Four Sided Triangle (1953): La donna clone

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Four Sided Triangle (1953) locandina

Four Sided Triangle

Titolo originaleFour Sided Triangle

Anno: 1953

Paese:Regno Unito

Genere: Fantascienza

Produzione Hammer Film

Durata: 80 minuti

Regia: Terence Fisher

Sceneggiatura: Terence Fisher

Fotografia: Reginald H. Wyer

Montaggio: Maurice Rootes

Attori:Barbara Payton, James Hayter, Stephen Murray

Trailer del film Four Sided Triangle

Trama di Four Sided Triangle

La storia inizia con il dottor Harvey, un medico di un piccolo paese della campagna inglese, che si ricorda di quando un tempo trascorreva le giornate, di tanto in tanto, nel guardare divertito tre bambini giocare: questi erano la principessina Lena che nel gioco preferiva stare con Robin invece che con Bill, di cui lo stesso dottore era divenuto tutore dopo la tragica morte dei genitori del bambino.

Anni dopo Lena, dopo aver vissuto all’estero ritorna nel piccolo villaggio di campagna, scoprendo che i suoi due amici d’infanzia sono divenuti due scienziati che gestiscono all’interno di un granaio, luogo in cui trascorrevano da bambini le loro giornate, un laboratorio scientifico. I tre come hai vecchi tempi ricominciano a trascorrere del tempo insieme lavorando a una nuova invenzione Il duplicatore, in grado di riprodurre qualsiasi oggetto. Tutto procede per il meglio all’interno di questo triangolo amoro fino a quando Lena si sposa, con enorme tristezza di Bill, con Robin che anch’esso ama la giovane donna.

Bill, insieme ad Harvey continua a migliorare il duplicatore fino a quando non gli viene in mente una strana idea poco etica che cambierà tutto.

Recensione di Four Sided Triangle

Four Sided Triangle, in italiano Il quadrilatero a quattro lati, risulta essere l’esordio fantascientifico di Terence Fisher presso la Hammer Film, divenendo anche uno dei maggiori esponenti di questo genere cinematografico all’interno della medesima casa di produzione cinematografica. In italia questo lungometraggio del 1953 dalle sfumature poco etiche non superò la censura filmica non riuscendo così ad arrivare nelle sale cinematografiche e in home video. Nonostante ciò è un prodotto che entra nel terreno della fantascienza di maggior successo di quel periodo risultando una pellicola affascinante che tratta di questi due scienziati innamorati della stessa donna mentre stanno inventando una macchina per replicare gli oggetti e ovviamente, quando ricompare la medesima donna e questa sceglierà il suo pretendente ecco che il rifiutato inizierà a impostare la macchina per clonare un’altra donna uguale a quella che ama, ma il problema è che quella che prende vita possiede esattamente le stesse pulsioni amorose dell’originale, così si tenta di farle cambiare parere con l’uso dell’elettroshock, che nasce come cura, ma usato in modo devastante. L’elettroshock fa un corto circuito e muore una delle due in questo incendio, e alla fine sopravvive la vera.

Fisher forse non aveva ancora libertà di manovra, e quindi abbiamo un Happy end con l’equilibrio ristabilito. Film molto affascinante, più complesso di Viaggio nell’interspazio dello stesso anni e del medesimo regista. Four Sided Triangle risulta un opera cinematografica molto vicina al cinema italiano di quei tempo per un certo verso con questa attrice americana di un successo enorme come la sposa di King Kong, bionda, quasi esplosiva, travolta poi dai pettegolezzi e dalla cronaca, droga e alcol, isolata poi dallo star system americano, approdando quindi in Inghilterra. Questa perversione è evidente nell’accento americano che simula l’accento british, che caratterizza l’interpretazione attoriale di questa attrice.

Nel manifesto di Four Sided Triangle abbiamo corpi nudi e la donna che catalizza il male, e lo sguardo. C’è il tema centrale della donna tipico della fantascienza classica europea, presente già in Metropolis, in un ideale imponente e ambiguo, che attraversa la cinematografia di questo periodo, che sconfina nell’exploitation, nel desiderio di chiamare a tutti i costi gli spettatori in sala, e l’erotismo, il nudo, e le tinte forti del manifesto.

Il film è tratto da un romanzo dal titolo “The 4 sided triangle” di William F. Temple del 1949, storia di forte richiamo, pubblicato su una delle riviste punto di riferimento nella fantascienza degli anni 50, diffusa e conosciuta in Italia tra gli amanti del settore, chiamata “Amazing Stories”. La copertina ci riporta immediatamente al riferimento femminile, al corpo femminile, la macchina e la donna. Nel 1953, nel romanzo Urania, compare questa storia con la copertina che Cezar, famoso illustratore di fantascienza dei romanzi di Urania, sceglie una gamma cromatica simile a quella di Amazing; una formula ancora più ambigua con l’unico uovo in cui vengono generate le due figure, che hanno corporeità e sensualità più evidenti, con chiari riferimenti cinematografici: Il drappeggio, il seno, la morbidezza, i capelli. I temi visivi, narrativi non circolano solo attraverso il cinema, ma in una dispersione di fonti.

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