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Love, Death + Robots Volume 3
Titolo originale: Love, Death + Robots Volume 3
Anno: 2022
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Animazione, Fantascienza, fantastico
Casa di produzione: Blur Studio, Netflix, Studios Netflix
Distribuzione: Netflix
Ideato da: Tim Miller, David Fincher
Stagione: 3
Puntate: 9
Joshua Donen, David Fincher, Jennifer Miller e Tim Miller si riuniscono nuovamente per produrre il terzo volume della serie antologica d’animazione Love, Death + Robots, targata Netflix, disponibile sulla piattaforma streaming dal 20 maggio 2022, composto da nove episodi, uno in più del volume due ma la metà esatta del volume uno, composta da diciotto episodi che spaziavano da ogni genere a ogni tipo di animazione, conquistando i più disparati utenti e fruitori di Netflix. Se però la prima stagione possedeva un alto livello di qualità, la seconda ha abbassato l’asticella facendo storcere il naso a molti ma ora questo terzo volume riuscirà a creare un nuovo interesse raggiungendo la qualità dei primi diciotto episodi?
Trama di Love, Death + Robots Volume 3
Tre Robot: Strategie d’uscita (15 minuti) di Patrick Osborne e scritto da John Scalzi e animato da Blow Studio, ci riconduce nel mondo post apocalittico dove solo i robot e i gatti sono sopravvissuti. Siamo in compagnia dei tre robot K-VRC, XBOT 4000 e 11-45-G che indagano la cultura umana e i loro comportamenti, a loro incomprensibili. In questo secondo episodio su di loro, dopo quello avvenuto nel volume uno, i tre robot passano in rassegna gli ultimi tentativi dell’umanità di salvarsi.
Un brutto viaggio (21 minuti) di David Fincher, animato da Blur Studio e basato sulla storia di Neal Asher. Una nave in rotta su un oceano alieno è invasa al suo interno da un famelico mostro degli abissi che si nutre di sangue e cadaveri. Un membro dell’equipaggio fa un patto con la creatura e le sorti dell’equipaggio saranno segnate per sempre.
La pulsazione della macchina (17 minuti) di Emily Dean, realizzato visivamente da Polygon Pictures INC. e basato sulla storia breve di Michael Swanwick, tratta di due astronaute inviate in una missione esplorativa su una luna di Giove, ma la loro spedizione finisce tragicamente, una di loro muore mentre l’altra deve lottare per sopravvivere in un viaggio alquanto difficile e che le farà cambiare il modo d’interpretare la realtà stessa.
La notte dei minimorti (7 minuti) di Roberto Bisi e Andy Lyon, basato sulla novella di Keff Fowler e Tim Miller e animato da Buck. Un incontro di sesso satanico avvenuto in un cimitero fa scaturire il male, causando un’epidemia zombie mondiale.
Morte allo squadrone della morte (13 minuti) di Jennifer Yuh Nelson e basato sulla storia breve di Justin Coates, ci parla di gruppo di soldati delle forze speciali americane in grado di neutralizzare ogni minaccia almeno fino a quando non si trovano dinanzi a un orso cyborg creato dalla CIA. L’animazione è stata realizzata dallo studio Titmouse, Inc.
Lo sciame (17 minuti) di Tim Miller con animazioni prodotte da Blur Studio, tratto dal racconto di Bruce Sterling, ci conduce all’interno di un’antica entità aliena che due scienziati intendono studiare al fine di riprodurre quel modello sociale, privo di caos e fatto di ordine, per la società umana, ma il loro piano diviene più pericoloso di ciò che credevano.
Maison e i ratti (10 minuti) di Carlos Stevens, animato da Axis Studios, tratto dalla storia breve di Neal Asher, parla dell’anziano agricoltore Mason che scopre di essere invaso da dei ratti non comuni ma evoluti e combattivi, per cacciarli chiama un’agenzia che si occupa di uccidere i topi, da questo momento ha inizio “l’apocalisse dei ratti”.
Sepolti in sale a volta (15 minuti) di Jerome Chen, animato da Sony Pictures Imageworks, tratto dal racconto di Alan Baxter, narra di un gruppo di soldati che si reca all’interno di una grotta con la missione di liberare alcuni ostaggi, ma all’interno di questa grotta vivono dei ragni assassini, che sono lì per impedire al vero mostro di scappare.
Jibaro (15 minuti) di Alberto Mielgo, visivamente realizzato da Pinkman.tv, scritto dallo stesso Alberto Mielgo, ci conduce in un viaggio mitologico dove un cavaliere sordo incontra una mitologica sirena piena di diamanti, tra i due ha inizio una danza letale tra amore, avidità e morte.

Recensione di Love, Death + Robots Volume 3
Terrore, fantasia e bellezza si fondono nei nuovi episodi con temi che vanno dalla scoperta di un’antica entità maligna a un’apocalisse comica, raccontando sorprendenti storie brevi che spaziano dal fantasy all’horror e alla fantascienza con inconfondibile umorismo e originalità visiva.
Netflix con queste poche righe ha fatto un sunto di ciò che è Love, Death + Robots Volume 3, mettendo subito in chiaro i tipi di storie che questa stagione ha deciso di raccontare: storie brevi che spaziano dal mondo dell’orrore a quello fantascientifico e fantastico, catapultando gli spettatori entro narrazioni umoristiche o impregnate di sangue e creature mostruose. In Volume 3 però non abbiamo tutto lo spettro dei generi cinematografici/letterari ma l’avventura, il thriller, il giallo e il poliziesco svaniscono del tutto par lasciare allo spettatore storie tra loro simili e che non possiedono quell’elemento d’innovazione narrativo di cui la serie avrebbe bisogno, perché se come sempre le animazioni sono ben fatte e accattivanti, Love, Death + Robots cade spesso e volentieri in episodi ripetitivi vuoti a livello tematico e che lo spettatore andrà ben presto a dimenticare. La serie antologica d’animazione di Tim Miller ha ottenuto il suo meritato successo con il suo primo volume grazie non solo all’animazione ma anche grazie alle sue storie come Tre Robot, Il dominio dello Yogurt, Servizio clienti automatico, Zimba Blue e Il gigante affogato, storie piene di valore che sanno ben unire animazione e sceneggiatura per creare dei racconti che restano incisi nella mente dello spettatore per lungo tempo. In volume 3 abbiamo storie caratteristiche e che possano risultare originali?
Parlando di episodi validi abbiamo La pulsione della macchina, l’unica storia di fantascienza della stagione. La puntata di Emily Dean è, senza ombra di dubbio, la più accattivante (seppur non memorabile), sapendo unire in maniera importante animazione e narrazione, creando una storia sia originale sia impeccabile dal punto di vista visivo, grazie all’attento lavoro dello studio Polygon Pictures INC che riesce ben a mostrare le due realtà cui la protagonista assiste. Valevole di visione risulta anche La notte dei minimorti in cui troviamo un curioso humor nero con riferimenti politici sull’America degli anni 2020, il tutto supportato da un lavoro pregevole di regia e animazione. Noi guardiamo la venuta degli zombie e la caduta della civiltà da lontano e il tutto ci appare, appunto, in miniatura.
Altra puntata valida è Un brutto viaggio, prima episodio diretto da David Fincher, cineasta che riesce a donare potenza e forza alla storia incentrata su una tematica interessante: noi siamo disposti a sacrificarsi e lottare per il mondo uccidendo il mostro o sceglieremo di servirlo? Degne di nota è anche Mason e i ratti, per il suo humor e storia con uno sguardo originale, e Jibaro, che possiede un ottima animazione e che gioca sul tema dell’avidità e dell’elemento tecnico del sonoro, peccato che però a livello narrativo il corto non è perfetto.

Purtroppo però non tutti i cortometraggi sono interessanti infatti abbiamo il sequel di Tre Robot, che appare un episodio poco incisivo e che si collega malamente con quello precedente, infatti troviamo i protagonisti della storia lontani dalla situazione in cui li avevamo lasciati, apparendo più come una brutta copia dell’originale. Sepolti in sale a volta, Morte allo squadrone della morte invece assomigliano fin troppo alle storie già viste nelle altre stagioni, come in parte anche Lo sciame che gioca sempre con l’elemento del mostro anche se con uno sguardo leggermente innovativo.

In conclusione
Volume 3 segue le orme, pregi e difetti, di Love, Death & Robots Volume 2, infatti le storie seppur carine non convincono del tutto e probabilmente gli showrunner dovrebbero osare di più smettendola di usare sempre il connubio militari/scienziati contro mostri ma cercando di trovare qualcosa di più innovativo e originale narrativamente, come invece avviene con l’animazione.
Note positive
- L’animazione
- La regia di David Fincher nel cortoUn brutto viaggio
- La regia di La notte dei minimorti
- L’animazione del corto La pulsione della macchina
Note negative
- I corti su mostri e militari
- Le storie dovrebbero essere più divergenti tra loro