Midsommar – Il villaggio dei dannati: La storia di una coppia in crisi

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Recensione
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Midsommar – Il villaggio dei dannati: Scheda film

Titolo originale: Midsommar

Anno:  2019

Paese di produzione: Usa

Genere: Horror

 

CAST TECNICO

 

Regia: Ari Aster

Sceneggiatore: Ari Aster

Montaggio: Lucian Johnston

Dop: Pawel Pogorzelski

Musica:  The Haxan Cloak

 

Aspect Ratio:

Durata:

Produzione: B-Reel Films, Parts and Labor

Distribuzione: Eagle Pictures

 

CAST ARTISTICO

Florence PughJack Reynor, William Jackson Harper, Will Poulter, Vilhelm Blomgran, Archie Madekwe, Ellora Torchia

Recensione

Midsommar – Il villaggio dei Dannati: Recensione film

E’ stato qui molto tempo fa che il signore oscuro attiro i giovani di Harga sul prato e li convinse a danzare. Cominciarono a ballare senza mai riuscire a fermarsi e danzarono fino alla morte. Oggi in un ultimo gesto di sfiducia, balliamo finchè non cadiamo. E’ l’ultimo a sopravvivere verrà incoronato per la sua resistenza

cit. Midsommar – Il villaggio dei dannati

Ari Aster, dopo averci mostrato un dramma familiare a tinte horror con il suo primo lungometraggio Hereditary, in Midsommar – Il villaggio dei dannati va ad analizzare il difficile rapporto di coppia nel momento più duro e crudo di una relazione: la crisi e la fine di un amore, mostrando il tutto attraverso una strana fiaba contorta e Inquietante, immergendo quattro studenti universitari all’interno di una comunità scandinava folkloristica.

La storia inizia a prendere forma già nel 2017 per un bisogno interiore del regista che aveva appena concluso una relazione dopo tre anni. Tale rottura lo ha portato a riflettere sul senso amplio di amore in una coppia e della sua rovina. Tutto il dolore del cineasta per la fine del proprio rapporto amoroso è riscontrabile nella protagonista, onnipresente in scena, interpretata da Florence Pugh. 

Midsommar non è propriamente il classico film dell’orrore che punta a spaventare il proprio pubblico attraverso omicidi o eventi spiritici ma si pone di andare a scavare dentro lo spettatore inquietandolo e  facendogli sentire il malessere interiore che gli stessi personaggi provano. 

Trama

Un terribile dramma avvolge la vita di Dani, che di punto in bianco, scopre che la sorella bipolare ha ucciso i suoi genitori e poi se stessa in un attimo di follia. Da quel momento la giovane si ritrova ad avere accanto a lei solo il suo fidanzato Christian, che pochi istanti prima di aver saputo la terribile tragedia era intenzionato a lasciare la ragazza. Nel ragazzo non è presente amore verso Dani, ma è il dolore che li tiene uniti insieme, in una relazione che non giova a nessuno dei due. 

Josh, Pelle, Mark e Christian decidono di partire per una vacanza in Svezia in una comunità da cui Pelle proviene. Mark e Josh non vogliono che Dani venga con loro ma quando lei scoprirà tutto, Christian si sente in obbligo nell’invitarla, sperando però che lei rifiuti cosa che non accade. 

I giovani si recheranno in Svezia alla scoperta delle tradizioni di questa comunità, che sconvolgerà per sempre le loro vite.

 

Analisi Filmica

Come avviene nell’inizio di Heredity anche in quest’ultima opera il regista – sceneggiatore decide di dedicare una sequenza narrativa per mostrare e approfondire il background della protagonista senza lasciare troppo spazio al dialogo. La storia inizia in una fredda notte invernale con Dani preoccupata per una lettera inquietante che ha ricevuto dalla sorella bipolare. La giovane prova a contattarla ma senza successo, stessa cosa con i genitori, l’unico che gli risponde è il fidanzato che però sembra preferire passare la serata con i suoi amici a fumare che nell’aiutarla a superare quello stress interiore, mostrando tutta la sua voglia di rompere quella relazione per lui divenuta insopportabile. 

La ragazza del resto viene presentata al pubblico come un personaggio rotto, sfumato e segnato da dispiaceri e problemi psicologici familiari tanto da portarla a fare uso di farmaci per calmarla. Non poche del resto, fin dalla prima scena e sopratutto nella prima parte narrativa di Midsommar – Il villaggio dei dannati, sono le inquadrature che la vanno a riprendere attraverso il suo riflesso sullo specchio segno di un identità ancora offuscata, come se lei non avesse ancora trovato le sue radici e la sua ancora di salvezza. 

L’incipti narrativo, marcato maggiormente dall’inizio dei titoli d’apertura presentati dopo questa scena, sottolinea in maniera eccessivamente demarcata il tema dell’opera, sulla ricerca di famiglia e del rapporto nocivo e di co-dipendenza dell’amore. Tale tematica vera, attraverso i dialoghi tra Pelle e Dani, maggiormente sottolineata rendendo piuttosto semplice comprendere la scelta che la giovane andrà a compiere nel finale che risulterà essere fin troppo prevedibile andando a rovinare la bellezza poetica dell’epilogo.   

Il tema della ricerca di un posto in cui sentirsi amati e poter amare è ben evidenziato anche in due momenti precisi quando Dani è sotto allucinogeni: in un momento vede la sua mano unirsi al terreno fino a coprirsi di erba, in un altra scena osserva che i suoi piedi sono diventati delle radici ancorate al suolo. Se vengono messe queste immagini visive con la presentazione avvenuta inizialmente della protagonista come una ragazza piena di problemi che si sente sola e perduta, comprendere ciò che accadrà nel finale sarà piuttosto semplice. 

Interessanti sono le trovate registiche che vanno a distruggere le regole canoniche dell’horror fatte da un ritmo frenetico e luoghi chiuso e claustrofobici, qui siamo immersi nella Svezia illuminata dal sole 24h su 24h, in un ampio prato estivo con una strana comunità, questa si inquietante, che compie attraverso atti d’amore e pacifici indossando abiti bianchi, simboli di purezza, dei sanguinosi rituali di morte e di vita. La fotografia è pulita e illuminata apparendo in alcuni frame quasi strutturata in maniera altamente geometrica nelle sue composizioni. Gli unici elementi che inquietano fin dal primo istante sono i dipinti che invocano un senso di disagio rappresentando sangue, fuoco, e figure sessuali.

Andando alla sceneggiatura troviamo alcuni errori di verosimiglianza abbastanza importanti: pian piano, ovviamente, alcuni personaggi scompaiono misteriosamente e i loro amici sembrano fregarsene, elemento strano, Christian e gli altri non ritengono mai che possa accadere qualcosa di brutto, quando in quel luogo hanno già visto gente morire per dei sacrifici. 

Aster decide di non andare mai a spiegare realmente l’essenza profonda della comunità che rimane sempre sullo sfondo della storia benché intervenga costantemente nelle vite dei personaggi modificandoli. 

Note positive

  • Fotografia
  • Regia
  • Interpretazione di Florence Pugh

Note negative

  • Sceneggiatura alquanto prevedibile
  • Non approfondire la comunità 
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