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Men in Black: International
Titolo originale: Men in Black: International
Anno: 2019
Paese: Stati Uniti D’America
Lingua: Inglese
Genere: Azione, fantascienza, commedia
Casa di produzione Columbia Pictures Corporation, Sony Pictures Entertainment (SPE), Amblin Entertainment
Distribuzione Sony Pictures Italia, Warner Bros. Pictures Italia
Durata 1 hr 54 min
Regia F. Gary Gray
Sceneggiatura Matt Holloway, Art Marcum
Montaggio Christian Wagner
Dop Stuart Dryburgh
Attori: Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Rebecca Ferguson, Kumail Nanjiani, Liam Neeson, Rafe Spall, Emma Thompson, Laurent Bourgeois, Larry Bourgeois, Kayvan Novak, Spencer Wilding, Sartaj Garewal, Stephen Wight
Trama di Men in Black International
La storia è ambientata nello stesso universo dei film originali con Will Smith e Tommy Lee Jones in cui un’agenzia si occupa di mantenere segreta la vita aliena sulla terra. La nuova protagonista, la bella e capace M, diventa membro degli agenti Men in Black che la trasferiscono in Inghilterra per lavorare sotto la giurisdizione dei colleghi londinesi. Qui si ritroverà a lavorare in coppia con l’agente H che con il suo fare ribelle, la coinvolgerà in una cospirazione intergalattica.
Liam Neeson e Tessa Thompson in Men in Black International (2019) Chris Hemsworth e Tessa Thompson
Recensione di Men in Black International
Men in Black International è figlio del suo tempo. Un tempo di cambiamenti delle tematiche nell’ambito della messa in scena televisiva e cinematografica. Un tempo in cui sempre più personaggi femminili o associabili a una “minoranza” etnica si fanno largo con i pugni e con i denti combattendo la mentalità delle masse o, più semplicemente, la scarsa voglia di un cambiamento dei ruoli o dei suoi beniamini. Basti citare il caso del disastroso reboot di “Ghostbusters” (2016) massacrato dal pubblico per aver soppiantato i protagonisti maschili con le loro controparti femminili (sebbene quel film avesse ben altri problemi, e non il cambio di genere del cast). Oppure sono anni che si battibecca online sul possibile ruolo femminile del nuovo agente 007. Potremmo, inoltre, prendere in esame le controversie legate a ruoli impopolari nei riguardi de “La Torre Nera” (2017), con la torcia umana ne “Fantastic 4 – I Fantastici 4” (2015) e con la valchiria, così bionda e dagli occhi azzurri nei fumetti della Marvel e così diversa nella sua trasposizione in “Thor Ragnarok”, interpretata magnificamente dalla stessa Tessa Thompson che ritroviamo nel film della nuova saga di Men in Black. Sembra che non vada mai bene niente nel mondo del cinema.
Caucasici che interpretano personaggi di colore, afroamericani che interpretano caucasici, donne che interpretano uomini. Il pubblico non accetta il cambiamento. Non vuole il cambiamento. Ma un rinnovamento è necessario e questo è ciò che il nuovo cinema dei giorni nostri cerca di adottare. E in particolare Men in Black: International non solo cerca di farsi largo fra i pregiudizi della gente ma riesce perfettamente nel suo intento di costruire e presentare dei personaggi nuovi, freschi e credibili. L’unico problema è che per quanto la pellicola in questione sia abbondantemente riuscita dal punto di vista della costruzione della nuova protagonista, staffetta di una rivoluzione visiva ormai non solo evidente ma necessaria per questo medium, presenta delle pesanti lacune in altri ambiti.
La sceneggiatura e il cast
La struttura in sé della trama, di per sé molto semplice, non è un problema poiché questa si sviluppa seguendo i canoni di uno spy movie, in pieno stile James Bond, con l’aggiunta della mitologia cosmica proveniente della serie. I personaggi si ritroveranno a girare per il mondo in un turbinio di situazioni, combattimenti e scene comiche che riescono a dare al film un tocco interessante e leggero, pur senza la maturità di uno 007.
Il cast colmo di attori illustri tra i quali Liam Neeson, Emma Thompson, Chris Hemsworth e Tessa Thompson, regala alle scene un pizzico di profondità aggiuntiva, che non fa mai male. La caratterizzazione dei nostri beniamini è resa bene facendoci affezionare ai personaggi anche se non più del dovuto, ma è la nuova protagonista, però, che svetta su tutti. Sarà il magnetismo della Thompson o la resa del carattere convincente del personaggio ma l’agente M è promosso a pieni voti permettendole di poter essere volto di quel cambiamento di ruoli di cui si parlava prima. È da dire senza dubbio che Men in Black partiva già con un personaggio di colore interpretato da Will Smith e il rinnovamento al femminile non è forse eccessivamente traumatico per i fan più strenui. Tuttavia la riuscita di questo passaggio di testimone non era del tutto scontata, seppur non “traumatico” per i più come con altre trasposizioni famose.
Men in Black International si presenta come un buon film per tutta la famiglia, in grado di regalare degli ottimi momenti di puro svago e divertimento. Infatti questo nuovo Men in Black sfoggia tutti i muscoli in una serie di scene d’azione davvero ben fatte e coinvolgenti e tantissime, in alcuni momenti però forse troppe, scenette comiche che rendono la visione più leggera e adatta a tutti i palati. Nei precedenti MiB era sì presente una vena comica mista a una profondità esistenziale abbozzata, e dal primo del 1997 al terzo capitolo del 2012 queste opere sollevano ripeterci che non siamo soli nell’universo con una morale sempre chiara, ma nel nuovo capitolo questo genere di espediente viene quasi del tutto accantonato per fare spazio a un tono più scanzonato e frivolo ma che rende ugualmente il film gradevole. Un plauso d’eccezione a uno dei minion più simpatici degli ultimi anni e perfetto erede dell’inarrivabile carlino Frank. Stiamo chiaramente parlando di Pedino che fa capolino quasi timidamente per poi rivelarsi vero volto comico della pellicola e strappando più di un sorriso fino alla fine della storia.
In conclusione
Sebbene questo nuovo Men in Black riservi tante sorprese e sia abbastanza piacevole nella sua durata, bisogna parlare adesso di ciò che più di tutto rovina un film che sarebbe potuto essere estremamente buono. La sceneggiatura. Anzi per essere più precisi è la narrazione a essere un vero e proprio disastro. Infatti la trama in sé è interessante, gli alieni mutaforma che fanno da antagonisti sono davvero intriganti e i personaggi ben delineati avrebbero reso il film una piccola perla come lo erano già stati quelli della trilogia classica. Tuttavia la modalità della messa in atto della narrazione, il modo in cui gli eventi si svolgono per dirla in parole povere, non è nemmeno basilare perché altrimenti non sarebbe andata così male. Il lavoro è stato frettoloso e debole tanto da affossare ciò che di buono poteva esserci.
Sarete in grado, letteralmente, di capire non solo chi sia il cattivo finale ma anche quale possa essere la conclusione fin dai primi minuti. C’è da dire che i precedenti Men in Black non brillavano per una sceneggiatura intricata e ricca di colpi di scena, ma quanto meno riservavano le loro sorprese. Lo storico enigma de “la galassia si trova nella cintura d’Orione” era complesso da comprendere per lo spettatore fino alla risoluzione di esso nell’originale del ‘97.
Il corrispettivo in questo caso non solo è reso malissimo ma non lascerà sorpreso nessuno. Ciò che colpisce negativamente di questa pellicola sta nel fatto che l’aspettativa che si ha dai precedenti Men in Black va a scontrarsi con la realtà, ovvero un buon film d’azione e comicità ma nulla più di quello. Tutto muscoli e niente cervello potremmo dire. Un vero peccato perché se avesse avuto una costruzione degli eventi più accurata sarebbe potuto essere decisamente sopra la sufficienza.
Tirando le somme si può dire che questo Men in Black International vada a segno nel punto esatto in cui deve farlo. Il puro e semplice intrattenimento. Infatti si lascia guardare con battute carine e immediate, con la varietà delle ambientazioni e tante scene d’azione. Tuttavia a causa della scarsa profondità dei personaggi e di una narrazione acerba e piatta, non riesce a spiccare come avrebbe dovuto. Un gran peccato perché l’idea alla base del film era davvero buona ma il modo in cui questa è stata sfruttata è la cosa meno riuscita. Si spera soltanto che con un possibile sequel venga aggiustato il tiro e che non si ripeta il disastro di questa sceneggiatura.
Note positive
- L’azione non manca ed è gradevole nel suo complesso
- Un buon film per tutta la famiglia
Note negative
- Forse troppe scenette comiche
- Tremendamente prevedibile
- Narrazione sottotono