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Ma Rainey’s Black Bottom
Titolo originale: Ma Rainey’s Black Bottom
Anno: 2020
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drammatico, Musicale
Produzione: Netflix
Distribuzione: Netflix
Durata: 93 min
Regia: George C. Wolfe
Sceneggiatura: Ruben Santiago-hudson
Fotografia: Tobias Schliessler, ASC
Montaggio: Andrew Mondshen, ACE
Musiche: Branford Marsalis
Attori: Viola Davis, Chadwick Boseman, Glynn Turman, Colman Domingo, Michael Potts, Taylour Paige, Dusan Brown, Jonny Coyne, Jeremy Harto
Ma Rainey’s Black Bottom è un film biografico, drammatico e musicale del 2020 distribuito da Netflix, del regista George Costello Wolfe (ha esordito nella regia cinematografica con “Come un uragano” del 2008). Il lungometraggio si rifà all’opera teatrale del 1984 di August Wilson, secondo capitolo del Ciclo di Pittsburgh, una raccolta di dieci opere teatrali scritte dal drammaturgo che ruotano intorno ai cantanti afroamericani dei ruggenti anni ’20. Il film è stato distribuito su Netflix dal 18 dicembre 2020. Al Golden Globe 2021 Ma Rainey’s Black Bottom è stato premiato come miglior attore protagonista in un film drammatico Chadwick Boseman, scomparso prematuramente prima dell’uscita del lungometraggio.
Trama di Ma Rainey’s Black Bottom
Durante un giorno di registrazione musicale per incidere un disco della regina del Blues Ma Rainey, quattro membri di una band di colore si recano nella sala d’incisione. I musicisti sono: Toledo, Slow Drag, Cutler e Levee. La donna è in ritardo e i musicisti iniziano a discutere di musica e tematiche razziali. Quando Ma con suo nipote Sylvester e la sua nuova fidanzata Dussie Mae, giunge sul luogo è tempo d’iniziare ma la questione razziale e i conflitti interni tra i musicisti prendono vita.
Recensione di Ma Rainey’s Black Bottom
Il lungometraggio musicale ha inizio con due ragazzini che corrono nella foresta di Barnesville, Georgia, per andare ad assistere al concerto in tenda della cantante blues e jazz (realmente esistita) Ma Gertrude Rayne (il suo nome di battesimo è Malissa Nix Pridgett), nata a Columbus nello stato americano della Georgia nel 1886. La storia è ambientata nel 1927, e la cantautrice esegue, con un abbigliamento appariscente, una sua canzone con la sua band dal titolo “Deep Moaning Blues” (che inciderà a Giugno del 1928 a Chicago con la “Tub Jug Washboard Band”). Ma Rainey, alias “The Mother of the Blues” fu una grande donna degli anni ’20 ed è stata una delle prime musiciste di colore che si è dichiarata LGBTQ, come possiamo sentire in una delle sue canzoni:
Sono uscita la scorsa notte con una folla di miei amici
Prove It On Me
Devono essere state donne perché non mi piacciono gli uomini.
Il pubblico è numerosissimo, tutti afroamericani, estasiati dai movimenti sensuali del sedere di Ma, che reagiscono in maniera calorosa seguendo il ritmo e battendo le mani, complimentandosi con lei. Con il montaggio che offre anche foto d’epoca in bianco e nero con didascalie di testate giornalistiche come quella con iscritto “Il Chicago defender invita tutti a venire al nord“, mostrando come istanza narrante le persone che migrano dal sud al nord portando con loro solo qualche valigie e qualche sedia. Passano i tempi e l’istanza narrante invisibile conduce gli spettatori all’interno di un concerto della regina del Blues, in uno spettacolo decisamente più ricco e sgargiante che quello visto in precedenza, dove varie ballerine fanno da sfondo alla cantante.
La storia continua nella grande città dell’’Illinois di Chicago andando a presentare al pubblico un gruppo composto da quattro musicisti blues di colore che devono incidere all’interno di una casa discografica gestita da due “bianchi” le canzoni assieme a Ma, che si farà attendere come una vera star. Il discografico vuole anche ascoltare le canzoni e il sound del cornettista Levee, che prima di raggiungere i suoi compagni rimane affascinato, oltre che da due ragazze che passeggiano a braccetto, dalle scarpe gialle di un negozio dal costo di 8 dollari e 50 che decide di acquistare.
Viola Davis as Ma Rainey Ma Rainey’s Black Bottom (2020): Colman Domingo (“Cutler”) Cr. David Lee / Netflix Chadwick Boseman as Levee in Ma Rainey’s Black Bottom
Il “gruppo di accompagnamento” viene mandato a eseguire le canzoni in scaletta scelte dagli impresari in un buio e vecchio scantinato (che si contrappone al bellissimo salone luminoso della sala d’incisione), con Levee tutto felice per il suo acquisto ma insieme al suo aspetto da individuo sempliciotto e interessato solo all’aspetto estetico il lungometraggio gli dona una maggiore tridimensionalità che contraddistingue ogni personaggio della storia. Levee (Chadwick Boseman), il protagonista assoluto della storia, si dimostra fin dall’inizio con un carattere irruento e pieno d’aspirazione tanto da fregarsene quasi del tutto di questo lavoro, venendo mostrato fin dall’inizio in totale disaccordo con gli altri tre musicisti più anziani di lui. Tale separazione è dimostrata anche dalla presenza fisica degli attori sullo spazio: i tre musicisti stanno sempre vicini l’uno all’altro occupando la destra dello schermo mentre Levee è distaccato venendo immesso alla sinistra dello spazio scenico e le sue uniche unioni con il resto del gruppo avvengono esclusivamente o per dar vita a una discussione animata o per suonare.
Ma Rainey’s Black Bottom fin dalle prime inquadrature si dimostra un film prettamente teatrale con una sceneggiatura impostata sul dialogo alla Quentin Tarantino che immergono lo spettatore in molteplici tematiche in primis quella razziale ma anche in alcune prettamente sul senso stesso della musica, con la differenza tra un artista che ha la possibilità di decidere di suonare la sua musica e quella di coloro che sono invece dei semplici esecutori come tanti che sono obbligati a suonare quello che gli viene richiesto da persone più influenti per guadagnare. Il cornettista si ritiene un artista con il sogno di avere una propria band e pubblicare dei dischi a suo nome; quindi non vorrebbe fare le prove col gruppo, che crede che ormai sappia i pezzi a memoria, quindi continua a scrivere sullo spartito le note della sua composizione. Il giovane musicista riesce inizialmente a imporsi sull’arrangiamento di Black Bottom, con il gruppo che deve suonare la versione scritta da lui, maggiormente ballabile ma le cose cambieranno drasticamente con l’arrivo di Ma che andrà a imporre la sua versione più classica del pezzo nonostante lo stesso discografico prediliga quella di Levee.

Ma Gertrude viene accompagnata nello studio da suo nipote Silvester, un ragazzo giovane balbuziente che deve, secondo suoi ordini, registrare la presentazione parlata del brano (quello che dà il titolo al film), ovvero Black Bottom (“fondo nero”; il brano porta il nome di una danza molto popolare negli anni venti, nata tra gli afroamericani del sud). Ma è una donna dalla grande possanza, con un carattere sfacciato ed esuberante (ma come scopriremo a metà film, è solo un carattere di facciata, di cui si serve per farsi rispettare dai discografici che vogliono solo la sua voce, non importandogliene nulla di lei come persona), che è accompagnata anche da una ragazza – ballerina col cappello molto giovane, di costumi facili, che è la sua amante, che nella giornata che viene rappresentata nel film, avrà un atto sessuale segreto con Levee, individuo poco apprezzato da Ma stessa anche perché il giovane si dimostra interessato alla sua pupilla.

Blues, Jazz e razzismo
Ma Rainey’s Black Bottom non si dimostra un film scoppiettate e memorabile dal punto di vista fotografico e di regia, soprattutto dal punto di vista autoriale, ma si dimostra come un buon racconto a carattere teatrale che sfrutta ottimamente il lavoro dei suoi attori per immergere lo spettatore dentro il mondo della musica Jazz Blues, una musica da neri come asserisce Ma che solo loro possono suonare e sentire dentro il sangue. Interessante anche il dialogo di Ma intimistico sulla musica in cui dichiara che il Blues e le note devono avvolgere ogni momento della vita e che questa serve per scacciare la solitudine.
Ma: “Ho sempre odiato il silenzio. Io devo sempre avere della musica che mi risuona in testa. Ti evita d’impazzire. La musica fa questo, riempie i vuoti. Quanta più musica c’è nel mondo, tanto meglio. […] I bianchi non riescono a capire il blues. Sentono la musica, ma non sanno da dove nasce. Non si rendono conto che è così che parla la vita. Tu non canti per stare meglio. Tu canti perché in quel modo prendi la vita. Il blues ti aiuta ad alzarti dal letto la mattina. Ti alzi e sai di non essere solo. […] Sarebbe un mondo vuoto senza il blues. […] Non sono stata la prima a cantare così, il blues c’è sempre stato, ma se chiamano madre del blues non ci sono problemi per me.
Ma Rainey’s Black Bottom
La sceneggiatura del resto viaggia sui vari canali di discussione senza sottrarci e svelando i tormenti dell’animo umano sia di Ma, una donna forte ma solo in apparenza, e dei componenti della band che seppur poco approfonditi (a esclusione di Levee) risultano ben caratterizzati. Il tutto è arricchito dalle storie narrate dai musicisti che mostrano e svelano il mondo interiore del blues e dell’essere afroamericano in quegli anni. I personaggi di Black Bottom di Ma Rainey armonizzano, filosofeggiano, parlano di argomenti tosti, si confrontano e si condannano. Le loro parole a cascata diventano una composizione sinfonica che celebra il dolore, la gioia e la meraviglia di essere neri, umani e vivi.
Levee, l’ultimo personaggio che sarà mai interpretato da Chadwick Boseman, visibilmente dimagrito nei lineamenti facciali, ma perfettamente in grado di donare una signora interpretazione (da visionare in lingua originale) e che fa ancora di più effetto come questo personaggio giochi in molte battute con Dio e con il concetto di morte, elemento che indubbiamente era sentito anche dall’attore che in quei momenti e in quei monologhi mostra una grande empatia con Levee, il personaggio che regge sulle sue spalle l’intera storia e che su di lui si pone tutto il dramma del film, con un finale pieno di amarezza razziale. Quando l’attore fa parlare il suo personaggio di ciò che è successo alla famiglia (la madre maltrattata da una banda di bianchi, lui che ha cercato di difenderla, la rivalsa di suo padre che successivamente si vendica, uccidendone quattro di loro, ma venendo impiccato e bruciato) mostra tutta la sua bravura tecnica attoriale, come forse non aveva mai fatto fino a ora.
Note positive
- L’interpretazione attoriale di Chadwick Boseman (Levee)
- I bellissimi e strazianti monologhi di Levee
- La forza espressiva di Viola Davis (Ma Rainey)
Note negative
- Regia che poteva osare maggiormente
- Il doppiaggio