Gioventù bruciata (1955): un vento di cambiamento

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Gioventù bruciata

Titolo originale: Rebel Without a Cause

Anno: 1955

Nazione: Stati Uniti d’America

Genere: drammatico

Casa di produzione: Warner Bros.

Distribuzione italiana: PIC

Durata: 111 min

Regia: Nicholas Ray

Sceneggiatura: Stewart Stern

Fotografia: Ernest Haller

Montaggio: William H. Ziegler

Musiche: Leonard Rosenman

Attori: James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo, Jim Backus, Ann Doran

Trailer di Gioventù Bruciata

Gioventù bruciata è un film del 1955 con protagonista il giovane James Dean, attore simbolo di una generazione. Morto prematuramente a causa di un incidente in auto, mentre stata terminando “Il Gigante”, quest’opera ha lanciato e diffuso l’immagine di Dean nella cultura di massa, di cui ancora oggi viene ricordato. Diretto da Nicholas Ray (Il diritto di uccidere, 1950; I diavoli alata, 1951; Dietro lo specchio, 1956), il film è stato candidato a tre premi Oscar (Miglior attore non protagonista a Sal Mineo, Nomination Miglior attrice non protagonista a Natalie Wood, Nomination Miglior soggetto a Nicholas Rayed) è stato inserito nella lista delle cento migliori pellicole statunitensi di tutti i tempi. Il lungometraggio negli anni ha ottenuto la nomea di film “maledetto” a causa della morte prematura dei tre protagonisti: Dean, Mieno assassinato a 37 anni nel 1976 e la Wood annegata nel 1981 a 43 anni.

Trama di Gioventù rubata

Un adolescente di nome Jim (James Dean) crea molti problemi ai genitori, a causa del suo carattere ribelle. Trasferitosi da poco con la famiglia in una nuova città, il ragazzo entra in contatto con alcuni coetanei della scuola. Preso di mira da un gruppo di bulli, Jim accetta di prendere parte a una sfida pericolosa, proposta dal capo banda. Nel frattempo si innamora della vicina di casa.

Fotogramma di Gioventù bruciata
Fotogramma di Gioventù bruciata

Recensione di Gioventù Bruciata

Nicholas Ray realizza un vero e proprio manifesto artistico. Il regista rappresenta in maniera perfetta, una nuova e intera generazione di ragazzi, che si sta affacciando alle pendici di un mondo. Gli anni del dopoguerra hanno creato una classe giovanile mai esistita fino ad allora e Ray è stato l’unico in grado di catturarla così intensamente in un film. La grandezza dell’opera risiede nella descrizione dei personaggi, e nell’essere riuscita a cogliere quel preciso mutamento che stava interessando la gran parte dei giovani. Specialmente la figura del protagonista si fa carico di quell’esatto cambiamento, diventando con il tempo il simbolo di una generazione, di cui ne incarna tutte le caratteristiche. La figura di James Dean è diventata immortale e ancora estremamente attuale ai nostri tempi, per via di una regia e una sceneggiatura di livello mostruoso. L’attore ha dato prova di tutto il suo talento, arrivando a trascendere il personaggio e a inserirsi in un’effettiva simbologia, privilegio che spetta solamente alle grandi personalità della storia. Gioventù Bruciata è anticipatore di quello che nel decennio successivo avrebbe preso piede e diffusione in diverse parti del mondo. Quel senso di ribellione che è possibile ritrovare nei movimenti studenteschi, che hanno scosso le sorti di numerosi paesi, a partire dalla metà degli anni sessanta, prende spunto da un certo tipo di costruzione caratteriale che Dean ha perfettamente rappresentato. La pellicola vuole mostrare il disagio che provano i ragazzi dell’epoca, di fronte a una società che oramai fa fatica a riconoscerli e a comprenderli. Il divario fra giovani e adulti è diventato sconcertante e la comunicazione fra le due parti si è fatta assente. La conseguenza di ciò porta a un malessere interiore difficile da colmare, in cui ognuno tenta come può di arginare il problema. L’immaturità che giustamente contraddistingue la loro età, li trascina in atti inconsapevoli. L’esempio visivo è la famosa sfida automobilistica che coinvolge due dei protagonisti. I ragazzi diventano quindi vittime di una società quanto più lontano possibile, dal comprendere loro i problemi, i quali sono figli di un vento di cambiamento, di cui la classe borghese e conservatrice non può e non riesce a identificare. Essi vengono perciò lasciati liberi di vivere una specie di anarchia, distante da ogni controllo. Gli adulti perdono sempre più quell’autorità che li caratterizza. Il racconto di questo disagio giovanile, anticipa quei sentimenti, che successivamente vengono trasformati in rabbia e disobbedienza civile, e che vanno a interessare quei ragazzi che con coraggio rifiutano un mondo diverso dalla loro interpretazione.

Rebel Without a Cause è il film che mi ha più completamente soddisfatto e penso che rimarrà valido per molto tempo ancora sia come testimonianza che come spettacolo. L’ultimo giorno di lavorazione io e Dean rimanemmo soli negli stabilimenti della Warner Brothers; tutti se ne erano andati a eccezione dei guardiani che sorvegliavano le strade di accesso. Noi indugiavamo ancora sotto i riflettori osservando se c’era qualcosa che avevamo dimenticato e non avevamo nessuna intenzione di abbandonare definitivamente quella esperienza. Dissi: “Andiamocene. Non abbiamo più niente da fare qui”. Dean salì sulla sua moto e io sulla mia auto e dal momento che le strade erano completamente vuote ritornammo in città a fortissima velocità. Quando fummo sull’Hollywood Boulevard ed egli, come un angelo alato sulla sua motocicletta con i piedi sul retro, corse via rombando a circa 90 miglia all’ora, capii che il film doveva finire così. Ma a uno stop ci fermammo per dirci: “Buonanotte”, e ancora non potevamo risolverci ad ammettere che il film era finito. Così andammo in un vicino ristorante aperto tutta la notte, prendemmo un breakfast molto in anticipo e poi ci dicemmo addio. Questo film ha costituito un esempio di stretta collaborazione con tutti coloro che vi hanno partecipato creativamente. Forse il finale o le scene immediatamente prima tra i genitori, il ragazzo e la ragazza avrebbero dovuto essere un po’ meno sentimentali. A ripensarci mi sembra di aver visto il padre in modo troppo caricaturale ma al momento della realizzazione del film mi sembrava necessario dal punto di vista del ragazzo che lo vedeva così.

Nicholas Ray, in Adriano Aprà, Intervista con Nicholas Ray, “Filmcritica”, n. 134, giugno 1963, pp. 327 ss
Fotogramma del film Gioventù Bruciata
Fotogramma del film Gioventù Bruciata

In conclusione

Il regista Nicholas Ray dimostra di essere totalmente in grado di saper cosa narrare e più che altro di come farlo. Le sue inquadrature sono ottime, merito di un’esperienza ormai maturata che denota uno stato di grazia che in pochi hanno vissuto. Il film è diventato estremamente importante, da divenire culto presso le future generazioni. La consapevolezza con cui è stata girata la pellicola è impressionante, tanto da collocarsi in un posto di primo piano nella storia. Ogni comparto tecnico, dalla fotografia alla scenografia mostra un livello altissimo. L’opera è entrata di diritto nella cultura di massa, grazie a un James Dean irripetibile.

Note positive

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Interpretazioni

Note negative

  • /
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