King Arthur – Il potere della spada: La leggenda riscritta in stile Ritchie

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King Arthur – Il potere della spada

Titolo originale: King Arthur: Legend of the Sword

Anno: 2017

Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito, Australia

Genere: Fantasy / Avventura

Casa di produzione: Warner Bros. Pictures, Village Roadshow, Ritchie/Wigram Productions

Prodotto da: Guy Ritchie, Akiva Goldsman, Joby Harold, Tory Tunnell, Lionel Wigram

Durata: 2 hr 06 min (126 min)

Regia: Guy Ritchie

Sceneggiatura: Guy Ritchie, Lionel Wigram, Joby Harold

Montaggio: James Herbert

Dop: John Mathieson

Musica: Daniel Pemberton

Attori: Charlie Hunnam, Jude Law, Àstrid Bergès-Frisbey, Djimon Hounsou, Aidan Gillen, Eric Bana, Freddie Fox, Craig McGinlay, Tom Wu, Kingsley Ben-Adir, Neil Maskell, Annabelle Wallis, Geoff Bell

Trailer italiano di King Arthur

Trama di King Arthur

Volevi sapere cosa mi ha dato tanta determinazione. Sei stato tu. Tu mi hai messo in quel bordello. Mi hai forgiato nelle strade. Se sono qui ora e grazie a te. Sei tu che hai creato me. E per questo ti benedico.

CIT. ARTU’ (CHARLIE HUNNAM) – Kin Arthur

Cresciuto in un bordello nel Londinium secondo la dura vita della strada, il giovane e scaltro Artù (Charlie Hunnam) scopre di essere il figlio legittimo di Re Uther Pendragon (Eric Bana), e quando riuscirà a estrarre dalla roccia la mistica spada Excalibur, muoverà la rivolta contro la monarchia tirannica del vile zio Vortigern (Jude Law)…

Recensione di King Arthur

Quando ti temono, ti temono veramente, è la sensazione più inebriante che si possa avere, una forza che ti scorre dentro e ti trasforma.

CIT. VORTIGERN (JUDE LAW) – King Arthur

Si è perso il conto delle incarnazioni cinematografiche del sovrano protagonista del ciclo bretone, tra cartoni animati disneyani (La spada nella roccia) e poco riuscite rivisitazioni storicheggianti (il raccapricciante King Arthur di Antoine Fuqua con Clive Owen nel ruolo principale). Questa volta a mettere le mani sulla più celebre epopea medievale di sempre è il regista Guy Ritchie, frizzante regista ex marito di Madonna che, facendo sue le atmosfere da medioevo sporco e violento della serie Game of Thrones, innesta nella storia il suo stile narrativo, caratterizzato da un frenetico montaggio che ingarbuglia volutamente le situazioni, svelando gli indizi necessari solo quando occorrono agli sviluppi del film.

Per quanto la colta sceneggiatura non escludi velleità scespiriane memori di Macbeth (la sensazione inebriante del potere fine a sé stesso del crudele usurpatore Vortigern), il vero protagonista di King Arthur non è tanto l’effervescenza della narrazione, ma bensì il montaggio, lo stesso che ha consentito a Ritchie di restituire un andamento da graphic novel pulp ai due Sherlock Holmes con Robert Downey Jr.

king Arthur la leggenda della spada
Charlie Hunnam in King Arthur
Jude Law in King Arthur

Analisi di King Arthur

Come ti fai pagare da un vichingo? Attenzione arriva la battuta: gli chiedi di farlo.

CIT. ARTU’ (CHARLIE HUNNAM) – King Arthur

Giocato sugli stacchi violenti e sull’originalità dei virtuosismi di editing, Ritchie fa scorrere a ritmo indiavolato e mai noioso i diversi piani temporali di una storia tutto sommato lineare e tradizionale, e al contempo amplia il respiro epico dell’universo fantasy arturiano: la magia esiste ma è indifferente all’operato degli uomini e si limita ad agire da dietro le quinte (Merlino è quasi assente), mentre il culto pseudo-orientale della spada come depositaria del potere ricorda la filosofia howardiana di Conan il Barbaro.

King Arthur è un blockbuster d’autore audace e consapevole delle proprie padronanze tecniche, pronto a far prudere il naso a tutti coloro che si aspettano una trasposizione fedele del mito. L’insieme convince e diverte, e affascina con un design delle creature di grande efficacia e spettacolarità (su tutti, quegli elefanti da guerra giganteschi partoriti direttamente dalle armate di Mordor del Signore degli Anelli). Già dall’incipit sporco e violento, con una musica in totale antitesi e proprio per questo efficace, ci rendiamo conto di quanto la sostanza viene asservita a una forma estremamente personale.

King Arthur è uno spettacolo stordente e rumoroso che sembra non aver nulla da dire, però è proprio nella cacofonia generale che emerge il suo più grande pregio: la mutazione dell’artificio tecnico in voce dell’autore. Artù, nonostante i natali, è un arrogante delinquentello di periferia che, muovendosi tra passato e futuro, ci accompagna per mano facendoci capire come un antieroe come lui possa davvero diventare il Re che tutti noi conosciamo. Jude Law plasma un grandissimo villain, infido e magnetico quanto basta, ma è Charlie Hunnam, simpatico e convinto, a dare un peso a questo bel solido racconto di formazione.

NOTE POSITIVE

  • Il tecnicismo asservito a una narrazione effervescente.
  • Charlie Hunnam e Jude Law incarnano alla grande protagonista e nemesi.
  • La colonna sonora anacronistica ma efficace di Daniel Pemberton.

NOTE NEGATIVE

  • La rilettura ritchiana può deludere chi si aspetta una trasposizione fedele del mito.
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