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Hiroshima Mon Amour
Titolo originale : Hiroshima Mon Amour
Lingua originale: Francese, Giapponese, Inglese
Paese di produzione: Francia, Giappone
Anno: 1959
Genere: sentimentale, drammatico
Distribuzione: Globe
Durata: 90 min
Dati tecnici: B/N
Regia: Alain Resnais
Sceneggiatura: Marguerite Duras
Fotografia: Sacha Vierny, Takahashi Michio
Montaggio:Anne Sarraute, Jasmine Chasney, Henri Colpi
Musiche:Giovanni Fusco, Georges Delerue
Attori: Emmanuelle Riva, Eiji Okada
Trama di Hiroshima Mon Amour
Un’attrice francese ed un architetto giapponese trascorrono insieme un’intensa notte di passione. Da quel momento si sviluppa una relazione sofferta e clandestina, che non ha speranza di giungere ad un lieto fine. Infatti, improvvisamente, vengono alla luce gli spettri del passato, e tutto cambia.


Recensione di Hiroshima Mon Amour
Hiroshima Mon Amour è un film di Alain Resnais, presentato in concorso al dodicesimo festival di Cannes, si basa sul soggetto e sceneggiatura realizzate dalla scrittrice Marguerite Duras, conosciuta per molteplici romanzi tra cui il biografico L’amante da cui è stato realizzato un film da parte di Jean-Jacques Annaud nel 1991. La sua sceneggiatura originale venne candidata agli oscar nel 1961, inoltre questo lungometraggio è ritenuto uno delle maggiori opere facenti parte della Nouvelle Vague
Come te anch’io ho cercato di lottare con tutte le mie forze contro la smemoratezza. E come te ho dimenticato. Come te ho desiderato avere un’inconsolabile memoria, una memoria fatta d’ombra e di pietra. Ho lottato da sola con violenza, ogni giorno, contro l’orrore di non poter più comprendere il perché di questo ricordo. Come te, ho dimenticato.
Hiroshima Mon Amour
Nel 1959 Alain Resnais gira il suo primo lungometraggio, un film sicuramente complesso che si focalizza più sulle immagini e sulle sensazioni rispetto a tutto il resto. La trama viene destrutturata e resa semplice mezzo, come voluto dalla nuova corrente letteraria che si affermava in quel periodo la ” Nouvelle Vague. “
La storia inizia con le immagini dell’atomica su Hiroshima, un peccato di cui si è resa complice tutta l’umanità, per poi spostarsi nel silenzio di una camera, nell’abbraccio di due amanti. Lei è un attrice francese, lui un architetto giapponese, già qui si vedono i contrasti tra l’impulsività ed il razionale, tra due culture totalmente diverse. Eppure scoppia l’amore, ma non c’è futuro, poiché lui è sposato e quindi la loro passione è destinata a finire nell’oblio. Lei allora gli racconta di un suo amore giovanile vissuto a Nevers con un soldato, poi morto in guerra, che le ha lasciato una profonda cicatrice. Il dolore, gli amori, le immagini, i ricordi, tutto si sovrappone e si scompone in un groviglio ammaliante.
Tutto il mondo sembra girare intorno a loro e alla loro storia, un’avventura nata dalla disperazione di due anime spezzate, incapaci di ritrovare un solido rapporto con la realtà. L’estremo senso di sofferenza provato dall’uomo, simbolo di un popolo ancora provato dall’atomica, e la mancanza affettiva di lei, ancorata a un amore distrutto dalla guerra anni prima, dà origine all’alpha e l’omega di tutto il film: la necessità dell’amore di colmare i vuoti gettandosi nella passione senza dar troppo peso al lato razionale.
La separazione, per ritornare ognuno alle proprie esistenze, conduce a rivivere un altro doloroso distacco, provocato questa volte dalle attuali vite e dai vincoli morali, non dalla brutalità di un conflitto, ma non per questo è meno sofferta.
La vera protagonista di Hiroshima Mon Amour è la memoria, l’impossibilità di trattenerla e la fatalità dell’oblio. Le situazioni della vita, anche quelle più importanti, felici o dolorose, rischiano di restare preda della dimenticanza, del superamento, se non le si mantiene vive con la memoria. Ma essa è uno strumento difficile da utilizzare, da tenere vivido, ed anche Hiroshima è uscita sconfitta da questo: una delle pagine più terribili della storia dell’umanità non è riuscita ad insegnare niente.
Notevole l’interpretazione drammatica di Emmanuelle Riva, e buona anche la prova di Eiji Okada, che imparò il francese specificamente per questo film.
Da rivedere più volte.
Note positive :
- immagini suggestive
- atmosfera onirica
- interpretazione degli attori
Note negative :
- mancanza trama orizzontale