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Il mio vicino Totoro
Titolo originale: となりのトトロ Tonari no Totoro
Anno: 1988
Paese di Produzione: Giappone
Genere: animazione, fantastico
Casa di produzione: Studio Ghibli
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 86min
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Soggetto: Hayao Miyazaki, Kubo Tsugiko
Montaggio: Takeshi Seyama
Scenografia: Kazuo Oga
Character Design: Hayao Miyazaki
Musica: Joe Hisaishi
Doppiatori Originali: Noriko Hidaka, Chika Sakamoto, Shigesato Itoi, Sumi Shimamoto, Hitoshi Takagi, Tanie Kitabayashi, Yūko Maruyama.
Doppiatori Italiani: Letizia Ciampa, Lilian Caputo, Oreste Baldini, Roberta Pellini, Vittorio Amandola, Liù Bosisio, George Castiglia.
Secondo film ufficiale dello Studio Ghibli, “Il mio vicino Totoro (1988)” è riuscito a consacrare a livello mondiale non solo l’animazione giapponese ma anche l’immenso talento di Hayao Miyazaki. Inoltre, il personaggio di Totoro ha avuto un impatto e un successo così grande che lo studio deciderà da lì in poi di usarlo come logo ufficiale.

Proviamo a ridere tutti, così metteremo in fuga gli spauracchi!
Tatsuo – Il mio vicino Totoro (1988)
Trama Il mio vicino Totoro (1988)
Due ragazzine, Mei e Satsuki, per stare più vicine alla madre malata si trasferiscono, insieme al padre, in una casa di campagna vicino all’ospedale. Presto le due ragazzine scopriranno che la foresta che circonda la casa sarà abitata da strane creature chiamate Totoro. Insieme a queste buffe creature, Satsuki e Mei vivranno delle magiche avventure.

Mei deve avere di certo incontrato il signore di questo bosco. E questa è una cosa tanto fortunata. Però… non lo si può mica incontrare sempre!
Tatsuo – Il mio vicino Totoro (1988)
Recensione de Il mio vicino Totoro
È sconcertante che un film che ha avuto un impatto così importante non solo in patria, ma anche nel resto del mondo, in Italia sia ancora praticamente sconosciuto. Questo è anche dovuto dal fatto che purtroppo, questa perla dell’animazione giapponese, nelle nostre sale è arrivata solamente nel 2009 cioè praticamente venti anni dopo la prima proiezione in Giappone. Nonostante i lavori più complessi precedenti dello studio come “Nausicaä della Valle del Vento” e “Laputa – Castello nel cielo”, dove la trama era decisamente più complessa, in Totoro invece è molto evidente il fatto che la trama del film è piuttosto lineare e senza intrecci complicati. Questo però non incide per nulla sulla qualità finale della pellicola, perché questo lungometraggio è leggero, gradevole e soprattutto è un film sui bambini, per bambini ma la cosa più importante che ci fa’ vedere il mondo attraverso gli innocenti occhi dei bambini. Satsuki e Mei, insieme al padre, decidono di trasferirsi in questa casa di campagna che ha la fama di essere stregata, così le due bambine inizieranno a esplorare tutto il mondo che le circonda facendo anche la conoscenza degli spiriti della foresta e di Totoro. Il film però oltre alle piacevolissime citazioni ad Alice nel paese delle meraviglie e alla valorizzazione della vita di campagna giapponese degli anni 50’ rappresenta sicuramente molto più.


Miyazaki riesce a mettere in evidenza quasi tutte le fasi dello sviluppo interiore del bambino, ad esempio attraverso i contatti con il cambiamento, lo sconosciuto e col diverso, insomma, tutte quelle cose che sono arrivabili solo grazie all’immaginazione dei bambini. Temi e argomenti che sicuramente anche i più grandi riusciranno ad apprezzare grazie anche al fattore nostalgia della propria infanzia. Ma quello che riesce a sorprendere di più, di questa perla dello Studio Ghibli, è la sua perenne concretezza e curiosità. Infatti, la trama si differenzia molto da altre pellicole dello studio nipponico in quanto non sarà principalmente incentrata su una minaccia, ma bensì sulla esplorazione dell’ignoto. Satsuki e Mei non saranno mai spaventate o in allerta ogni volta che andranno alla scoperta o scopriranno qualcosa di nuovo, ma saranno sempre eccitate e curiose a rimarcare il fatto che l’ignoto non spaventa ma mette solo più curiosità. Nel Il mio vicino Totoro poi ci saranno anche diversi temi che sia lo studio ma più precisamente il maestro Miyazaki svilupperanno in maniera molto più approfondita in seguito, come ad esempio il rapporto con la natura e il vivere in comunione con essa. Totoro, come la maggioranza dei film dello Studio Ghibli, è un vero piacere per gli occhi, le animazioni e il tratto morbido del maestro Miyazaki ci fanno immergere completamente in questa favola ad occhi aperti.


In conclusione
Il mio vicino Totoro (1988) è sicuramente uno dei più classici film dello studio giapponese, una favola alla scoperta dell’ignoto e alla riscoperta del fanciullo che è dentro di noi. Un film che non promette le classiche avventure dove c’è un nemico da sconfiggere, ma soltanto una storia piena di meraviglia e di divertimento.
Note positive
- Le animazioni ma anche tutto il comparto visivo è di altissimo livello.
- Un film che mette in mostra tutto quello che serve per una crescita interiore sana.
- È una favola innocente e poetica dove la curiosità ne fa da padrona, rendendo la storia di Satsuki e Mei davvero indimenticabile.
- Totoro è un amabile personaggio che con le sue iconiche apparizioni rendono l’intreccio del film ancora più unico.
Note negative
- L’adattamento italiano lascia un po’ a desiderare ma che comunque rimane ancora godibile.
- Per chi si aspetta azione o un nemico da sconfiggere, rimarrà pienamente deluso ed annoiato dal film.