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Il diario di Bridget Jones
Titolo originale: Bridget Jones’s Diary
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d’America, Francia
Anno: 2001
Durata: 93 minuti
Genere: commedia, sentimentale
Produzione: Universal Pictures, Little Bird, StudioCanal, Working Title Films
Produttore: Tim Bevan, Johnatan Cavendish, Eric Fellner, Peter McAleese
Produttore esecutivo: Helen Fielding
Regia: Sharon Maguire
Sceneggiatura: Helen Fielding, Richard Curtis, Andrew Davies
Soggetto: Helen Fielding
Fotografia: Stuart Dryburgh
Montaggio: Martin Walsh
Musiche: Parick Doyle
Attori: Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth, Gemma Jones, Jim Broadbent
So già quello che molti di voi staranno pensando: ecco l’ennesima commedia infantile. Nulla di più errato! Qui sotto vi spiego perché. Preparatevi ad entrare nel magico mondo dell’esuberante Bridget Jones.
Trama de Il diario di Bridget Jones
Bridget Jones (Renée Zellweger) è una dipendente d’ufficio britannica sulla trentina, goffa ed impacciata, che sta cercando di affermarsi nel mondo del lavoro. Fuma, beve, dice parolacce ed è rigorosamente single, insomma, la classica ragazza che vive un po’ allo sbaraglio. Un giorno inizia a scambiarsi messaggi maliziosi con il suo capo, il playboy Daniel Cleaver (Hugh Grant) e da quel momento se ne innamora perdutamente.
Un’altra figura però si sta insediando in punta di piedi nella vita di Bridget: si tratta del tenebroso Mark Darcy (Colin Firth), uomo d’affari e amico d’infanzia, misterioso e indecifrabile. La giovane donna ne è attratta, ma è anche riluttante alla sua presenza a causa del fare arrogante e delle voci contrastanti che si sentono in giro sul suo conto.
Alla fine chi sceglierà la nostra eroina, l’affascinante bad boy o il raffinato intellettuale?
Recensione di Il diario di Bridget Jones
Il diario di Bridget Jones è il capostipite di una nuova tipologia di Rom-com: è raro che un appassionato del genere non lo abbia mai visto. Oltre ad essere una delle commedie rosa più riuscite di sempre a livello di critica e di pubblico, la trasposizione del romanzo di Helen Fielding si distacca dal classico canone fallace dei film americani, in cui si ragiona secondo clichè visti e rivisti sul ragazzo che si scontra con la protagonista per strada, che la aiuta a raccogliere i libri caduti e –magari! – le lascia anche il numero di telefono dopo essere rimasto folgorato dalla sua bellezza disarmante. Oh no.
Bridget è una donna perfettamente ordinaria, che non tende alla caricatura – sebbene alcuni tratti siano ovviamente esagerati – e in cui chiunque si può ritrovare, così come la trama che, per quanto semplice, racchiude in sè una buona dose di originalità e di realismo che permette alla pellicola di essere apprezzata da entrambi i sessi.
Bridget e Mark Darcy nella scena iniziale del film Daniel Cleaver
Il libro da cui è tratto il film è la rivisitazione in chiave moderna del celeberrimo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, con l’aggiunta di comicità in abbondanza e una vena ribelle in più. Non a caso ritroviamo qui nei panni di Mark Darcy proprio Colin Firth, attore che aveva già interpretato l’omonimo nella serie TV della BBC basata sul romanzo di Austen.
Tirando le somme questa è la pellicola perfetta da vedere quando si è un po’ giù di morale, con il cervello affollato di pensieri e magari non si ha la testa per seguire un film impegnativo: vi terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine, vi farà ridere di gusto e non mancherà qualche momento riflessivo! E potrete riguardarlo ogni volta che vorrete, perché non stanca mai.
Il diario di Bridget Jones in breve
“A Bridget, che non sa cucinare…ma che ci piace così com’è!”
-Tom, Sharon e Judd citando Mark Darcy, Il diario di Bridget Jones
Che altro aggiungere? Una delle commedie più esilaranti dell’ultimo ventennio, con una colonna sonora incalzante, una trama scoppiettante e un buon apparato tecnico (seppur non eccelso). Degna di nota anche la performance di Zellweger che grazie a Bridget si guadagnò una candidatura all’Oscar.
PUNTI DI FORZA
- divertentissimo
- realista
- dal ritmo incalzante
PUNTI DI DEBOLEZZA
- nessuno in particolare
Condivido in pieno il tuo pensiero! Non è la classica commedia dove si ride e basta.
Bridget è un simbolo per tutte le donne insicure e insoddisfatte della propria vita e del loro aspetto fisico, un simbolo per tutte le donne trentenni anni ancora single che subiscono la pressione della propria madre.
Viene distrutta quell’immagine di donna perfetta lasciando spazio alla nostra semplicità, insicurezza e anche alla nostra goffaggine. Non ho ancora avuto modo di leggere il libro per fare un confronto tra le due opere.