Intervista a Sydney Sibilia e al cast sul film L’incredibile storia dell’Isola delle Rose

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Diretto da Sydney Sibilla, L’incredibile storia dell’isola delle Rose è un film originale Netflix che verrà distribuito a partire dal 9 dicembre. ( Qui trovate la recensione del film italiano)

Come si è realizzata questa produzione e la distribuzione. Come è nata dal punto di vista produttivo L’incredibile storia dell’Isola delle Rose.

Teresa Moneo (produttrice): A Netflix pensiamo che le storie possono venire da qualsiasi luogo e possano viaggiare ovunque, questa storia in particolare ha attirato la nostra immaginazione e dall’entusiasmo mostrato da Matteo Rovere e in particolare dalla visione di Sydney Sibilia. Abbiamo letto la sceneggiatura e ci siamo resi conto che era una storia al contempo molto locale e molto italiana, nello specifico per ciò che riguarda il periodo di tempo che si va a raccontare, ma al contempo era una storia che conteneva vari elementi che possono trovare eco e identificazione anche in un pubblico maggiormente internazionale.

Matteo Rovere (produttore): Il film è nato da Sydney e Francesca, abbiamo subito il fascino di un personaggio come Giorgio Rosa, il percorso che ha avuto e come la sua volontà di rendere concreto utopistico di libertà avesse avuto un riflesso che non è però così tanto noto in Italia come merita. Era una storia tipica del cinema di Sydney: un po’ folle ma radicata in maniera forte entro un territorio. Abbiamo poi trovato in Netflix un partner che ci ha aiutato a costruirlo e immaginarlo all’interno di questa visione internazionale, mostrando come il film avesse una natura locale ma con un potenziale per essere compreso da tante culture diverse. Questa collaborazione anche per Groenlandia è stata importante.

Questa storia è rimasta nascosta e quando la guardi dici “neanche uno sceneggiatore l’ha potrebbe inventare”, quindi come l’avete ripescata questa storia e come vi siete approcciati a questo argomento?

Sydney Sibilla (sceneggiatore e regista): L’idea nasce in quel periodo in cui uno è li a cercare storie e stavamo scrivendo Smetto quando voglio 2 e 3 che sono due storie che devi scrivere tenendo sempre Wikipedia aperto perché erano piene di tecnicismi umanistici e scientifici, e a un certo punto sulla home page di Wikipedia c’era un riquadrato tipo Non tutti sanno che… e c’era scritto Isola delle rose micronazione. Questo termine mi ha stuzzicato così ci clicco sopra e leggo una storia incredibile, di quelle che ti chiedi ma perché non ci hanno mai fatto un film. Così ne parlo con Francesca e dicemmo che praticamente era un film già fatto infatti per scriverlo abbiamo impiegato solo un anno e mezzo

Francesca Manieri (sceneggiatrice): La prima scaletta l’abbiamo scritta mentre finivamo di scrivere Smetto quando voglio 3. La cinematografia di Sydney è molto chiara, portando al cinema un tema autoriale molto forte che si basa sul rapporto tra la libertà individuale e il potere costituito, tematica che poi viene enunciata nel film dal personaggio di Gabriella in cui si parla di diritto positivo e naturale all’interno di un lungometraggio che parla di libertà negative e positive, del complesso rapporto tra queste due cose. La storia dunque mi sembrava molto aderente al regista e aveva tanti rischi e tante occasioni, era difficile immaginare un film in cui gli antagonisti erano gli uomini di Aldo Moro, gli uomini della patria e della costituzione.

L'incredibile storia dell'Isola delle Rose il cast
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose il cast

Elio Germano come ti sei approcciato a interpretare il personaggio e cosa ti ha colpito di più del film o del carattere a cui hai dato vita.

Elio Germano (il protagonista del film): Una delle cose che mi ha colpito di più andando a fare interviste ai reduci di quell’epoca a Bologna per sentire come parlavano per riproporre quell’accento. È uscito fuori il racconto di un epoca in cui si faceva un po’ a gara di chi la faceva più strana e questo mi ha molto colpito rispetto al clima di omologazione di oggi in cui tutti cercano i like, di essere adeguati agli altri invece di differenziarci. Quindi questa gara di essere più strambi e strani di tutti è stato il vero motore di questo personaggio, non è che la sua fosse un impresa ideologica o di chissà di che tipo, era un idea di poter fare una cosa da soli ed proprio questa differenza con oggi che mi ha colpito, dato che oggi si fa la gara più a nascondersi e scomparire. Per l’interpretazione, una volta tanto, non mi sono riferito al personaggio reale ma mi sono lasciato andare alla libera interpretazione.

Luca Zingaretti che effetto ti ha fatto interpretare Leone e quale attualità ha secondo te questa storia?

Luca Zingaretti (attore): Per quelli della mia generazione Leone è stato un politico molto importante soprattutto nel periodo del suo settennato, quindi ovviamente è stato divertente riandare a rivisitare quei momenti storici. Gli anni ’60 vengono ricordati o per il boom economico o per la contestazione del ’68, invece questo film racconta che sono stati degli anni meravigliosamente folli come le vicende di questa storia. Inoltre questo è un film che piace a me perché è divertente e leggero ma dentro ci sono tanti spunti di riflessione

Tra Smetto quando voglio e L’incredibile storia dell’Isola delle Rose ci sono delle analogie?

Sydney Sibilla (sceneggiatore e regista): Mentre in Smetto quando voglio mi piaceva raccontare la forza della banda e di quanto poi messi insieme siamo invincibili qui volevo mostrare la forza di uno solo. Il vero centro era che ognuno di noi è potentissimo e se il mondo non ti piace te lo puoi fare il mondo, niente è impossibile. Mi piace che lui l’isola l’abbia fatto il 1 maggio del 1968, il giorno in cui la gente scendeva in piazza e spaccavano tutto per un mondo migliore, lui senza saperne molto del 1968 perché a quei tempi le notizie viaggiavano lentamente, il mondo migliore è semplicemente quello costruito ed era questo che mi interessava raccontare.

Gabriella è una donna autonoma che sa prendere le sue decisioni da sola. E’ questo l’aspetto che ti ha maggiormente interessato del personaggio?

Matilda De Angelis (attrice): Mi piaceva l’idea di raccontare una donna allo stesso tempo figlia del suo tempo ed estremamente all’avanguardia ma in una maniera consapevole e naturale, mi piaceva che Gabriella fosse un associato di diritto nazionale, che vivesse questo contrasto interno tra il suo sogno di essere parte di quel mondo utopico, di quel senso di libertà che gli appartiene ma allo stesso tempo in quanto donna e figlia del suo tempo sa che esistono regole e status da rispettare, si deve sposare e seguire il sogno folle di un pazzo come Giorgio Rosa è troppo.

la costruzione de l'isola in L'incredibile storia dell'Isola delle Rose
La costruzione de l’isola L’incredibile storia dell’Isola delle Rose

Com’è stato andare a realizzare l’isola?

M. Rovere (produttore): L’isola era stato il problema maggiore dall’inizio del film, quindi abbiamo pensato se ci fosse una strada per farla reale all’interno del mare ma ci siamo resi conto che era praticamente impossibile sia da un punto di vista normativo che logistico, quindi alla fine l’abbiamo realizzata nell’infinity pool di Malta che sono dei giganteschi studios fatti proprio all’interno nell’acqua che non sono altro che enormi piscine nelle quali Tonino Zera ha realizzato la costruzione dell’isola che poi è stata implementata con gli effetti speciali. L’esigenza di Sydney era quella di avere un isola che fosse veramente in relazione con il mare.

Che collaborazione c’è stata con la famiglia di Giorgio Rosa?

Sydney Sibilla (sceneggiatore e regista): Ho incontrato Giorgio Rosa di persona quattro anni fa nella sua casa di Bologna quando aveva 92 anni ed è stato un incontro stupendo perché prima di girarlo e di fare il film c’erano delle cose che mi interessava capire come cosa si fosse veramente dietro a quell’isola. Inoltre molte cose presenti nel film come la tempesta sono avventure reali che mi ha raccontato Giorgio Rosa in prima persona. Non volevo fare un film ispirato da una storia vera ma un film tratto da una storia vera, se uno guarda il film le cose più strane sono vere mentre quelle normali sono romanzate. Il nostro principale lavoro è stato quello di restringere la linea temporale del film perché lui ha impiegato un po più di tempo per costruire l’isola e la distruzione non è avvenuta così in fretta

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