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No Trace
Titolo originale: Nulle Trace
Anno: 2021
Paese: Canada
Genere: Drammatico, Fantascienza
Produzione: GPA Films
Distribuzione: K Films Amèrique
Durata: 101 minuti
Regia: Simon Lavoie
Sceneggiatura: Simon Lavoie
Fotografia: Simran Dewan
Montaggio: Mathieu Bouchard-Malo
Musiche: Gabriel Dufour-Laperrière
Attori: Nathalie Doummar, Monique Gosselin
No Trace è l’ultima fatica del regista canadese Simon Lavoie, già famoso per avere co-diretto il film sulla rivoluzione studentesca del Québec Those Who Make Revolution Halfway Only Dig Their Own Graves nel 2016. La pellicola è stata presentata per la prima volta allo Slamdance Film Festival, ed è disponibile online fino al 10 ottobre 2021 Lucca Film Festival dove partecipa in concorso.
Trama di No Trace
In un futuro indefinito, in un luogo indefinito, due donne (interpretate da Monique Gosselin e Nathalie Doummar), una atea e razionale mentre l’altra profondamente religiosa, dovranno imparare a convivere e a farsi forza a vicenda pur di sopravvivere.

Recensione di No Trace
Per iniziare a parlare di No Trace bisogna partire dalle prime immagini del film, le quali, in modo subdolo, ci rivelano all’istante ciò che ci verrà mostrato durante il corso della pellicola e il suo intento. L’opera si apre infatti con una lunga carrellata sui dei binari ferroviari; la velocità del carrello aumenta sempre di più con la volontà, quasi, di voler ipnotizzare lo spettatore, di portarlo ad uno stato di pazzia che sarà poi presente nella storia e nei personaggi del film. Anche il tema musicale che apre l’opera ci rivela un altro elemento: la musica, nel futuro rappresentato, non è composta da suoni ma da rumori; per tutti i 101 minuti lo spettatore, quindi, non avrà alcun riparo, nessun rifugio, né visuale, né tantomeno uditivo. Quello che dovrà osservare sarà la cruda e pura realtà di un futuro forse nemmeno troppo lontano, in cui non c’è spazio per l’armonia. Anche il rapporto d’aspetto, che cambia continuamente a seconda delle inquadrature e degli obiettivi utilizzati, suggerisce noi la durezza di ciò che viene mostrato. Le immagini vengono impressionate con un inusuale (per un film fantascientifico) bianco e nero. La scala dei colori è incantevole ma fredda, quasi asettica; come asettico è il futuro pronosticato e rappresentato. Per quanto riguarda la drammaturgia del film, invece, l’elemento distopico viene rappresentato dall’assenza di rapporti umani, dall’assenza del dialogo (infatti l’opera è per l’80% muta) e dall’assenza di un focolare; anche se ad un certo punto le due protagoniste riescono a creare una sintonia anche fisica dinanzi al fuoco in una casa abbandonata, tutto ciò verrà distrutto tragicamente il mattino seguente, distruggendo anche l’unica parvenza di umanità.
Per quanto riguarda l’operato del regista classe ’79; No Trace, se non fosse canadese, per lo stile, i movimenti di macchina e la pulizia delle immagini dovrebbe entrare di diritto all’interno della tradizione cinematografica sovietica. Il film, per trama, ambientazione e giochi di camera, sembra un omaggio, nemmeno tanto velato, ad Andrej Tarkovskij e al suo capolavoro Stalker (1979); mentre le immagini, curate da Simran Dewan, per la loro composizione e il loro ordine potrebbero sembrare opera di Vsevolod Pudovkin.
Per guardare No Trace è necessario prepararsi psicologicamente e, dopo averlo guardato, bisogna prendersi del tempo per riprendersi e per realizzare il tutto; perché, alla fine, non viene data alcuna risposta ai dubbi che il film crea e ai quesiti che pone.
In breve, No Trace è di certo una delle più entusiasmanti e intriganti visioni del 2021.

Note positive
- Regia di Simon Lavoie
- Fotografia di Simran Dewan
- Prova attoriale delle due protagoniste
- Soggetto e sceneggiatura
- Sviluppo drammaturgico
Note negative
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