Il colibrì (2022): rompere gli schemi alla ricerca di equilibrio

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Trailer del film Il colibrì

Film di apertura della 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Il colibrì – tratto dall’omonimo romanzo di successo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020 – aprirà ufficialmente le danze portando una ventata tutta italiana.

Diretto da Francesca Archibugi, Il colibrì vede come interpreti Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotinì Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli con la partecipazione di Nanni Moretti. Distribuito da 01 Distribution, Il colibrì uscirà nelle sale il 14 ottobre.

Il colibrì (2022)
Il colibrì (2022)

Trama di Il colibrì

È il racconto della vita di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), “il Colibrì”, una vita di coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. La storia procede secondo la forza dei ricordi che permettono di saltare da un periodo a un altro, da un’epoca a un’altra, in un tempo liquido che va dai primi anni ‘70 fino a un futuro prossimo.

È al mare che Marco conosce Luisa Lattes (Bérénice Bejo), una ragazza bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un’altra, a Roma, insieme a Marina (Kasia Smutniak) e alla figlia Adele (Benedetta Porcaroli).

Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori (Nanni Moretti), lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati.

Il colibrì (2022)
Il colibrì (2022)

Recensione di Il colibrì

La vita di Marco ruota tutta attorno alla famiglia, quella di origine e quella che nel tempo si è creato. Un’ombra però lo travolge in maniera intensa e perpetua: l’amore che ha sempre provato per Luisa, sua vicina nella casa al mare dei genitori. Una passione che travolge i ragazzi sin dal primo incontro e che continuerà per tutta la vita senza mai raggiungere il vero e proprio compimento.

Marco imparerà a domare quest’onda che lo spinge lontano dalla felicità e che lo coinvolgerà in una serie di tragedie volte a condizionare la sua vita. In primis la morte della sorella Irene (Fotinì Peluso), l’unica a capire realmente il ragazzo ma che non ha mai trovato comprensione attorno a lei.  Il forte disagio sempre espresso e mai capito la porterà a levarsi la vita a soli 24 anni proprio in quella casa al mare fulcro di ogni cosa. Ed è così che l’allontanamento tra Marco e Luisa ha origine, trovando nel corso degli anni varie riconciliazioni per quella che sarà per sempre una storia platonica.

L’immaginazione ha un ruolo cruciale per tutto il film: Marco e Luisa che immaginano una relazione che probabilmente li avrebbe resi felici ed appagati; Marina che crede reali cose che ha inventato; Adele che pensa di essere legata con un filo alle pareti. Spesso la realtà – seppur si prova a renderla al meglio – è deludente, rifugiarsi in “ciò che potrebbe essere” sembra l’unico modo per continuare a sopravvivere.

Il colibrì (2022)
Il colibrì (2022)

Marco risulta essere l’incarnazione di tutto ciò che la virilità rappresenta: è più minuto del fratello minore, – per questo la madre lo soprannomina “colibrì” – la sua bontà cela un’ingenuità che lo rende un uomo ben lontano dall’immaginario comune eppure così sincero. Tanto da non rendersi conto della gabbia in cui Marina si trova, una prigione creata da lei stessa che non riesce a star dentro degli schemi che la società ha voluto per lei: trovare la felicità per forza creando una famiglia. Personaggi che tentano disperatamente di evadere da modelli già predisposti.

Pierfrancesco Favino regala ancora una volta un’interpretazione degna di nota, incarnando le molte fasi della vita di un personaggio alla ricerca di equilibrio. Così come Kasia Smutniak, con un grosso lavoro alle spalle, dona a Marina quella completezza di cui è alla ricerca.

In giorni in cui si parla molto di salute mentale, l’uscita di Il colibrì cade a pennello. Questa tematica è largamente affrontata a più riprese, prima grazie al personaggio di Irene, passando per Marina arrivando sino ad Adele. Un tabù affrontato dal personaggio dello psicanalista di Marina (Nanni Moretti) che decide consciamente di rompere il segreto professionale per un bene più alto, dando peso a ciò che la donna gli racconta durante le sedute di terapia. Momenti essenziali per la vita della donna, che l’aiutano nel mantenere un superficiale equilibrio.

In conclusione

Il colibrì è un film che racconta una vita fatta di privilegio e di dolore, capace di rappresentare una borghesia senza classificarla o schematizzarla. Salti temporali cruciali per comprendere fino in fondo un dramma familiare che diventa interiore, alla ricerca della felicità che passa attraverso il semplice apprezzare la vita per quella che è.

Note positive

  • Aver affrontato la tematica riguardante la salute mentale
  • Le intepretazioni

Note negative

  • /
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