Mission: Impossible – Fallout: I mille volti del male

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Trailer italiano di Mission: Impossible Fallout

Trama di Mission: Impossible – Fallout

Ethan Hunt è tornato e stavolta si spingerà oltre più che mai. Basterebbe questa frase breve e concisa per la presentazione del sesto episodio della saga di Mission Impossible, di cui Tom Cruise, dal 1996 ad oggi, è il protagonista indiscusso. In questa sua nuova missione, “se deciderà di accettarla”, l’agente segreto dell’IMF dovrà recuperare tre casse di plutonio, elemento chimico dotato di una maggior radioattività rispetto a qualsiasi altro e per questo componente fondamentale nella costruzione di ordigni nucleari capaci di cancellare in un attimo milioni di vite. Naturalmente non sarà il solo a voler accaparrarsi questo materiale, difatti dalle ceneri del defunto Sindacato, verrà a formarsi un nuovo gruppo di feroci criminali il cui nome sarà ‘gli Apostoli’, ma nonostante la metamorfosi nominativa, il loro obiettivo resta sempre lo stesso: cospargere di sangue il mondo intero tramite atti di terrorismo, che tuttavia non potranno andare a buon fine senza l’ottenimento del plutonio e del tecnico-scienziato in grado di congegnare l’ordigno. L’antagonista principale porterà il nome di John Lark, ma la sua identità non sarà di facile individuazione e servirà una buona dose di coraggio oltre che di intelletto da parte del nostro eroe dell’IMF per trovarlo ed eliminarlo. Gli eventi narrativi hanno inizio dopo un errore di cuore fatto da Ethan durante l’acquisto del plutonio, infatti l’evolversi delle circostanze ha portato l’agente segreto a rinunciare ai tre nuclei per salvare la vita a un suo storico compagno di squadra: Luther, il quale era stato catturato e messo sotto tiro. Da sottolineare inoltre il ritorno alla scena di Solomon Lane, antagonista principale nel film precedente e che anche in questo caso darà davvero del filo da torcere a Hunt & Co. Mission : Impossible Fallout si contraddistinguerà per i numerosi colpi di scena, per le sequenze a Londra e a Parigi, per i suoi tradimenti ma soprattutto per l’amore, che sboccerà come un fiore in primavera nel finale del film.

“Il solito vecchio Ethan.”

Luther in Mission: Impossible – Fallout

Recensione e curiosità di Mission: Impossible – Fallout

Per discutere in modo omogeneo e completo dell’ultimo episodio di questa avvincente saga, Mission: Impossible – Fallout, non si può che esordire col parlare della regia, perno centrale di questo progetto, a partire dalla sceneggiatura, passando per la scelta delle location arrivando sino alla fotografia. Infatti McQuarrie è stato il primo e unico filmmaker a essere di nuovo ingaggiato per un film di ‘Mission: Impossible’, dopo la perfetta realizzazione nel 2015 di ‘MI Rogue Nation’. Soffermandosi difatti sulla regia, la prima cosa che si può notare è senza dubbio la maestria con la quale il direttore muove la macchina da presa nelle sequenze d’inseguimento, in località importanti come Londra e Parigi, nelle quali le ricchezze culturali offerte da questi luoghi spesso rappresentano un’arma a doppio taglio in sede di recording. A proposito della sequenza a Parigi, lo stesso McQuarrie ha ammesso che l’idea iniziale è nata dopo la visione di un cortometraggio di otto minuti insieme a Tom Cruise, nel quale vi era un inseguimento proprio nella capitale francese e in cui si potevano scorgere tutti i monumenti della città: “siamo stati fortunati che il comune ci abbia permesso di rendere omaggio al corto”. (Per la buona riuscita della scena sono state coinvolte più di 70 automobili, le quali avevano il compito di ostacolare Cruise durante la sua corsa). Occorre inoltre porre l’accento sulla cornice di alcune inquadrature molto significative, che se osservate attentamente permettono di comprendere le personalità dei personaggi in azione, senza che questo accada con l’evolversi degli eventi filmici: in primo piano analizzando le sequenze in cui Hunt e Walker si infiltrano alla festa di raccolta fondi a Parigi, si può notare come le scelte registiche mettano in risalto il fatto che i protagonisti del film, anche quelli dall’intento moralistico migliore, nascondono al loro interno diversi spettri e sarebbero disposti a mettere in discussione le persone che amano o a cui razionalmente sono accostate per soddisfare il loro ego o in altri casi i loro risultati malefici. Questi scheletri nell’armadio di ogni personaggio vengono messi in risalto, per l’appunto, nelle prime sequenze in Francia tramite l’utilizzo degli specchi. L’inquadratura in cui tutto questo è maggiormente osservabile è quella che ritrae lo sguardo fra Ethan Hunt e Ilsa Faust: essi sono infatti circondati da una molteplicità di specchi, ognuno dei quali crea un’immagine differente, le quali stanno a rappresentare plurimi aspetti caratteriali e talvolta contrastanti fra loro. Oltre alla regia un omaggio deve assolutamente essere dedicato alla sceneggiatura oltre che al montaggio: la prima, si dimostra, dopo la visione del film, discretamente dettagliata e capace di sviare all’ultimo respiro quella confusione narrativa che in un film di due ore mezzo abbondanti potrebbe incombere; il secondo invece, anche se spesso lo si dà per scontato, risulta ottimamente in grado di far combaciare ogni clip di questo action-thriller al momento giusto, tuttavia probabilmente il sonoro in alcune occasioni è da rivedere.

L’amore in Mission: Impossible – Fallout

Un breve cenno al tema che proprio sul finale del film esce allo scoperto più di ogni altro: l’amore. Di norma infatti la maggior parte dei film di questo genere raramente terminano con una scena toccante nella quale l’agente segreto e la sua fiamma si uniscono senza nessun velo di riservatezza(usualmente in Mission Impossible ma anche nei film di James Bond, gli eventi narrativi terminano con l’agente segreto che esprime il suo nazionalismo e patriottismo dopo essersi professato l’eroe della patria sconfiggendo i cattivi), ma nonostante questa sia già un’originalità inedita, la particolarità di quest’ultima sequenza è che tutto ciò non avviene mai tramite un bacio, ma solo tramite lo sguardo. Lo sguardo come contatto fisico, quasi un omaggio al cinema hollywoodiano del periodo classico.  

Note positive

  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Montaggio
  • Originalità finale

Note negative

  •  Leggera confusione narrativa
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