Il cinema delle attrazione: Il Kinetoscopio

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Nel corso dell’800 la situazione sociale si mutò profondamente, le città si trasformarono nella città spettacolo, un luogo pieno d’immagini in cui le persone sono sempre più sole e distratte, immerse nelle loro fantasie individualistiche. Parigi è la capitale culturale d’Europa, è si stava trasformando in un vero e proprio salotto pieno di spettacoli. Gli imbonitori lentamente, nel corso dei secoli, scomparvero per lasciare ora il posto alle vetrine di vetro piene di esposizioni, in cui oggetti strepitosi e nuovi venivano esposti davanti ali occhi dei passanti: stiamo parlando della vendita delle merci. In questo contesto i luoghi chiamati Caffé, strutturati con grandi vetrine sfarsose, divennero un luogo in cui si veniva guardati e in cui potevamo guardare e in cui il dentro e il fuori divenivano un luogo per osservare l’esterno/interno. In questi luoghi e in questo tempo le immagini erano in ogni punto della società e tutti ne facevano uso.

A Parigi, come nel resto del mondo, nasce una nuova figura interiore umana: Il Flaneur che viene descritto per la prima volta dallo scrittore maledetto Poe nel “L’uomo della folla” e in seguito da poeta Baudelaire. Il Flaneur è l’uomo della folla, colui che non dorme, ma che non è mai desto, è una creatura tipicamente metropolitana che odia stare da solo ma che vive nella solitudine. Questo personaggio cammina per la città distratto, guarda tutto ma senza attenzione; ormai la città è divenuta solo uno spettacolo in cui tutti sono spettatori e vengono osservati, è una figura che è trascinata esclusivamente della sua immaginazione, non distingue più il reale dal fantastico.

In questo contesto era presente una filosofia di pensiero dominante su tutte: Il Positivismo che adorava il senso stesso di evoluzione dell’umanità e che prospettava frontiere sempre più sconfinate alla conoscenza e così nel 1851 venne realizzata a Londra la Prima esposizione universale, che altro non erano che spettacoli scientifici. A Londra, nel 1792, vennero costruiti i cosiddetti Panorama: sale circolari dove i muri sono coperti da una sola grande immagine.

All’interno di questo nuovo contesto sociale rintracciamo la reale nascita del cinema delle attrazioni vere e proprie che ha inizio con il Kinetoscopio.

Kinetoscopio

Se con la Lanterna Magica e il Mondo Nuovo avevamo uno spettacolo che univa fantasia e istruzione con immagini fisse e disegnate che potevano, con qualche trucco, muoversi creando una strana animazione da cartone animato, il tutto cambia rapidamente con la nascita della fotografia stessa di Joseph Niépce nel 1826 che seppur imperfetta e piena di difetti apri nuove frontiere innovative che condurrono l’umanità alla realizzazione della pellicola stessa e si inizio a riflettere su come poter rendere la fotografia stessa e non delle illustrazioni in movimento, quindi creare un azione della nostra stessa vera rappresentazione. In questo settore si furono in quegli anni moltissimi studi, pre Cinematografo Lumière, tanto che si possono contare ben 350 brevetti di cineprese in Inghilterra seppur non ottennero minimamente il successo sperato. Tutte questi brevetti avevano dei nomi molti simili a quello del cinema tanto da chiamarsi: Cinemagrafoscopio o cinografo richiamando il lemma greco che significava immagine in movimento. Uno dei primi esperimenti è rintracciabile con Edward Muybridge, un californiano, che nel 1878 elaborò un sistema per poter rendere le immagini leggermente animate, seppur poco e brevemente attraverso una sequenza di qualche fotogramma che si ripetevano dando il senso del movimento. Per rendere ciò collocò le macchine fotografiche a distanze regolare e azionò gli scatti attraverso dei fili di lana tesi che un cavallo in corsa tirava incontrandoli nel suo percorso.

Tra i tanti brevetti spicca quello di Thomas Alva Edison, l’inventore della lampadina, denominato kinetescopio, il quale aveva appunto lo scopo di catturare l’immagine in movimento. La prima dimostrazione pratica dell’apparecchio si tenne il 14 aprile 1894 per volere di Edison che intendeva intrattenere la gente che stava ascoltando la musica del suo fonografo.

Tale apparecchio risulta piuttosto simile, nella struttura e nelle sue caratteristiche, al Mondo Nuovo, essendo una grande scatola dentro la quale si poteva guardare, attraverso un piccolo foro situato nella parte superiore della struttura. Il tutto si poteva vedere girando una manovella che permetteva alla pellicola da 35 millimetri, per una velocità di 48 immagini per secondo, di scorrere all’interno di un meccanismo meccanico di movimento che permetteva all’uomo, attraverso una visione privata, quasi segreta, di assistere al piccolo cortometraggio solitamente della durata dai 35 secondi al minuto. Il problema maggiore di questo strumento era proprio in questa sua componente privata e nelle sue eccessive dimensione che lo rendevano difficile da trasportare nei vari luoghi. Le vedute mostravano delle brevissime azioni filmiche che venivano riprese all’interno di uno studio davanti a uno sfondo nero, con un luce a cono solare che era situata all’interno.

Ben presto questo apparecchio ottenne una connotazione legata a visioni per un pubblico prevalentemente maschile adulto, anche grazie alla nascita di locali. Qui si mostravano esclusivamente scene porno per soli uomini e infatti rintracciamo al suo interno il primo bacio della storia del cinema del 1896: The Irwing Rice Kiss e varie scene di voyeurismo. Questa componente erotica con danze conturbanti e provocatori hanno permesso a questo strumento di sopravvivere anche dopo la nascita del cinematografo esclusivamente presso le fiere

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