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Jin-Roh – Uomini e lupi
Titolo originale: 人狼
Anno: 1999
Paese: Giappone
Genere: Animazione, fantascienza
Produzione: Bandai, Production I.G
Durata: 1 hr e 38 (98 min)
Regia: Hiroyuki Okiura
Sceneggiatura: Mamoru Oshii
Fotografia: Hisao Shirai
Montaggio: Shuichi Kakesu
Musica: Hajime Mizoguchi
Attori: Yoshikatsu Fujiki, Sumi Mutou, Eri Sendai, Tamio Ōki
Anime del 1999 nato dalla mente dei visionari Hiroyuki Okiura e Mamoru Oshii, la cui unione da come risultato un prodotto animato ben realizzato a livello grafico-registico la cui sceneggiatura oltre a essere affascinante ed emotivamente coinvolgente fa riflettere lo spettatore su molti aspetti politico-sociali. Il prodotto in questione è disponibile in streaming sulla piattaforma di Amazon Prime Video.
Trama di Jin-Roh – Uomini e lupi
“Noi non siamo uomini travestiti da cani. Noi siamo lupi travestiti da esseri umani.”
— Frase pronunciata dal personaggio Tobe
In un passato fittizio, dieci anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, la città di Tokyo vive in un regime di terrore, dove il governo militarizzato reprime ogni forma di libertà di pensiero pubblicamente manifestata. Il fulcro dell’esercito governativo è l’unità “Panzer”, un gruppo di soldati super equipaggiati il cui compito è quello di scovare i membri di un movimento anarchico denominato “La Setta”, la quale si avvale di giovani ragazzine chiamate “Cappuccetti Rossi”, per compiere attentati terroristici e consegnare armi ai resistenti. Questa sanguinosa faida prenderà una piega inaspettata quando Kazuki Fuse, uno dei migliori soldati Panzer, si innamorerà di Kei, una giovane “Cappuccetto Rosso”.
Kazuki e Kei La squadra di polizia Panzer
Recensione del film Jin-Roh – Uomini e lupi
Prodotto animato di nicchia, facente parte dell’universo Kerberos Saga creato da Mamoru Oshii, che con gli anni ha acquisito notorietà e successo diventando un piccolo cult. L’amore del pubblico per questo prodotto, dal quale è nato un remake nel 2018, è sicuramente dovuto a diversi fattori positivi di tipo estetico e narrativo. Tecnicamente il film si presenta bene, buona la regia dell’opera, in particolare le scene d’azione, scorrevoli e godibili. Il film offre anche alcune sequenze memorabili per intensità e bellezza visiva (vedi la scena dove il protagonista immagina la giovane “Cappuccetto Rosso” sbranata da un branco di lupi famelici). Nota negativa è sicuramente l’animazione, a momenti dettagliata e ben realizzata ma troppo spesso altalenante, in particolare le varie fisionomie dei volti, spesso poco espressive e delineate. Molto bella la colonna sonora di Hajime Mizoguchi, che dona drammaticità all’opera e ne esalta il lato emozionale. Anche la fotografia di Hisao Shirai è praticamente perfetta, caratterizzata da colori sfumati, nebbiosi, che ben rappresentano l’inquinamento, la polvere e la desolazione di una città distrutta dalla tirannia politica.

Nonostante l’ottimo comparto tecnico, quello che fa spiccare questo prodotto è però la sceneggiatura. L’ottimo canovaccio iniziale, unito ad un attenta e meticolosa scrittura dei personaggi hanno dato luce ad un anime estremamente filosofico e riflessivo, che non sfigura se paragonato ai grandi capisaldi di questo genere come Ghost in the Shell e Perfect Blue.
Riflessioni filosofiche presenti nell’opera
Come già accennato precedentemente, l’opera in questione cerca di analizzare, attraverso la narrazione e il pensiero dei protagonisti, alcune questioni di tipo politico, ispirate dai più illustri pensatori occidentali. Andiamo ora a vedere alcune delle tematiche trattate:
- La Setta e Cappuccetti Rosso: Essi rappresentano l’idea di Liberalismo teorizzata dal pensatore inglese John Locke nel lontano 600′, idea secondo cui lo stato deve garantire i diritti fondamentali dell’individuo, e se questi vengono meno e compito del popolo ribellarsi per riconquistare ciò che gli è stato sottratto.
- Il Governo di Tokyo: La situazione politica di sfondo è essenzialmente l ‘Assolutismo descritto da Thomas Hobbes, una forma politica secondo cui il potere è nelle mani di un soggetto, il cosiddetto Leviatano, il quale deve proibire ogni tipo di ribellione, anche quando questa sia il frutto di un reale mal governo che cagiona al popolo.
- L’opera si interroga sul fatto se sia possibile la pace, se questa possa in qualche modo verificarsi, oppure se essa non possa esistere in quanto non appartiene all’essere umano. Il finale del film abbraccia la teoria di Eraclito secondo cui il padre di tutto è la guerra, niente può fermare il contrasto tra elementi opposti in perenne avvicendamento reciproco, e anche l’amore finisce per essere spazzato via.
Che dire, un prodotto animato assolutamente consigliato, da vedere e rivedere per apprenderne appieno le tematiche e godersi una narrazione scorrevole e coinvolgente.
Note positive
- Sceneggiatura
- Tematiche trattate
- Colonna sonora
- Fotografia
Note negative
- Le animazioni non sono sempre all’altezza, soprattutto le fisionomie dei volti