Laggiù qualcuno mi ama (2023) – Buon compleanno Massimo!

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Laggiù qualcuno mi ama locandina poster manifesto

Laggiù qualcuno mi ama

Titolo originale: Laggiù qualcuno mi ama

Anno: 2023

Nazione: Italia

Genere: Documentario

Casa di produzione: Medusa Film

Distribuzione italiana: Vision Distribution

Durata: 128 minuti

Regia: Mario Martone

Sceneggiatura: Mario Martone, Anna Pavignano

Fotografia: Paolo Carnera

Montaggio: Jacopo Quadri

Trailer del film Laggiù qualcuno mi ama (2023)

Presentato in anteprima mondiale il 19 febbraio 2023, giorno del compleanno di Massimo Troisi, al 73° Festival internazionale del cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special, il docufilm di Mario Martone (Morte di un matematico napoletano, 1992; Noi credevamo, 2010; Qui rido io, 2021) viene distribuito nelle sale italiane dal 23 febbraio 2023.

Trama di Laggiù qualcuno mi ama

Laggiù qualcuno mi ama è il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi. Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare per indagare i processi creativi da cui essi scaturivano, e che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi materiali inediti.

Mario Martone al montaggio di Laggiù qualcuno mi ama
Mario Martone al montaggio di Laggiù qualcuno mi ama

Recensione di Laggiù qualcuno mi ama

Quando un po’ di tempo fa «l’Unità» mi chiese di scrivere un ricordo di Massimo Troisi non potetti fare a meno di pensare che nel giro di un anno il teatro e il cinema napoletani avevano perso, oltre a Troisi, Antonio Neiwiller e Vittorio Mezzogiorno. Oggi che è il giornale della nostra città a chiedermi di ricordare Massimo, a me sembra giusto riprendere parte di quelle riflessioni, e ricordare ancora questi altri attori così diversi da lui, per poetica e per notorietà: erano infatti tre artisti accomunati da una scandalosa mitezza che ne faceva dei «non allineati», ed è così che a me piace ricordare Massimo. Questa mitezza era scandalosa perché era del tutto disadeguata ai nostri tempi (e mi chiedo perché il maledetto destino che se li è portati via non fosse consapevole di quanto era preziosa la loro distanza da un mondo volgare che riconosce ed esalta tutt’altri valori). Massimo Troisi era molto amato, era molto popolare, era semplice e pieno di comunicativa. Eppure chi lo ha conosciuto, anche poco, come me, non può non ricordare la sua ritrosia, mascherata da indolenza o pigrizia. Troisi era in realtà molto lontano dalla volontà di apparire a tutti i costi dei nostri anni. Scavava con leggerezza e profondità nella sua ricerca di attore e di regista, pensando non tanto a costruire successi quanto ad afferrare un senso nel suo lavoro

Mario Martone su “Il Mattino, 4 giugno 1995”

Da regista a regista, da maestro a maestro

Se Troisi fosse ancora in vita, nel 2023 avrebbe spento 70 candeline. Quale miglior momento per celebrare un pilastro della risata napoletana e del cinema italiano se non adesso?

Quanto omaggio, perché di un grande omaggio si tratta, viene fatto da uno dei più grandi registi napoletani in attività, Mario Martone. Martone si preoccupa di raccontare come Troisi lo ha influenzato umanamente e artisticamente e come la sua figura sia stata un grande punto di riferimento per tantissimi noti personaggi del panorama cinematografico italiano. Tutte le voci che si uniscono nella memoria del grande attore realizzano un mosaico di sensazioni ed emozioni che hanno in comune una grandissima stima di Massimo. Uno tra tutti Paolo Sorrentino, il quale racconta come i film di Massimo lo abbiamo ispirato nella fase di realizzazione dei suoi film più famosi. I comici Ficarra e Picone ricordano i loro albori, quando si sono riconosciuti nella sua comicità e lo hanno preso come punto di riferimento insieme a Chaplin e Totò.

Martone riesce ad amalgamare bene lo sviluppo di Troisi attore e sopratutto regista, riscontrando somiglianze con i film di Truffaut e la Nouvelle Vague, paragonando il suo protagonista a quello di Antoine Doinel. Un grande aiuto per ricostruire i primi anni di successo arriva dalla sua ex-compagna Anna Pavignano, co-sceneggiatrice di tutti i suoi film, la quale accresce la narrazione con qualche piccola chicca del dietro le quinte.

Mario Martone accompagna lo spettatore durante tutto l’arco del docu-film, tra passato e presente, mostrando la realizzazione del progetto e catapultando chi guarda dentro i film di Troisi. Il tutto viene affiancato da momenti tratti dalla vita quotidiana di Napoli, come per confermare che Massimo Troisi non muore mai veramente.

Ficarra & Picone e Mario Martone in Laggiù qualcuno mi ama @Fabrizio Di Giulio
Ficarra & Picone e Mario Martone in Laggiù qualcuno mi ama @Fabrizio Di Giulio

In conclusione

Per chi ama Massimo e per chi, magari più giovane, non conosce ancora la portata di questa figura, Martone lo racconta a tutti in maniera chiara e lineare. Le parole di chi lo ha conosciuto, di chi ci ha lavorato, di chi solo lo ha studiato, emozionano. Assolutamente da non perdere!

Note positive

  • Musica
  • Costruzione del racconto

Note negative

  • È un docu-film abbastanza lungo, quindi a volte l’attenzione potrebbe calare.
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