Fondazione – La prima stagione (2021): la trasformazione della saga di Asimov

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Fondazione

Titolo originale: Foundation

Anno: 2021

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Fantascienza

Casa di Produzione: Skydance Media

Distribuzione: Apple TV+

Ideatore: David S. Goyer

Stagione: 1

Puntate: 10

Attori principali: Lou Llobell, Jerd Harris, Lee Pace, Leaah Harvey, Laura Birn, Terrence Mann, Elliot Cowan, Sacha Bejar, Daniel MacPherson, Pravessh Rana, Kubbra Sait, Nikhil Parmar, Cassian Bilton, Clarke Peters, Amy Tyger, Jairaj Varsani, Chloe Lea

Trailer di Foundation

Asimov è l’inventore della moderna fantascienza, colui che ha saputo rivoluzionare l’intero genere letterario conducendolo entro altri lidi. Fu uno scrittore in grado di formulare le cosiddette: Tre leggi della robotica, elemento che diviene il “vangelo” e le “fondamenta” dei suoi romanzi e racconti sci-fi, come tutte quelle opere da lui scritte e racchiuse all’interno del famoso “Ciclo dei Robot”.  Lo scrittore russo però non si è fermato dinanzi a questo concetto innovativo narrativo ma è andato oltre, scrivendo una delle opere più importanti nella letteratura fantascientifica, in altre parole la saga denominata “Ciclo delle Fondazioni” composta da ben sette romanzi scritti dal 1942 (dove venivano pubblicati come racconti all’interno della rivista Analog Science Fiction and Fact) fino al 1996, terminando con il romanzo Fondazione anno Zero. Isaac Asimov, soprattutto con il primo libro “Fondazione o Cronache della galassia”, ha dimostrato come si possa andare a realizzare un’opera letteraria fantascientifica che viaggi eternamente sui binari del filosofico e del fantascientifico e soprattutto di come la presenza di un protagonista interno a una storia non sia esclusivamente necessario ma che si possa ergere la Società e il concetto di Storia Umana come fulcro e personaggio di un racconto. Fondazione è indubbiamente una delle opere più importanti nel campo della letteratura fantascientifica.

Dal 24 settembre al 19 dicembre 2021, Apple tv +, su idea dello showrunner David S. Goyer, ha portato sullo schermo televisivo la serie tv Foundation incentrata sulla saga epica Ciclo della Fondazione. Per creare questo progetto è stato scelto un cast attoriale di primissimo livello come i candidati all’Emmy Award Jared Harris e Lee Pac, oltre alle stelle nascenti del cinema Lou Llobell e Leah Harvey. Il compito di David S. Goyer, nel creare questa trasposizione seriale, è indubbiamente complesso a causa del vasto materiale narrativo proposto da Asimov, ma sarà riuscito in questa impresa titanica?

Trama di Fondazione

Nell’12067 dell’Era Imperiale, Gaal Dornick di Synax, colei che vive in un pianeta acquatico dove ogni forma di sapere è bandita a favore del credo cieco rivolto all’entità del “Dormiente”, partecipa segretamente a un concorso scientifico tenuto dal famoso scienziato Hari Seldon, il quale dopo aver ricevuto la lettera dalla giovane decide di contattarla e di condurla sul pianeta Transtor, la capitale dell’impero, per conoscerla. La giovane brillante Gall, colei che ha rifiutato il suo credo a favore della matematica, abbandona la sua famiglia per incontrare Seldon, colui che ha inventato la psicostoria, una scienza matematica e fisica in grado di prevedere l’evoluzione della società umana.

Le leggi della storia sono assolute come quelle della fisica, e se in essa le probabilità di errore sono maggiori, è solo perché la storia ha a che fare con gli esseri umani che sono assai meno numerosi degli atomi, ed è per questa ragione che le variazioni individuali hanno un maggior valore.

Fondazione e Impero, cap. 11

Hari Seldon studiando la psicostoria è arrivato a confermare una nozione che non piace all’imperatore Cleon di Trantor, ovvero che “Trantor sta per essere distrutto. L’Impero cadrà” e che il mondo si avvierà verso un periodo oscuro di trentamila anni basato su lotte e barbarie. L’unico modo per diminuire l’oscurità culturale che avvolgerà l’universo è la fine dell’era imperiale dei cloni Cleon, individui identici che ripetono incessantemente le medesime azioni non portando nessun tipo di rinnovamento mentale e culturale alla politica del luogo, dimostrandosi portatori di comportamenti immobili. Inoltre Seldon dichiarerà come sia fondamentale la creazione di una Fondazione che si occupi di proteggere la cultura della galassia, poiché solo con la storia e il sapere è possibile fermare e rallentare il declino. Il clone Cleon Sole accetterà, per timore, le richieste dello scienziato e lo esilierà su Terminus insieme ai suoi seguaci. Heri Seldon però, per dare vita al suo piano, ha bisogno che Gaal accetti il suo posto all’interno del progetto Fondazione e che lo salvi da una minacciosa condanna di morte.

Recensione di Fondazione

La prima stagione si concentra essenzialmente solo su una minima parte del romanzo Fondazione, trattando esclusivamente le prime due parti della storia ovvero Prologo e Prima Crisi: Salvor Hardin. David S. Goyer però decide d’immettere e rivisitare in maniera originale alcuni eventi del Ciclo Fondazione riprendendo ad esempio alcuni personaggi di Asimov come la figura dell’imperatore Cleon I, conosciuto in Preludio alla Fondazione e Fondazione anno zero, oppure quella del robot R. Daneel/ Eto Demerzel, carattere che fa da filo conduttore tra il ciclo dei robot e quello della fondazione nella saga letteraria. Dire dunque che Foundation di Apple Tv+ sia molto diversa dal romanzo di Asimov, sia dal punto di vista atmosferico che narrativo, non è un eufemismo, difatti lo showrunner altera e modifica i fatti in maniera importante, dona nuove identità e vissuti ai personaggi di Asimov cambiandoli radicalmente e aggiunge intere storie e vicende mai narrate e create ex-novo. Proprio la narrazione che si occupa dell’Imperatore Cleon e i suoi cloni appare indubbiamente l’elemento di maggior fattura sceneggiativa e di resa visiva, grazie a un ottimo approfondimento dei caratteri mostrati sia grazie all’impeccabile interpretazione attoriale di Lee Pace nei panni di Fratello Giorno, colui che nella seconda parte di stagione dà vita a un intenso viaggio di trasformazione interiore divenendo lui stesso prigioniero di sé e del peso che deve portare sulle sue spalle. David S. Goyer dà un importante spazio narrativo al mondo di Trantor, inversamente da Fondazione, approfondendo bene la società e il potere dell’imperatore, i quale vive costantemente in tre forme di vita, tre cloni di lui:

  1. Fratello Alba: il lui giovane
  2. Fratello Giorno: Cleon maturo e colui che deve comandare.
  3. Fratello Alba: l’anziano che si deve occupare di donare consigli e dell’arte della pittura.

Insieme a loro vive Demerzel (rivisitazione di Eto Demerzel), una donna robot, interpretata da Laura Biern, che si occupa da secoli di Cleon e che fa tutto ciò che va fatto per l’imperatore e l’impero. In lei, man mano il racconto si fa avanti, prende forma e vita il concetto delle Tre leggi della robotica, ponendo alla base il classico concetto di Asimov: un robot può iniziare a provare empatia? Concetto espresso in maniera splendida all’interno del romanzo L’uomo Bicentenario. Il finale della stagione si chiude mostrandola allo spettatore con occhi totalmente diversi da quelli dell’inizio serie.

Il problema di Foundation è che la parte narrativa riguardante a Cleon, i suoi cloni e il mondo imperiale, è l’unico elemento di reale interesse narrativo poiché proprio la storia su Seldon viene rivisitata malamente eliminando tutta la bellezza del romanzo, così la venatura fantascientifica politica lascia il proprio spazio a un racconto che strizza l’occhio al commerciale e che riattualizza in chiave XXI secolo il tutto, dove ogni personaggio protagonista e combattivo (se escludiamo proprio lo scienziato) si deve trasformare in donna (venatura femminista) così Gaal e Salvor Hardin non sono più uomini ma giovani donne tra loro connesse, ragazze speciali che hanno il dono di “preveggenza” e di un ottimo intuito sapendo, già prima che gli eventi accadono, ciò che vada fatto e le scelte da compiere. Proprio questa chiaroveggenza appare poco interessante conducendo la storia entro binari innovativi e che non fanno minimamente parte del romanzo, tanto che alla fine sia Gaal e Salvor si ergono a protagoniste indiscusse degli eventi, creando una storia al di fuori del tempo e che farà come filo conduttore all’intera narrazione seriale.

A livello tecnico il tutto è ineccepibile partendo proprio da una splendida fotografia con una scenografia pulita, futuristica e composta scenicamente in maniera perfetta, dimostrandosi un elemento in più della serie, anche se gli effetti speciali non sempre appaiono ben fatti, il tutto supportatoda una splendida musica originale di Bear McCreary, che ci trascina all’interno della storia. Il problema dunque è meramente narrativo dove non pare che si voglia rendere omaggio al lavoro Asimov, poiché ogni suo elemento fondante e interessante viene eliminato, preferendo scelte più discutibile e che rendono la storia, seppur priva di buchi di trama, meno interessante, creando un rapporto tra le due protagoniste che ripete alcuni classici canovacci del cinema, che potevano essere tranquillamente evitati, inoltre se Il ciclo della fondazione si dimostrava una storia politica ecco che ora siamo nell’azione e l’elemento più filosofico appare solo grazie alla storia imperiale di Cleon e non da quella di Seldon, che viene privata da ogni elemento realmente interessante. Anche la rappresentazione degli ologrammi Seldon non convincono rende il personaggio più un santone egoistico che altro.

In conclusione Fondazione, appare come una serie che funziona ma che perde la possibilità di osare e di portare al pubblico il vero senso del lavoro di Asimov. Speriamo che alla fine qualcuno si dimostri in grado di fare una trasposizione fedele del Ciclo della Fondazione.

Note positive

  • Estetica
  • Musica
  • Storia dei cloni di Cleon
  • Interpretazione di Lee Pace

Note negative

  • Poca vicinanza alla saga originale
  • Il modo in cui viene rappresentato e mostrato Hari Seldon e il suo ologramma
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