Il regista Jonas Poher Rasmussen incontra il pubblico in sala per parlare del suo film Flee

Nel terzo giorno di Aprile all’ Anteo Palazzo del Cinema di Milano, dopo una proiezione speciale v.o sottotitolata, il regista danese candidato ai Premi Oscar 2022 Jonas Poher Rasmussen ha incontrato il pubblico in sala per raccontare l’acclamato documentario animato Flee. Nell’incontro, tenuto da Andrea Valmori della redazione Longtake, il regista e Andrea Romeo, distributore dell’opera in Italia, hanno risposto a diverse domande inerenti la realizzazione e l’interpretazione dell’opera.

Andrea tu hai lavorato spesso a opere documentaristiche, volevo sapere come hai scoperto il film e come hai deciso di portarlo in Italia?

Andrea Romeo (fondatore della casa di distribuzione I Wonder Pictures): Un giorno ero a Cannes, mi chiamano e mi dicono “Andrea c’è un progetto che devi assolutamente vedere, un progetto che vincerà il Sundece è arriverà all’ Oscar”. Questo cinque anni fa. Noi avevamo un sacco di dubbi nonostante ci piacesse la storia, questo perchè in Italia l’animazione per adulti non è un prodotto facile da portare al pubblico. Tutto quello che doveva succedere, alla fine è successo e ci ha reso felici scoprire quanto il film fosse attuale, e una chiave straordinaria per leggere il nostro presente.

Jonas, come hai gestito le differenze tra i paesi che vengono mostrati nel film?

Jonas Poher Rasmussen (regista): Ci siamo resi conto io e Amin durante la realizzazione del film di quanti siano stati i punti di contatto e le passioni che ci accumunavano, come ad esempio quella di Jean-Claude Van Damme, nonostante i nostri paesi fossero così geograficamente e culturalmente distanti.

Quanto è stata importante la musica per te, per Amin e per questo film?

Jonas Poher Rasmussen (regista): La musica è composta da una serie di canzoni appartenenti alla cultura pop che Amin ascoltava nel suo walkman. Quando gli chiesi che cosa ascoltasse mi aspettavo di sentire titoli di canzoni afgane da me sconosciute, invece rimasi sorpreso nel scoprire che ascoltava la mia stessa musica.

Nonostante le tristi tematiche toccate nel film hai voluto concludere il racconto con una nota di speranza, come è arrivato questo finale?

Jonas Poher Rasmussen (regista): Inizialmente non sapevo come sarebbe finito il film, la mia idea è stata però quella di seguire la vita di Amin fino ad oggi, quando lui e il suo compagno sono riusciti a trovare una casa in cui vivere. Allo stesso modo credo che l’ottimismo derivi anche dall’amicizia che mi lega ad Amin e la voglia che avevo di mostrarlo nella sua interezza.

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