Lost in Space 3 (2021): la fine del viaggio della famiglia Robinson e del Robot

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lost in the space 3 locandina

Lost in Space 3

Titolo originale: Lost in Space 3

Anno: 2021

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: fantascienza, avventura

Casa di Produzione: Legendary Television, Synthesis Entertainment, Applebox Pictures, Clickety-Clack Productions

Distribuzione: Netflix

Ideatore: Matt Sazama, Burk Sharpless

Stagione: 3

Puntate: 8

Musica: Christopher Lennertz

Attori: Toby Stephens, Molly Parker, Maxwell Jenkins, Taylor Russell, Mina Sundwall, Ignacio Serricchio, Parker Posey, Brian Steele, Ajay Friese, Raza Jaffrey

Trailer originale di Lost in Space 3

Rivisitazione in chiave drammatica e moderna dell’omonima serie fantascientifica anni ’60, Lost in the Space, ideata da Matt Sazama e Burk Sharpless giunge nel 2021, con la sua terza stagione, alla conclusione dell’avventura spaziale dei coloni della 24esima missione della Resolute, di chi deve e vuole colonizzare Alpha Centauri, un pianeta perfetto per ospitare l’umanità. Al centro della narrazione troviamo la famiglia Robinson e un particolare e misterioso Robot.

Fin dall’inizio abbiamo concepito la storia dei Robinson come una trilogia, un’avventura epica familiare in tre parti ben definite: un inizio, una centrale e una fine.  Va anche ricordato che, con tutto quello che devono sopportare i personaggi per sopravvivere in ogni episodio, quelli che si meritano una vacanza prima della missione successiva sono proprio Will, Penny, Judy, Maureen, John, Don West, la dottoressa Smith e il robot. Senza dimenticare la gallina Debbie. Mentre questo capitolo di Lost In Space giunge a una folgorante conclusione, sono felicissimo di poter continuare a esplorare nuovi orizzonti con i miei amici di Netflix e per le incredibili possibilità che ci attendono

Cit. Zack Estrin (showrunner)

Dopo due anni dalla seconda stagione, uscita nel Dicembre 2019, lo spettatore ha la possibilità di scoprire l’ultimo capitolo di questa serie d’avventura fantascientifica, di una stagione che deve andare a svelare molti misteri rimasti ancora senza risposta. Lost in the Space 3 è disponibile dall’1 dicembre su Netflix.

Trama di Lost in the Space 3

Divisi dai loro genitori, novantasette ragazzini e bambini, vivono da più di un anno su un misterioso pianeta ad alto rischio di collisione di asteroidi, sotto la guida della comandante Judy Robinson. Per scappare da questo luogo e provare a raggiungere Alpha Centauri sono costretti ad aggiustare la loro Jupiter, tale compito ricade nelle mani del giovane Will Robinson e del suo robot ma per partire hanno bisogno di un materiale di difficile ritrovamento, il Titanio, tanto che gran parte dei giovani stanno cercando di trovare questo componente naturale per avere la speranza di abbandonare quel pianeta e di abbracciare i loro genitori, ma non sanno che anche loro si trovano in grande difficoltà. Difatti anche gli adulti della Resolute devono sistemare la loro astronave ma devono anche affrontare una terribile minaccia: I robot che gli stanno dando la caccia. John, Maureen e Don nel loro scontro con queste A.I. troveranno un nuovo e insperato alleato nello Spaventapasseri. I due equipaggi, riusciranno a sopravvivere e a raggiungere Alpha Centauri?

Recensione di Lost in the Space 3

Cambio di dinamiche interpersonali in questa terza stagione, non troviamo più quel senso di unione familiare presente nei Robinson ma ognuno di loro appare lontano, distaccato e preso dai propri problemi personali, contrariamente a quanto avevamo conosciuto fino a ora, soprattutto nei ragazzi. Will, Judy e Penny sono interamente dentro la fase dell’adolescenza, dei primi amori e della scoperta del loro vero io. La non presenza dei genitori, li conduce verso una reale e propria scoperta individuale, soprattutto Judy, colei che si è costantemente sentita schiacciata da Maureen, la quale ha sempre preteso il massimo dalla sua primogenita rendendola una giovane donna fin troppo competitiva e che non ammette (nascondendole) le sue fragilità.

Penny invece deve affrontare le pene dell’amore e la difficoltà nel rintracciare il finale del suo romanzo, lei è esattamente l’opposto della sorellastra, non credendo minimamente nel suo potenziale. In questa terza stagione Penny ci viene mostrata attraverso la sua relazione sentimentale, la quale si basa sul dubbio: Chi amare? La scelta è tra l’intelligente Vijay Dhar o il coraggioso e dolce Liam Tufeld.  Will, invece, è cambiato visivamente e caratterialmente, non è più il bambino spensierato delle passate stagioni, ma un ragazzo responsabile dal carattere introspettivo, consapevole della realtà e delle difficili scelte che dovrà compiere nel futuro per tentare di salvare i giovani dello Jupiter e la sua famiglia. Il personaggio interpretato da Maxwell Jenkins, che realizza una prova attoriale congeniale al ruolo, è immerso all’interno di una serie di preoccupazioni personali che tiene esclusivamente per se, confidandosi solo con il Robot e con la criminale Dottoressa Smith. I pensieri cupi di Will sono sulla lotta che lo attende contro il SAR, che ha l’obiettivo primario di uccidere il giovanissimo Robinson.

La sceneggiatura però non riesce a sviluppare nel migliore dei modi le evoluzioni dei personaggi, tanto che l’unico ben caratterizzato appare Will dove viene ben sviluppato il rapporto con il Robot che assume una nuova connotazione, toccando maggiormente le corde dell’empatia, mentre le sottotrame rivolte alle due giovani sorelle appaiono superficiali e prive di un reale interesse narrativo. La storia d’amore di Penny è mostrata in maniera molto sbrigativa senza dare spessore alle sue scelte né ai due contendenti, soprattutto Liam Tufeld, personaggio assolutamente stereotipato. Seppur si voleva accennare, soprattutto nelle prime puntate della stagione, all’evoluzione di Penny, il suo cambio interiore e il suo percorso di formazione risulta solo abbozzato. Stesso discorso vale per Judy, nonostante gli sceneggiatori abbiano realmente provato a creare una storia interessante per questo personaggio, senza però riuscirci, soprattutto per la pessima scrittura dell’astronauta Grant Kelly, il padre biologico della ragazza, colui che era rimasto a dormire per vent’anni all’interno della Fortuna, la navicella spaziale scomparsa e che avevamo sentito nominare svariate volte nelle passate stagioni.

Come i ragazzi, anche John e Maureen non sono più in buona sintonia, soprattutto a causa del comportamento della donna che sta cercando in tutti i modi di non pensare ai suoi figli, per cui teme una sorte nefasta. Per la prima volta Maureen appare fragile e spaventata, con un terrore interiore che la porta a essere occupata in mansioni dove non occorre pensare, ma che la stanno allontanando dall’azione che conta. Gli eventi però, narrati in maniera forse troppo repentina, faranno in modo che marito e moglie ritrovino nuovamente il loro affiatamento di coppia e la forza per provare a raggiungere e cercare i loro figli sperduti nel vasto universo.

Programmazione e robot (spoiler)

L’elemento di maggior interesse per questa stagione è lo scontro tra il mondo dei robot governato dal SAR contro il mondo di Will e del suo Robot che indubbiamente prenderà vita, ma i modi in cui il tutto è costruito è realmente interessante? Si e no, poiché se da un lato troviamo degli indiscutibili pregi dall’altro troviamo alcuni difetti di sceneggiatura, in cui tutto viene svolto con troppa rapidità e probabilmente qualche puntata in più avrebbe donato maggior complessità alla storia, dove un approfondimento sui Robot e il loro funzionamento era d’obbligo. La stagione però mette in luce, in maniera assolutamente inaspettata, il concetto di programmazione, rendendo il SAR non come un essere mostruoso o diabolico, tanto che lo spettatore stesso può comprenderlo. Lui è colui che vuole distruggere la programmazione che individui impongono sugli altri, odia ciò che il suo popolo ha fatto con lui e i suoi simili rendendoli schiavi di altri, per ciò vuole uccidere Will perché è la causa del mutamento del Robot, ormai pacifico e amico fidato del ragazzo. Seconda SAR il robot è divenuto il giocattolo di Will a causa di una programmazione che il giovane uomo a messo nel cuore dell’intelligenza artificiale. In questo senso SAR è colui che prova solo odio perché ha conosciuto solo disuguaglianze, tanto che ricorda, sotto alcuni aspetti, il personaggio del Trono di Spade Daenerys Targaryen, colei che pur possedendo delle giuste opinioni è passata al lato oscuro.

In conclusione

Lost in Space 3 è una classica serie d’avventura spaziale a tinte fantascientifiche che ricalca il classico sci-fi anni ’50-60, sfruttando la componente della gentilezza e della famiglia per andare a creare una storia accattivante. Gli effetti speciali donati alla terza stagione appaiono ben fatti, soprattutto quelli riguardanti il robot che appare sempre più umano man mano la storia si evolve. Peccato però per alcune cadute di sceneggiatura, non tanto su buchi di trama, ma su alcune scelte superficiali riguardo alle sottotrame e su una storia che alla fine, nel voler essere troppo per ragazzi, non prende decisioni forti per donare tristezza al pubblico, anche se un paio di momenti possono tranquillamente commuovere.

Note positive

  • Effetti speciali del Robot
  • Evoluzione di Will
  • La tematica sulla programmazione

Note negative

  • Alcune sottotrame sono troppo superficiali
  • Narrazione degli venti troppo rapida, più puntate avrebbero aiutato l’approfondimento di alcuni passaggi narrativi
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