Gold – La grande truffa (2016): Alla ricerca di una (inusuale) mossa vincente

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Trailer italiano di Gold – La grande truffa

Diretto da Stephen Gaghan, vincitore dell’Oscar 2001 nella categoria miglior sceneggiatura non originale per Traffic (S. Soderbergh, 2000) e candidato nel 2006 per lo script di Syriana (S. Gaghan, 2005, film che valse l’Oscar come miglior attore non protagonista a George Clooney), Gold rappresenta il terzo lungometraggio del regista statunitense. Sceneggiato dallo stesso Gaghan in collaborazione con Patrick Massett e John Zinman, il film è ispirato alla storia di David Walsh e vanta Robert Elswit (Oscar 2008 per Il petroliere, P. T. Anderson, 2007) in qualità di direttore della fotografia oltre al duo di montatori cinematografici composto da Douglas Crise (The Beach Bum, H. Korine, 2019) e Rick Grayson. Il compositore Daniel Pemberton (Molly’s Game, A. Sorkin, 2017), che ha ottenuto una candidatura al Golden Globe 2017 proprio per Gold, musica il lungometraggio nominato per il Saturn Award nella categoria miglior attore protagonista (Matthew McConaughey) e migliore attrice non protagonista (Bryce Dalla Howard).

Trama di Gold – La grande truffa

Anni Ottanta. Kenny Wells (Matthew McConaughey) eredita la Washoe, una società di prospezioni minerarie, da suo padre (Craig T. Nelson). Tuttavia, a differenza del passato, gli affari si rivelano sempre peggiori, conducendo l’azienda a un passo dal fallimento. La difficile soluzione pensata da Wells consiste nel recarsi in Indonesia per incontrare il geologo Michael Acosta (Édgar Ramírez), ritenuto dal primo l’unico esperto in grado di far svoltare la propria società. Attingendo persino ai risparmi personali, Wells finanzia le ricerche di un giacimento d’oro nella foresta del Borneo, ma quando scopre finalmente ciò che cerca, gli interessi di Wall Street rischiano di far naufragare l’intera operazione come paventato dalla fidanzata Kay (Bryce Dallas Howard), estromettendo Wells dal suo più grande successo.

Matthew McConaughey in Gold – La grande truffa

Recensione di Gold – La grande truffa

Con una logica paradossale, Stephen Gaghan riesce a realizzare un lungometraggio capace di inserire un attore specializzato nei ruoli bonderline come Matthew McConaughey in un ambiente (e una sceneggiatura) che in quanto a estremizzazione rivaleggia costantemente con lui. Kenny Wells, l’imprenditore interpretato dal premio Oscar 2014 per Dallas Buyers Club (J. M. Vallée, 2013), è del resto perennemente bersaglio di una istituzione capace di emarginarlo, localizzandolo ai confini di quel mondo finanziario in cui la società di famiglia, quella Washoe specializzata in prospezioni minerarie, sembra rappresentare soltanto le rovine di quello che era. Ciò che in fondo è lo stesso Wells, figlio (e omonimo) di un padre che ha saputo raggiungere la vetta, conducendo l’azienda verso quell’orizzonte che, pur immaginario, ha rappresentato un punto di arrivo, una pozione da cui guardarsi indietro e dire: “ce l’abbiamo fatta”.

Un fotogramma del film diretto dal premio Oscar Stephen Gaghan

Tuttavia, la scomparsa di quest’ultimo, personaggio decisamente rilevante nella crescita di Kenny Wells, porta la Washoe a un passo dalla disfatta. Un punto (quasi) di non ritorno che però promuove una scelta fuori dall’ordinario, persino afferente a quella “vecchia scuola” da cui nessuno vuole e pensa di poter imparare qualcosa. È così che Wells incontra il geologo Michael Acosta. È così che Wells rischia la propria vita in una sperduta località dell’Indonesia. Cercando l’oro tra l’impervia vegetazione della foresta del Borneo, raccattando ogni denaro necessario in modi convenzionali o meno, con l’unica finalità di trovare quello che altri non hanno avuto il coraggio di cercare. Sotto tale aspetto, Wells raffigura un personaggio che, già negli anni Ottanta, appare superato (come previsto da Kay), nemmeno tenuto in considerazione da un ambiente ostinato a non integrarlo; a cui lui risponde, anche con una certa ossessione, tentando azioni poco convenzionali.

Édgar Ramírez nel ruolo del geologo Michael Acosta

Il Piccone d’oro, il premio più ambito dai cercatori, è in fondo il traguardo che più interessa a Wells. Un elemento che significa l’inserimento in una specie di lobby, dominata tuttavia da interessi profondamente discordanti. Se Kenny è interessato alla ricerca dell’oro, intesa come una conquista personale e la prova di una continuità nell’attività cominciata da suo nonno; Mark Hancock (Bruce Greenwood), dirigente di una società ben più quotata della Washoe, ambisce semplicemente a pagare Wells per estrometterlo da un affare che ritiene meramente finanziario. Non ci sono ideali in Hancock, nessun interesse rivolto alla scoperta dell’oro, a quel lento e logorante processo che Kenny stesso ha svolto in Indonesia, rischiando la vita per qualcosa che vuole solo essere comprato.

Édgar Ramírez, Matthew McConaughey e Bryce Dallas Howard

In effetti, il Gold di Stephen Gaghan è anche questo. Ovvero, una perseverante lotta tra chi prova ancora il piacere di scoprire qualcosa di nuovo e chi si limita a commercializzarla, tra chi crede nelle scommesse e chi preferisce la sicurezza. Caratteristiche (e differenze) che attraggono, proprio per la loro apparente follia, il geologo ben interpretato da Édgar Ramírez, che, come Wells, in fondo non ottiene la considerazione che merita. Per tali motivi, il film del cineasta nato a Louisville, si discosta fortemente dal pur indirettamente citato The Wolf of Wall Street (M. Scorsese, 2013), che descrive l’altro lato della barricata, quell’universo di trading che tanto si allontana dagli interessi di Kenny Wells. Un personaggio che non solo rappresenta l’ennesima notevole prova attoriale di McConaughey, ma anche – e direi soprattutto – un modello che Gaghan ha il merito di ricordare, menzionando quelle persone che manifestano ancora il coraggio di tentare qualcosa di apparentemente illogico. E che di tanto in tanto, possono riuscire, anche per vie trasversali, in un’impresa decisamente improbabile.

Un fotogramma di Gold – La grande truffa

Note positive

  • Le interpretazioni di Édgar Ramírez, Bryce Dallas Howard e soprattutto Matthew McConaughey
  • Il racconto di una storia carica di significato

Note negative

  • Nessuna da segnalare
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