Intervista su Raya e l’Ultimo Drago

59esimo classico Disney, Raya e l’Ultimo Drago arriva direttamente sulla piattaforma on demand dal 05 marzo su Disney Plus, dove è inizialmente visibile attraverso un Accesso Vip. Per scoprire la recensione, il cast e la trama del lungometraggio d’animazione andate qui. In questo articolo trovate qualche riflessione e approfondimento sul film da parte dei produttori, animatori e registi che hanno lavorato al progetto audiovisivo.

Parlando della protagonista la produttrice Osnat Shurer afferma “A Raya è stato portato via tutto, è completamente sola. Non le è rimasto nulla, a parte la spada di suo padre, il suo amico Tuk Tk e il frammaneto di un oggetto che potrebbe essere magico. Si avventura nel mondo di Kumandra alla ricerca dell’ultimo drago, Sisu, con la speranza di riportare la pace nella sua terra”, il regista Don Hall continua “Nel suo viaggio personale, Raya dovrà imparare a fidarsi, dopo che la sua fiducia è stata profondamente spezzata quando era una bambina”, il co-regista Carlos López Estrada continua “Senza la fiducia, non si può raggiungere un senso di coesione, e Raya do vrà imparare a fidarsi di un gruppo di estranei per riuscire a riunire Kumandra”

Gli sceneggiatori Qui Nguyen e Adele Lim sono originari del sud – est asiatico e si sono ispirati alla loro cultura per sviluppare i personaggi di Raya e Sisu. Adele Lim afferma: “Nel sud – est asiatico c’è una grande tradizione di capi, comandanti militari e guerriere di sesso femminile. E anche i sovrani di alcuni regni erano donne. Inoltre ci siamo ispirati alle leggende dei Naga e dei draghi, soprattutto quelli legati all’acqua. In Malesia abbiamo avuto la guerriera Tun Fatimah e ci sono leggende che raccontano la storia di Naga Tasik Chini, il drago del lago Chini. I Naga e i personaggi femminili forti sono presenti in molte culture del sud – est asiatico, quindi sapevamo che avrebbero dovuto essere elementi importanti all’interno del film” Nguyen continua “Senza alcun dubbio, sia io che Adele ci siamo ispirati ai nostri genitori per delineare le famiglie presenti nel film. Nello specifico, mi sono ispirato a mia madre. So cosa ha dovuto affrontare quando è arrivata in questo paese. Ha uno spirito combattivo. Mi sono ispirato anche al tipo di energia che possiede il nostro popolo, che non si vede molto spesso sullo schermo. Per noi era importante mostrare al mondo il vero spirito del sud-est asiatico”

Parlando del tondo della storia la sceneggiatrice Adele Lima afferma: “Il tono principale che volevamo ottenere era legato all’amore per il nostro mondo, la nostra famiglia e la gioia.Con un progetto così fantasioso, volevamo trovare dei punti di riferimento emotivi per il nostro personaggio e il suo viaggio, che avessero le loro radici in qualcosa di autentico e credibile. Così, osservando il viaggio di Raya, che perde il rapporto con suo padre e perde il mondo in cui è cresciuta, vediamo che c’è questo bisogno di combattere per la possibilità di salvare il suo mondo e, magari, di rivedere ancora una volta suo padre, un giorno. Volevamo esplorare tutte quelle emozioni, ma allo stesso tempo volevamo che il film fosse anche un’avventura allegra e divertente”

Fin dall’inizio, gli scenografi hanno avuto molte discussioni mentre sviluppavano il mondo e la mitologia dietro a esso. “Abbiamo avuto numerosi incontri con i responsabili della storia per discutere i particolari di questo mondo e il modo in cui gli abitanti dei vari regni vedono se stessi, perché questo influenza il design”, afferma Felix. “In che modo la loro visione del mondo si manifesta fisicamente nel mondo in cui vivono? Cosa avrebbero utilizzato per decorare le porte d’ingresso? Dato che questo è un film fantasy, come avrebbero gestito le varie dimensioni dei diversi animali? Come fanno i draghi e gli uomini a interagire gli uni con gli altri? Dunque abbiamo pensato molto ai possibili modi per definire il nostro mondo. Una volta che la fase di realizzazione degli storyboard ha avuto inizio, abbiamo collaborato con gli artisti per realizzare bozzetti delle location, delle ambientazioni e dei personaggi. Non si trattava di design definitivi: era semplicemente un modo per assicurarsi che fossimo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”. La scenografa Helen Chen afferma: “Costruire il mondo di Kumandra è stato il compito più grande che abbiamo affrontato e confermo che fin dall’inizio ci sono state molte conversazioni su cosa sarebbe stato, sul suo significato e sulle possibili differenze tra i vari regni Durante il viaggio di ricerca, abbiamo deciso che sarebbe stato meraviglioso se ogni regno avesse avuto la sua identità e le sue filosofie di vita: in quel momento ho capito che tutto avrebbe funzionato alla perfezione. E così, tenendo a mente questo pensiero, siamo riusciti a realizzare alcune di quelle idee attraverso il design”

Da parte dei filmmaker, c’è stato uno sforzo per assicurarsi che il film sembrasse girato con macchine da presa reali e avesse quindi un look più realistico. All’inizio della produzione, Lusinsky e la sua squadra hanno trascorso del tempo a studiare il comportamento della luce fisica e l’energia generata dal sole nei diversi momenti della giornata, o in giorni più o meno nuvolosi. “La nostra speranza è che, quando vedrete il film, vi sembrerà di essere davvero lì. Volevamo che tutto fosse molto credibile”, afferma Lusinsky. “Questo era il nostro obiettivo fin dalle prime conversazioni che abbiamo avuto con i registi. Volevano che il film apparisse cinematografico, immersivo e girato con una macchina da presa reale” Lusinsky segnala una scena del film in cui viene utilizzata questa illuminazione realistica: “All’inizio del film, quando incontriamo per la prima volta Raya da adulta, lasciamo che la scena diventi sovraesposta e sottoesposta a seconda del momento. C’è un inseguimento attraverso il canyon, in cui la luce del sole rimbalza sulle rocce creando tonalità rosse molto belle, ma vediamo anche il blu del cielo. Dunque abbiamo questa luce di riempimento rossiccia, blu e viola che illumina in modo diretto i canyon. E poi, ogni volta che i canyon vengono colpiti dal sole, l’immagine è sovraesposta e diventa quasi completamente bianca, creando immagini bellissime e strabilianti che sono piene di colori e ricche di contrasto al tempo stesso”.

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