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Hospital Dumpster Divers
Titolo originale: Hospital Dumpster Divers
Anno: 2020
Paese: Norvegia
Produzione: Øystein Nesheim
Durata: 25 min
Regia: Anders Elsrud Hultgreen
Sceneggiatura: Anders Elsrud Hultgreen
Soggetto: Anders Elsrud Hultgreen
Fotografia: Geir M.V. Andersen
Montaggio: Anders Elsrud Hultgreen
Musiche: Martin Isak Bråthen
Attori: Sturla Alvsvåg, Thomas Aske Berg, Ingar Helge Gimle, Monika Solheim, Linda Tveiten
Trama di Hospital Dumpester
In un ospedale in cui si smaltiscono rifiuti organici e tossici, un operatore di nome Rasmus, dopo essere stato istruito dal manager dell’istituto riguardo ai Comandamenti del Riciclaggio, si trova a dover affrontare una creatura mutante nata dagli stessi rifiuti che sembra voler punire gli umani.
Recensione di Hospital Dumpster Divers
Scorrendo i titoli delle opere in concorso al Trieste Science+Fiction Festival, colpisce la quantità di prodotti che uniscono fantascienza e horror, generi spesso confinanti che si sono coniugati nel modo più significativo nel cinema di Cronenberg.
In Videodrome (1983), la contaminazione tra essere umano e apparecchio tecnologico esprime in senso mcluhaniano la mutazione interna dell’uomo quando nella società è introdotta una nuova tecnologia. Hultgreen, in Hospital Dumpster Divers, procede in modo analogo ma con sostanziali ribaltamenti: la contaminazione avviene infatti tra l’uomo e i rifiuti prodotti dall’uomo stesso, rifiuti che sono indistintamente organici e tossici. L’uomo, che è appunto il responsabile di tali rifiuti – fisiologicamente di quelli organici e intellettualmente di quelli tossici – parossisticamente riconosce nella creatura mutante un figlio, che nutre con il cibo dell’essere umano del futuro, ovvero pillole ansiolitiche. Angoscia e orrore sembrano quindi essere il destino dell’uomo di oggi, che si ritroverà da una parte indottrinato in quella che sembra a tutti gli effetti una religione del riciclaggio e dall’altra attaccato e infine contaminato dai rifiuti che lui stesso ha prodotto.
Visivamente il film riflette il proprio contenuto: l’estetica del trash e dello splatter, come lo stesso Cronenberg è stato in grado di fare, è realizzata con eleganza, la grafica dei titoli e le sembianze del mutante ricordano il cinema horror di serie B degli anni ’60 ma la fotografia e la regia, così come le tematiche, sono decisamente attuali e originali.
Lati positivi
- Tematiche attuali e interessanti
- Intelligente fusione di fantascienza e splatter
- Lato visivo originale e coerente
Lati negativi
- Nessuno