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Meander – Trappola mortale
Titolo originale: Meander
Anno:2020
Paese:Francia
Genere: Fantascienza, Horror, Thriller
Casa di produzione:Fulltime Studio, Cinéfrance Studios, One Bird Films
Distribuzione: JL Vision Film, lba Films, Altitude Films, At Entertainment, Lumix Media
Durata: 90 min
Regia: Mathieu Turi
Sceneggiatura: Mathieu Turi
Fotografia: Alain Duplantier
Montaggio: Joel Jacovella
Musiche: Frédéric Poirier
Attori: Gaia Weiss, Peter Franzén
Trama di Meander – Trappola mortale
Dopo aver accettato un passaggio da uno sconosciuto, Lisa si risveglia in un cunicolo. Al polso ha un braccialetto con un conto alla rovescia: capisce subito che ogni 8 minuti il fuoco brucia una sezione di quel labirinto. Per sopravvivere, non ha quindi altra scelta che strisciare verso le parti sicure. Per scoprire perché si trova là e come uscirne, Lisa dovrà affrontare i ricordi della figlia morta…

Recensione di Meander – Trappola mortale
Al suo secondo lungometraggio dopo Hostile (2019) e numerose collaborazioni come assistente alla regia (di Tarantino ed Eastwood su tutti) il giovane regista francese Mathieu Turi propone un’operazione coraggiosa e allo stesso tempo pericolosa che infatti riesce in parte: un film basato praticamente su un unico personaggio che deve affrontare un labirinto pieno d’insidie e pericoli. Operazione coraggiosa perché la scelta di costruire una trama in cui il personaggio principale sia presente nella quasi totalità delle inquadrature è inevitabilmente legata alla capacità dell’attore di sostenere tale incombenza da cui dipende la riuscita del film. In questo caso la scommessa è stata ampiamente vinta grazie alla bravura e alla fisicità di Gaia Weiss che interpreta Lisa e che tramite il linguaggio del corpo si adatta perfettamente alla situazione claustrofobica e orrorifica che si trova ad affrontare: attraverso inquadrature strette dettate anche dall’ambientazione angusta, Turi riesce a esaltare l’intensità espressiva della protagonista. Allo stesso tempo è un’operazione pericolosa a causa dei margini di originalità che, in un plot come quello di Meander, sono ridottissimi essendo il campo delle trapped stories spesso battuto dal genere horror sci-fi. Infatti già solo leggendo la trama non si può fare a meno di pensare a quel capolavoro di complessità low-budget che è Cube di Vincenzo Natali o al primo episodio della saga di Saw.
Anche se Meander aggiunge poco a quanto già visto ci sono spunti interessanti come ad esempio l’utilizzo della luce e degli spazi ridotti, elementi fondamentali che contribuiscono a creare fin da subito una sensazione di claustrofobia che aiuta a mantenere alto il livello di tensione per l’intera durata del film. Come in Cube anche nel caso di Meander si tratta di un film low-budget ma gli effetti speciali che apportano gli elementi gore e horror alla trama sono ben realizzati e sembrano essere una caratteristica ricorrente della seppur ancora breve carriera del regista. Dove pecca maggiormente il film è nella scrittura che presenta evidenti buchi nel tentativo di creare una corrispondenza tra il viaggio personale e intimo di Lisa e il superamento della trappola infernale in cui è capitata. E’ inutile dilungarsi su questo aspetto che porterebbe a svelare troppo della storia che invece vive dei continui colpi di scena stimolando la curiosità dello spettatore, agganciandolo alla poltrona nell’attesa della soluzione finale.

In conclusione
Nel complesso Meander è uno spettacolo godibile che mantiene un buon ritmo narrativo e la giusta tensione creando un clima claustrofobico, elementi questi che hanno conquistato la giuria del Trieste Science+Fiction Festival 2020 che gli ha assegnato il premio Prime Visioni con la seguente motivazione:
“Ci sono film che ti conquistano perché sanno proiettarti in un’atmosfera claustrofobica e di grande tensione, ci sono film che ami per la bellezza dei loro mostri, quelli che giocano con le aspettative e dagli incubi ti trasportano in un sogno….e poi c’è il film che sa essere tutte queste cose insieme.”
Note positive
- Bravura attoriale di Gaia Weiss
Note negative
- Buchi di trama