessicale dell’originale) conta una crew non molto conosciuta con Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett alla regia, e un cast con esperienze importanti sia nella televisione che nelle sale cinematografiche tra cui la protagonista Samara Weaving (The babysitter; Three Billboards Outside Ebbing, Missouri), Mark O’Brien (Marriage Story; Arrival), Adam Brody (The O.C.; Shazam!) e Andie MacDowell (Short cuts; Four weddings and a Funeral; Magic Mike XXL).

In Finché morte non ci separi, risulta d’incredibile interesse la sottotrama simbolica dell’opera narrata. Intuiamo subito che si va ad analizzare le differenze tra le varie classi sociali, ma è anche un’ampia critica al sistema matrimoniale e familiare, andando di fatto a rompere il concetto stesso d’idealizzazione del matrimonio perfetto andando a mostrare la “prova del fuoco” che un individuo, in questo caso la sposa, deve affrontare per entrare a far parte di un’élite: ovvero l’approvazione da parte della famiglia dello sposo/a; tale accettazione nella storia sarà marcata nel sangue. Il tutto viene raccontato attraverso un’atmosfera da black comedy che riesce a donare allo spettatore un’ampia suspense.

Finché morti non ci separi (già dal titolo si ricalca il tema nuziale) è scritta attraverso una classica struttura a tre atti e la sua sceneggiatura non va a fare degli ampi spiegoni ma tende a tralasciare alcuni aspetti narrativi. In effetti, lo spettatore non conoscerà mai realmente il senso di questa sanguinosa tradizione della famiglia Le Domas, ma sappiamo che ha origine con il “patto diabolico” che aveva fatto il loro bisnonno per far crescere il suo business con il susseguirsi degli anni al fine di mantenere uno status nobile eterno. Il film spiega i motivi ma non mostra mai come si è svolto questo patto con il diavolo.

I film horror lasciano sempre qualcosa in sospeso, come un mistero, per l’interpretazione personale perché non viene considerato necessario per la trama, ma in questo film serviva mostrare tal evento? Direi di sì perché è la radice del male e delle tradizioni de i Le Domas. Si fa soltanto un accenno all’inizio del film con un flashback, in cui la storia si svolge trent’anni prima; qui viene mostrata la famiglia che gioca a nascondino e assistiamo alla morte del marito de Le Domas. il flashback sanguinario fa da subito preannunciare un evento funesto e terribile nella vita di Grace e lo spettatore prova, grazie a questo, un senso di empatia e paura per la giovane.

Indubbiamente la protagonista è il personaggio più tridimensionale e meglio caratterizzato dell’opera, interpretata da un eccellente Samara Weaving. Inizialmente, Grace è una brava ragazza e solare ma fin troppo debole e insicura difronte ai Le Domas. La giovane durante la storia dovrà tentare di salvarsi e diventerà sempre più coraggiosa e priva di scrupoli, fino a trasformarsi in un eroina poca convenzionale.

La scenografia di mansione vittoriana, la musica (soprattutto le canzoni scelte) e la fotografia crea un’atmosfera ideale per immergersi pienamente nella storia, e insieme alla sceneggiatura e le scelte di regia il film possiede un ritmo di tensione e respiri equilibrati, facendo sì che lo spettatore rimanga sempre attento all’evoluzione della vicenda.

Se sei uno di quelli che pensa che i film horror/suspense tante volte non hanno una trama con un sottotesto profondo e curato, allora a maggior ragione, dovresti guardare Finché morti non ci separi .

“Uno fa praticamente di tutto se la tua famiglia ti dice che è corretto farlo.”

Cit. Finché morte non ci separi

Note positive

  • Regia: corrisponde ai ritmi e generi del film.
  • Fotografia: bella e ben lavorata.
  • Sceneggiatura: dialoghi non eccessivi, che apportano informazioni necessarie per il racconto.
  • Musica: molto immersiva e uso di canzoni che fanno un contrasto interessante con la trama.
  • Il modo poco convenzionale di fare critica e mettere in discussione temi quotidiani e sociali.

Note negative

  • Sceneggiatura: forse si doveva sviluppare di più (tramite un flashback ad esempio) il passato del bisnonno della famiglia per capire meglio la maledizione di cui soffrono i suoi membri.
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.