
I contenuti dell'articolo:
I segni del cuore (CODA)
Titolo originale: CODA
Anno: 2021
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: drammatico
Produzione: Vendôme Pictures, Pathé Films
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 111 minuti
Regia: Sian Heder
Sceneggiatura: Sian Heder
Fotografia: Paula Huidobro
Montaggio: Geraud Brisson
Musiche: Marius de Vries
Attori: Emilia Jones, Eugenio Derbez, Troy Kotsur, Ferdia Walsh-Peelo, Daniel Durant, Marlee Matlin, Amy Forsyth
I segni del cuore è una commedia drammatica del 2021 scritta e diretta dalla regista statunitense Sian Heder nonché remake del film francese La famiglia Bélier di Éric Lartigau del 2014. Presentato in anteprima nazionale al Torino Film Festival, il lungometraggio è candidato ai prossimi Oscar nelle categorie miglior film, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura non originale. In Italia è uscito direttamente per il mercato home video il 2 febbraio mentre in America è stato distribuito dalla piattaforma Apple TV+.
Trama I segni del cuore (CODA)
È stato un percorso molto lungo per tutti noi, e devo ringraziare Marlee e la sceneggiatrice e regista Sian Heder per aver combattuto per coinvolgere attori realmente sordi, creando un’esperienza realistica. Spero che questo crei nuove opportunità per le persone non udenti, per far sì che le cose migliorino.
Daniel Durant a
Ruby è una giovane ragazza appartenente a una famiglia di non udenti che a un certo punto della sua vita si trova a dover scegliere se abbracciare e perseguire la sua passione per la musica, e quindi il canto, oppure continuare ad aiutare la famiglia come interprete.

Recensione I segni del cuore (CODA)
Per dare vita ai personaggi del film sono partita letteralmente da alcuni schizzi. Era importante sviluppare soprattutto le figure dei sordi. Non volevo raccontare una storia che coinvolgesse una famiglia di non udenti, ma che si concentrasse solamente sulla persona in grado di sentire. Mi interessavano le dinamiche complesse, i conflitti e le incertezze di una famiglia in cui la dipendenza reciproca e i normali confini di una relazione vengono superati di continuo. al tempo stesso, la famiglia protagonista è incredibilmente amorevole e riesce ad andare avanti nonostante il forte coinvolgimento emotivo.
Sian He
Dopo cinque anni dall’esordio dietro la macchina da presa con Tallulah, la regista Sian Heder ritorna sul grande schermo con I segni del cuore (CODA in inglese), pellicola che ha ricevuto la sua anteprima durante il Sundance Film Festival 2021, riuscendo a portare a casa numerosi e prestigiosi premi.
A Gloucester, nel Massachusetts, vive Ruby Rossi (Emilia Jones), una giovane ragazza di 17 anni che, come riporta il titolo originale dell’opera, è una CODA (dall’acronimo Children of Deaf Adult)ossia persona udente cresciuta in una famiglia con i genitori sordi. La sua giornata inizia alle 3 del mattino quando, insieme al padre e al fratello maggiore, si reca sulla loro imbarcazione per aiutarli con la pesca, attività che intende intraprendere a tempo pieno una volta portati a termini gli studi scolastici. Il suo, infatti, è un ruolo fondamentale dal momento che fa da loro da interprete nei rapporti con gli altri grazie al linguaggio dei segni. A casa ad aspettarli c’è la madre Jackie (Marlee Matlin) anch’essa sorda e non propensa a socializzare con il resto della società. A causa della sua situazione familiare e dell’attività di peschereccio che porta avanti viene costantemente derisa ed emarginata dai suoi compagni di scuola, nonostante possa comunque contare sull’aiuto di Gertie (Amy Forsyth), la sua unica amica. Oltre a sapere parlare la giovane protagonista possiede un dono particolare: il canto. Analizziamo solo per un momento l’incipit: la pellicola si apre con una panoramica su un mare calmo e l’unico rumore che riusciamo a sentire è quello prodotto dalle onde. Successivamente abbiamo un cambio di inquadratura e da lontano possiamo scorgere una barca. A mano a mano che la macchina da presa si avvicina possiamo vedere che in realtà si tratta di un peschereccio e che a bordo si trova senz’altro una ragazza, grazie alla voce celestiale che sta cantando una canzone trasmessa per radio. Insieme a lei ci sono due uomini, i suoi familiari, che a causa della loro sordità non riescono, purtroppo, a sentire la sua voce.

Il canto per Ruby è tutto: non è solo una passione ma una vera e propria valvola di sfogo, un modo per dimenticare anche solo per un istante i problemi legati alla vita vera per immergersi nel suo mondo ideale, per stare bene e in pace con sé stessa. Si tratta in realtà di una bolla che si è costruita nel corso degli anni e che non ha mai permesso a nessuno di entrarci, questo per il semplice fatto che nessuno è a conoscenza di questa sua abilità, nemmeno i suoi compagni di classe che fin dal suo arrivo hanno cominciato a bullizzarla perché inizialmente parlava male. E proprio perché ha paura di non piacere e di fare una pessima impressione, quando finalmente decide di buttarsi iscrivendosi a un corso di canto, il primo giorno di presentazione viene assalita dal panico trovandosi improvvisamente gli occhi di tutti puntati su di lei per ascoltarla cantare quindi, spaventata, decide di fuggire dall’aula. Sarà solo grazie all’aiuto del professore Bernardo “Mr. V” Villalobos (Eugenio Derbez) che Ruby troverà la forza di farsi sentire per la prima volta (e non solo musicalmente parlando) anche se la strada per il suo sogno è solo all’inizio di una lunga salita.
A contrapporsi alla parola sono gli sguardi e i silenzi, quelli che circondano la famiglia della giovane protagonista, che vivono un periodo drammatico a causa delle continue tasse e sanzioni sulla loro attività di pesca. Una famiglia costantemente unita e compatta che, nonostante i problemi legati al lavoro, trovano sempre un modo per divertirsi e non sentirsi mai soli, incoraggiando la figlia a seguire i suoi sogni. Una sequenza in particolare testimonia l’amore che nutrono nei confronti di Ruby quando decidono di partecipare a uno spettacolo organizzato dalla scuola. Nonostante la mancanza di udito fanno affidamento su un altro senso, la vista, che li porta a scoprire come il pubblico sia commosso dalla voce della loro secondogenita.
Nel lungometraggio possiamo vedere come la cineasta abbia voluto inserire il filone del coming of age all’interno di un contesto del tutto nuovo, per l’appunto quello del mondo dei sordi, non descrivendoli quest’ultimi come persone verso cui provare pena o pietà. Un’altra scelta stilistica che si discosta dall’opera generale e la rende più realistica è la presenza nel cast di veri attori statunitensi sordo muti, come la vincitrice del premio Oscar Marlee Matlin, l’attore Daniel Durant (qui al suo esordio sul grande schermo) e Troy Kotsur, il primo attore sordo a vincere il SAG Awards 2022 come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione.
I segni del cuore è una pellicola sensazionale, toccante, una lettera d’amore che punta all’inclusione nei diversi modi in cui ci viene mostrato (la comunità che alla fine impara il linguaggio dei segni per dialogare con la famiglia Rossi, Ruby che trova un suo posto all’interno della società o addirittura il professore Villalobos, di origine straniera che mette radici in una terra nuova). È praticamente impossibile non provare empatia con tutti i personaggi, soprattutto con quello interpretato dalla giovane attrice Emilia Jones, che grazie alla sua performance con la canzone Both Sides Now di Joni Mitchell è riuscita a toccare l’anima dello spettatore.
Note Positive
- Sceneggiatura
- Recitazione attori
- Regia
- Tematiche
- Presenza di veri attori sordi
Note Negative
- /