Loving Vincent (2017): la pura sensibilità di un uomo

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Loving vincent locandina

Loving Vincent

Titolo originale: The Shape of Water

Paese: Gran Bretagna, Polonia

Anno 2017

Genere: Giallo, animazione

Casa di Produzione:  BreakThru Productions, Trademark Films

Casa di distribuzione: Adler Entertainment

Durata: 94m

Regia Dorota Kobiela, Hugh Welchman

Sceneggiatura Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel

Fotografia Dorota Kobiela, Justyna Wierszynska

Montaggio Dorota Kobiela, Justyna Wierszynska

Musica: Clint Mansell

Doppiatori: Robert Gulaczkyk, Douglas Booth, Eleanor Tomlinson, Jerome Flynn

Trailer di Loving Vincent

Dopo il successo di “Van Gogh Alive – The Experience” (la mostra multimediale più visitata al mondo), arriva finalmente al cinema, dal 16 al 18 ottobre 2017, una nuova straordinaria esperienza visiva: un appuntamento nato dal connubio tra arte e tecnologia che segnerà una nuova frontiera per la Grande Arte al Cinema, offrendoci l’opportunità di conoscere in modo nuovo uno degli artisti più amati di sempre. Loving vincent è il primo lungometraggio interamente dipinto su tela che racconta le opere e la vita di Vincent van Gogh. Un originale incontro tra arte e cinema vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy.

Trama di Loving Vincent

AUVERS-SUR-OISE: Domenica venitsette luglio Vicent Van Gogh, 37 anni, pittore olandese residente ad Auvers, si è sparato con una revolver tra i campi. Ferito ha fatto ritorno alla sua stanza dove è morto due giorni dopo

Loving Vincent

Siamo nel 1891Armand Roulin viene incaricato dal padre, postino, di recapitare personalmente l’ultima lettera di Vincent a suo fratello Theo. Il ragazzo, seppur riluttante intraprenderà questo viaggio ripercorrendo gli ultimi anni e giorni del pittore maledetto nel piccolo paese della Francia Auberge Ravoux.  Indagando e ascoltando le persone che hanno consciuto Vincent in vita riuscirà a comprendere chi fosse questo uomo dell’Olanda e che cosa sentisse nel suo animo.

La domanda che muove il film e che regge interamente le file della trama è: come è realmente morto Vincent Van Gogh, suicidio o omicidio?

Il protagonista - investigatore di Loving Vincent
Il protagonista – investigatore di Loving Vincent

Recensione di Loving Vincent

È veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici – anche quelli felici […] Ciò riporta a galla l’eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero?

I pittori – per non parlare che di loro – quando sono morti e sepolti parlano con le loro opere a una generazione successiva o a diverse generazioni successive. È questo il punto o c’è ancora dell’altro? Nella vita di un pittore la morte non è forse quello che c’è di più difficile. Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma la vista delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia? Se prendiamo il treno per andare a Tarascon oppure a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella. Ciò che però è certamente esatto, in questo ragionamento, è che essendo in vita non possiamo arrivare in una stella, non più di quanto, essendo morti, possiamo prendere il treno.

Comunque non mi sembra impossibile che le malattie possano costituir dei mezzi di locomozione celeste, così come i battelli, gli omnibus e il treno sono mezzi di locomozione terrestri. Morire tranquillamente di vecchiaia sarebbe come viaggiare a piedi. 

Lettere a Theo di Vincent Van Gogh

Loving Vincent è un film d’animazione britannico-polacco del 2017, uscito nei cinema italiani solo per tre giorni, diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman. Un tenerissimo racconto dell’uomo e poi del pittore Van Gogh, il genio definito come pazzo che a distanza di anni riesce ancora a incantarci con i suoi splendidi dipinti attraverso quel suo stile unico che con quelle pesanti pennellate apre a noi il suo essere e le sue debolezze. Un film indie che passerà indubbiamente alla storia, non tanto per ciò che racconta, ma soprattutto per come la vicenda viene narrata attraverso l’immagine: è il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Qui vi sono presenti più di 65.000 fotogrammi (ognuno dipinto a mano su tela, prendendo spunto dai quadri originali del pittore olandese) che vede la collaborazione di ben 125 artisti usufruendo della tecnica del Rotoscope Un’impresa titanica, per un piccolo prodotto cinematografico!

La vita di Van Gogh viene mostrata al pubblico sotto forma di un giallo, come una classicissima investigazione, ambientata un anno dopo la sua dipartita. Il tutto è basato sulle lettere che Van Gogh scriveva al fratello Theo. Non si parla tanto del pittore, non vengono mostrati suoi dipinti – se non attraverso la scenografia o i personaggi – ma l’uomo nella sua interezza, con i suoi pregi e i suoi difetti. Alcuni lo definiranno semplicemente un folle da rinchiudere in manicomio, altri lo riterranno una brava persona, alquanto bizzarra. Su ciò Darota Kobiela e Hugh Welchman hanno deciso di marcare la storia, ovvero Come era nel suo profondo Van Gogh? Attraverso il suo personaggio possiamo comprenderci, porci fantastiche domande interiori e tentare di darci una risposta. Chi siamo? Cos’è la morte e la natura? Come dobbiamo comportarci nel mondo sociale, cosa vuole che noi siamo? Dove stà la felicità?

Loving Vincent si rifà, oltre alle poesie scritte a Theo, alla teoria di Steven Naifeh e Gregory White che non ritengono nel suicidio del pittore ma ritengono che il colpevole sia stato un bullo , René Secrétan, un sedicenne che tormentava il povero Vincent e che amava vagare per i campi con un costume da cowboy portando con sé una pistola, dando una nuova venatura interiore al pittore che in questo film assume un nuovo significato, proponendo al pubblico un aspetto intellettuale e unico che lo spettatore non conosce e che non è mai stato mostrato sul grande schermo. Il tutto viene mostrato attraverso i colori prediletti dal pittore, il suo giallo e il suo blu, tinte da lui predilette, divengono l’aspetto cromatico della storia piena di pennellate luminose e dei suoi dipinti che divengono parti fondanti dei suoi ultimi istanti di vita.

Senza ombra di dubbio l’aspetto più interessante del lungometraggio è la fotografia originale ma va asserito che la stessa sceneggiatura è ben costruita come la stessa indagine che vede come protagonista Armand Roulin, individuo che incarna lo spettatore stesso andando a sua volta a scoprire e conoscere il mondo di Van Gogh. Il pubblico prova empatia con l’investigatore e si appassiona alle sue sofferenze che lo conducono a un finale dolce amaro pieno di poesia.

Fotogramma di Loving Vincent
Fotogramma di Loving Vincent

Una riflessione sulla follia

E’ labile il confine tra genialità e pazzia, come lo è tra un uomo di principio da un folle. La società impone all’umanità un’ etica, una comportamento corretto e uno sbagliato, un modello di donna e uomo e i suoi cittadini devono obbligatoriamente adattarsi a questa gigantesca istituzione, che è solamente una creatura irreale. Il mondo che ci circonda è solamente il nostro modo di volerlo leggere, niente di più, ma che sia chiaro; non è il vero mondo, il vero cosmo. Se un dio lo ha forgiato per noi, beh, non è ciò che ora stiamo vedendo. Per l’uomo comune il folle, il pazzo è solo colui che non riesce a stare a questi comportamenti, è colui che si ribella per un qualche cosa che sta nel suo animo umano; in primo luogo è un essere tormentato alla ricerca di un qualcosa, di un modello di vita che non appartiene a ciò che si trova dinanzi ma che sta dentro di sé. Il pazzo indubbiamente avrà un animo tormentato che non riuscirà mai e poi mai a calmare e saziare, è sempre alla ricerca di un raggio di sole più forte che lo riscaldi, lui non ricerca una semplice emozione ma vuole il puro Amore. Questo comportamento, come nel caso di Vincent e di molti altri come lui, porterà solo a del dolore ogni giorno più forte.

Non adattandoci alla società, le persone lo vedranno come uno strano da evitare ed è quello che faranno e così diverrà un invisibile, e l’uomo già tormentato incomincerà a sentirsi solo e la solitudine è il peggior nemico dell’esistenza e della stessa felicità. Sotto tutti i punti di vista il folle parte per ricercare la sua identità personale e la sua felicità e finirà senza avere trovata, né la prima né la seconda, è un gatto che si morde la corda. Un artista, come Van Gogh, dovrà avere una visione divergente del mondo rispetto agli altri e in sé avrà delle emozioni di tristezza che lo spingeranno a creare il suo mondo attraverso l’arte. Ogni uomo è diverso, ogni individuo ha una sua storia e una sua emozione. Van Gogh ha descritto a noi il suo cosmo interiore venendo umilmente rifiutato dal suo tempo, ma oggi avrebbe avuto le medesime difficoltà nel vivere?

Lasciamo che i nostri dipinti parlino per noi, ti abbraccio fratello mio. Con affetto Vincent

Loving Vincent

In conclusione

Note positive

  • Sceneggiatura semplice ma assolutamente poetica
  • L’effetto reso dalle immagini dipinte su tela e messe in successione sono incredibili
  • Il buon uso fatto dei quadri del pittore
  • La scelta di narrare la vita di Vincent attraverso le voci di chi lo ha conosciuto
  • L’emozione che coglie alla fine è unica. Pur vedendo nel lungometraggio Vincent poco e nulla, lo spettatore prova il suo senso di vuoto e la sua tristezza ma anche la speranza per ciò che poteva essere
  • Aver mostrato la parte della vita di Vincent meno conosciuta
  • La scelta di mostrare solo i personaggi realmente dipinti dall’artista
  • Il decidere di mostrare il colore bianco e nero per il passato

Note negative

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