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Mad Max oltre la sfera del tuono
Titolo originale: Mad Max Beyond Thunderdome
Anno: 1985
Paese: Australia
Genere: Fantascienza / Azione
Durata: 1 hr 45 min (105 min)
Casa di produzione: Kennedy Miller Productions
Prodotto da: George Miller
Regia: George Miller, George Ogilvie
Sceneggiatura: George Miller, Terry Hayes
Montaggio: Richard Francis-Bruce
Dop: Dean Semler
Musiche: Maurice Jarre
Attori: Mel Gibson, Tina Turner, Bruce Spence
RECENSIONE DI MAD MAX OLTRE LA SFERA DEL TUONO
Dopo gli egregi risultati d’ Interceptor e Interceptor: Il guerriero della strada, capostipiti del filone post-apocalittico, il regista australiano George Miller ha deciso di realizzare un terzo capitolo della saga che ne potesse raccordare i fili. Collaborando alla regia con George Ogilvie, Miller dispone di un budget sempre più grosso rispetto ai precedenti, la cui spesa potenzia le imponenti scenografie e gli esplosivi e spettacolari effetti speciali.
Seguendo uno schema da racconto d’avventura classico, Mad Max oltre la sfera del tuono riprende l’immaginario dei precedenti capitoli, apportando le dovute modifiche per ultimare l’evoluzione definitiva del personaggio di Max in guerriero esperto e venato di malinconica saggezza. Oltre a un sempre più famoso Mel Gibson a ricoprire per l’ultima volta il ruolo del protagonista, il film si avvale di una co-star di lusso, la cantante Tina Turner nei panni dell’antagonista principale.
Se si elude il sottotesto chiave dell’arco caratteriale di Max, il quale cresce e si stratifica ad ogni contatto con la società post – apocalittica, la trama di questo capitolo (come quella dei precedessori) tende a slegarsi da quelle dei precedenti episodi, limitando al minimo i riferimenti e rendendo il film perfettamente fruibile anche senza aver visto l’intera trilogia.
TRAMA DI MAD MAX OLTRE LA SFERA DEL TUONO
Australia del futuro. Il solitario Max Rockatansky (Mel Gibson) viene assoldato dalla perfida regina di Città Del Baratto (Tina Turner) che vuole il suo aiuto per affrontare lo scontro di potere con il Master Blaster, proprietario della centrale energetica che tiene in piedi tutta l’agglomerato urbano.
La missione avrà un esito inaspettato e, tentando di scampare alla condanna a morte della regina, Max finirà per diventare il profeta di un gruppo di orfani senza futuro…


ANALISI DI MAD MAX OLTRE LA SFERA DEL TUONO
Mad Max oltre la sfera del tuono parte alla grande. La prima parte è davvero esaltante e il combattimento “gladiatorio” nella Thunderdome a colpi di motosega può essere annoverato senza timore tra le sequenze più avvincenti della saga. La fase centrale, incentrata sull’incontro di Max con gli orfani permette a Miller d’indagare il tema della redenzione. Come in Indiana Jones e il tempio maledetto dell’anno prima, i bambini sono l’unica reale nota positiva di un film dove vige il cinismo più sfrenato, ed è proprio alle nuove generazioni che Miller auspica di poter costruire un avvenire più radioso.
Nel suo insieme il film procede senza cali di ritmo evidenti, ma rispetto ai precedenti capitoli Oltre la sfera del tuono è molto meno viscerale. L’introduzione della componente fanciullesca nella seconda parte comporta un tono più scanzonato e quasi spielberghiano. La spettacolarizzazione della morte violenta viene pesantemente edulcorata, e per quanto le coreografie d’inseguimenti e scene d’azione siano ancora una volta certosine, l’assenza di sangue e dettagli macabri priva il lungometraggio di ciò che rendeva la distopia della saga così inquietante: la cattiveria del contesto.
Un’altra nota stonata è la colonna sonora di Maurice Jarre, parecchio anonima e spesso in contrasto con l’atmosfera retro-futurista delle vicende. Al di là dei difetti, Mad Max 3 è troppo confezionato bene per meritarsi un giudizio severo: il ritmo vivace, l’estetica come sempre curata e il tocco epico con cui George Miller elabora le suggestioni steampunk donano vitalità a un film tutto sommato buono, la cui unica pecca è proprio voler prendere così drasticamente le distanze dal solco tracciato.
NOTE POSITIVE
- Il gusto estetico per le suggestioni steampunk.
- Il personaggio di Mel Gibson, sempre più sfaccettato e complesso.
- L’interpretazione di Tina Turner.
- Il sottotesto sul passaggio generazionale portatore di speranza.
- La sempre impeccabile direzione dell’azione.
NOTE NEGATIVE
- Il tono più scanzonato e non-violento priva la distopia di molta della sua forza.
- La colonna sonora fuori parte.