Il paradiso del pavone (2021): il coraggio di esistere

Il paradiso del pavone

Titolo originale: Il paradiso del pavone

Anno: 2021

Nazione: Italia

Genere: Drammatico

Casa di produzione: Vivo film, Rai Cinema, Match Factory Productions

Distribuzione: Nexo Digital, FICE

Durata: 89 minuti

Regia: Laura Bispuri

Sceneggiatura: Silvana Tamma, Laura Bispuri

Fotografia: Vladan Radovic

Montaggio: Carlotta Cristiani, Jacopo Quadri

Musiche: Nando Di Cosimo

Attori: Dominique Sanda, Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Carlo Cerciello, Fabrizio Ferracane, Leonardo Lidi, Tihana Lazović

Trailer ufficiale de Il paradiso del pavone, dal 16 giugno al cinema.

Il paradiso del pavone è un film drammatico del 2021, diretto da Laura Bispuri, al suo terzo lungometraggio. La pellicola, prodotta da Vivo film con Rai Cinema e Match Factory Productions, è stata presentata alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti. Il film arriva nella sale italiane il 16 giugno 2022.

Trama de Il paradiso del pavone

In una giornata d’inverno, Nena riunisce la famiglia per festeggiare il suo compleanno, nella sua abitazione che si affaccia sul mare. Il nucleo familiare è stravagante e variegato, e tra gli ospiti vi è anche un pavone di nome Paco, appartenente alla compagna di suo figlio, Adelina. Delle azioni di questo animale provocheranno nella famiglia turbamenti ed emozioni prima celate; amori e sentimenti scomodi verranno così naturalmente alla luce.

Dominique Sanda in una scena del film

Recensione de Il paradiso del pavone

Siamo così fragili.

 Adelina (Alba Rohrwacher)

Il pavone è l’elemento centrale e ricco di simbolismo del terzo film della regista Laura Bispuri, che aveva già colpito per la sua sensibilità e originalità nei suoi primi lavori, (da menzionare la pellicola Vergine giurata, in cui troviamo protagonista la sempre splendida Alba Rohrwacher, presente in un ruolo molto importante anche in questo terzo lungometraggio). Simbolo di morte e resurrezione, di vita eterna, il pavone rappresenta la trasformazione e la resilienza, poiché questi animali sono in grado di ingerire il veleno dei serpenti senza risentirne, e di acquisire piume più belle nel momento in cui le perdono. Ed è proprio di trasformazione e di resurrezione da uno stato di perenne stasi e menzogna, ciò di cui narra questo film; è la rappresentazione di una famiglia non proprio tradizionale, cosiddetta ‘allargata’, e delle insicurezze, bugie e tradimenti che caratterizzano ogni componente.

Fotogramma de Il paradiso del pavone

E’ dunque la tipica, e spesso narrata nel cinema, indagine sulla famiglia, che tenta faticosamente di costruire e reggere una facciata che, inevitabilmente, crolla sulle sue incomprensioni. Ricorda e cita alcuni film del genere, nella sua impostazione teatrale (quasi del tutto ambientato nella casa della protagonista, Nena), nelle tematiche trattate, nei drammi familiari che esplodono in toni tragici; pellicole straordinarie come I segreti di Osage County, di John Wells, e E’ solo la fine del mondo, dell’enfant prodige Xavier Dolan. Pur non raggiungendo la potenza e la completezza narrativa delle opere citate, Il paradiso del pavone ritrova la sua originalità nell’intruso animale che sceglie di inserire; è l’oggetto che ricopre il ruolo di provocatore della tragedia, ma è anche il deus ex machina, il risolutore, colui che innesta il processo di trasformazione di tutti i personaggi presenti.

Scena del film Il paradiso del pavone

Il pavone vaga su un terreno ostile, in cui camminano tutti gli altri personaggi, prede della loro isteria, intenti a nascondere le loro menzogne, a conversare con l’altro senza mai farlo davvero, rimanendo sempre sulla superficie dei rapporti che instaurano con l’altro, rapporti disfunzionali basati su un instabile equilibrio: una corda che, sempre più tesa, è alla fine destinata a spezzarsi. Simbolica dunque una scena di particolare tensione in cui il pavone apre le sue ali; la ruota del pavone non è infatti solo simbolo noto di vanità, poiché usata nella fase del corteggiamento, ma è anche un’arma di difesa, in caso di predatori vicini. Le ali come protezione da quell’ostilità e sentimenti negativi che in quell’ambiente rappresentato aleggiano pesanti come macigni: matrimoni finiti e nascosti, traumi (purtroppo alcuni appena accennati) dei protagonisti, incomprensioni irrisolte, le complicazioni della vita, dell’amore, della crescita, semplicemente la fragilità dell’essere umano. Questo momento sarà la miccia che lentamente darà fuoco, metaforicamente, alla casa della protagonista (casa per altro simbolo dell’interiorità dell’uomo, della psiche) ciò che disgrega definitivamente gli equilibri; da lì non sarà più lo stesso. Il volo del pavone fuori dalla casa e le conseguenze di questo gesto, sanciranno la resa dei conti e la conseguente trasformazione di tutti i personaggi.

Il paradiso del pavone

Il film è strutturato in modo circolare: la prima e l’ultima sequenza sono ambientate in macchina, dove si tenta di delineare, con poche inquadrature, le personalità dei presenti, prima e dopo la ‘trasformazione’. La regia inquadra bene la coralità dei protagonisti, riuscendo a dare quella caratterizzazione che viene meno nella scrittura della sceneggiatura, e la fotografia, con i suoi toni caldi, accarezza i corpi degli attori, rendendo l’ambientazione quasi sospesa nel tempo e nello spazio. Le performance sono perfettamente credibili e in parte, e sono proprio ciò che riesce a distogliere l’attenzione sui difetti e le mancanze di questa pellicola. Alcuni personaggi risultano infatti appena abbozzati e troppe storie sono solo accennate e scarsamente approfondite a discapito di altre; le relazioni, reazioni e conversazioni risultano a tratti artificiose, e questo rende difficile al pubblico entrare in empatia con tutti i componenti della famiglia.

Il paradiso del pavone

In conclusione

Il paradiso del pavone, seppur con i suoi difetti, risulta piacevole e interessante, nella sua esecuzione e nei suoi simboli, nella descrizione commuovente che fa della fragilità dell’essere, dell’esistere, delle difficoltà date dal relazionarsi con gli altri.

Note positive

  • Spunti di riflessione e simboli interessanti
  • Regia
  • Fotografia
  • Interpretazione degli attori

Note negative

  • Scrittura a tratti artificiosa
  • Alcuni personaggi troppo abbozzati

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